Sacco di Fiumedinisi, per la difesa di De Luca "un bene per la comunità".

Sacco di Fiumedinisi, per la difesa di De Luca “un bene per la comunità”.

Alessandra Serio

Sacco di Fiumedinisi, per la difesa di De Luca “un bene per la comunità”.

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giovedì 18 Luglio 2019 - 09:15

Parola alla difesa di De Luca al processo per il sacco edilizio a Fiumedinisi a metà degli anni 2000

I reati non ci sono, l’operato di Cateno De Luca da sindaco di Fiumedinisi è stato regolare. Il contratto di quartiere non ha nulla a che fare con una speculazione pro domo propria, è uno strumento di programmazione legittima, che ha portato alla cittadina jonica enormi benefici. Così il difensore dell’oggi sindaco di Messina, l’avvocato Carlo Taormina, ha difeso il suo cliente, davanti i giudici della Corte d’Appello.

Un’arringa di circa quattro ore, quella di Taormina,con la quale ha ribadito l’insussistenza dei reati contestati e l’appello della Procura che vorrebbe ribaltare il verdetto di primo grado. Ha scelto di affidarsi ad una memoria scritta, invece, l’avvocato Angela Lo Turco, difensore di Tindaro De Luca, fratello del sindaco e imprenditore privato al quale sono poi state appaltati gran parte dei lavori finanziati dal contratto di quartiere.

Così, nel primo pomeriggio di ieri l’udienza è stata aggiornata al prossimo 11 settembre. Potrebbe essere il giorno della sentenza, se anche gli altri difensori decideranno di non intervenire ma produrranno memorie scritte.

Malgrado il rinvio fosse scontato, il primo cittadino si aspettava forse il verdetto, e alle 15 di ieri ha sentito il bisogno di condividere la sua felicità per “averla scampata”. “Sto bene e sono ancora a piede libero!”, ha esordito dai suoi profili social.

A fine 2017 De Luca era stato assolto dall’accusa di abuso d’ufficio ed era stata dichiarata la prescrizione della tentata concussione, derubricata in induzione indebita.

In caso di condanna, in appello, De Luca rischia gli effetti della legge Severino.

Il processo riguarda vicende risalenti agli anni tra il 2004 e il 2010, nel mirino degli inquirenti i lavori di costruzione di un albergo con centro benessere ad opera della Dioniso srl, 16 villette private e il un muro di contenimento del torrente Fiumedinisi.

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