Il Pronto soccorso del Piemonte non chiuderà. Ad assicurarlo, al termine di riunione fiume in prefettura, è stato l'assessore regionale Gucciardi. Sulla soluzione che garantirà il mantenimento del presidio ha però chiesto alcuni giorni per approfondimenti tecnici sembra però prevalere l'ipotesi fusione con il neurolesi.
“Una cosa è certa salveremo il Pronto soccorso e dovrà essere un Pronto soccorso a norma, così come stabilisce la legge, perchè la disciplina legislativa sarà il nostro unico riferimento”. L’assessore regionale alla sanità Baldo Gucciardi a conclusione di una riunione fiume in prefettura, durata oltre 3 ore, conferma quanto detto al suo arrivo a Messina: il Pronto soccorso del Piemonte non chiuderà e la decisione sarà presa in tempi strettissimi, prima del 30 settembre.
Se sul mantenimento del Piemonte Gucciardi è chiaro non è invece nota la soluzione che la Regione adotterà per l’operazione “salvataggio” tra le varie poste sul tavolo, perché l’esponente della giunta Crocetta ha chiesto alcuni giorni per approfondire gli aspetti tecnici. “Deciderò in tempi brevissimi- ha detto- ma prima devo valutare alcuni aspetti sotto il profilo tecnico sia con il Dipartimento regionale che con il ministro Lorenzin per quel che riguarda la fusione con i Neurolesi e quindi avere la garanzia sulla deroga per il Pronto soccorso. Voglio basarmi esclusivamente sulla normativa e nel contempo dare risposte serie e immediate. E’ stato importante oggi questo dialogo a più voci”.
Non è detto infatti che l’iter seguito passerà attraverso il disegno di legge perché Gucciardi potrebbe propendere anche per un provvedimento amministrativo che non necessita di passaggio in Assemblea, evitando rischi d’impallinamento e lungaggini d’Aula. Entro pochi giorni quindi, sapremo quale sarà la strada scelta dall’assessore per salvare il Piemonte, tra la fusione con i Neurolesi, il trasferimento all’Asp o l’accorpamento con Taormina (ipotesi presentata al vertice dai 5Stelle Zafarana e D’Uva). L’unica sorte che Gucciardi esclude categoricamente è la chiusura del presidio. A prevalere, alla luce della decisione di Gucciardi di mantenere il Pronto soccorso nella sua completezz sembra essere l'ipotesi matrimonio con l'Irccs, non garantita nel caso Asp, che lo vedrebbe trasformato in Pte (quindi la soluzione Picciolo-Formica-Garofalo-Germanà).
L’aspetto positivo, per la prima volta, è stato il vedere intorno ad un tavolo, grazie alla sensibilità ed all’attenzione del prefetto Trotta, tutta la deputazione messinese, pronta, al di là delle posizioni diverse, a confrontarsi e cercare insieme una risposta.
E’ stato quasi “commovente” vedere tutti presenti, sia pure con idee diverse, ma uniti dalla stessa voglia di confrontarsi per evitare l’ennesimo schiaffo ad una città in ginocchio. E insieme alla politica erano presenti anche i tecnici, i manager della sanità, i sindacati (Cgil funzione pubblica e UilFpl), i rappresentanti di Sanidea e Comitato Salvare il Piemonte.
Presenti quindi il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, i parlamentari Gianpiero D’Alia, Enzo Garofalo, Francesco D’Uva, i deputati regionali Valentina Zafarana, Nino Germanà, Beppe Picciolo, Giuseppe Laccoto, Filippo Panarello, Santi Formica, Bernardette Grasso, Franco Rinaldi. Oltre alla deputazione c’era anche il sindaco Accorinti, massima autorità cittadina per la sanità ed il rettore Pietro Navarra che si è soffermato sulle conseguenze che le varie soluzioni da adottare avranno sul Policlinico. Presenti poi i manager del Papardo-Piemonte Michele Vullo ed Angelo Aliquò per il Neurolesi, nonché i direttori amministrativo e sanitario dell’Asp.
Assenti al vertice, ma del resto anche al dibattito sulle sorti del Piemonte sono stati i parlamentari Carmelo Lo Monte, Maria Tindara Gullo ed il deputato regionale Currenti. Assente anche Marcello Greco che però ha sempre firmato con i colleghi Pdr le note sul Piemonte.
Ad accogliere man mano che giungevano in prefettura i politici e i manager delle aziende sanitarie un gruppo di manifestanti (tra i quali per solidarietà anche 5 dipendenti di quel che resta delle Province) Contestazioni per quanti hanno sostenuto la tesi del matrimonio con i Neurolesi, quindi Formica, Germanà, Picciolo, e per il dg del Papardo Michele Vullo, considerato il principale “picconatore” del Piemonte. Contestazioni anche per Accorinti che però è entrato dalla porta laterale, pertanto è “sfuggito” ai cori. Alcuni manifestanti sono rimasti fino alle 15.30 ad attendere l’assessore Gucciardi, che si è fermato a spiegare le sue intenzioni ed ha chiarito che il Pronto soccorso non chiuderà.
E’ stato il prefetto Trotta, poco dopo mezzogiorno, ad aprire i lavori di un tavolo misto, tecnico e politico, ribadendo la delicatezza della vicenda e la sua urgenza e l’importanza di decisioni ampiamente approfondite e condivise.
“Sto studiando ogni aspetto del caso- ha detto poi l’assessore Gucciardi- per capire le esigenze anche alla luce della normativa. Ho guardato il territorio anche su google maps per vedere come è possibile intervenire”.
Tra Balduzzi e piano regionale della rete ospedaliera infatti i criteri della popolazione e della dislocazione del territorio sono il vero “guaio”, un imperativo che costa sacrifici e disagi alle cittadinanze. Per tre ore i politici ed i tecnici hanno esposto le loro tesi, i vantaggi e gli svantaggi, gli ostacoli e gli strumenti per superarli. Situazione non semplice per l’assessore, consapevole che dovrà comunque sposare una delle diverse tesi. Da un lato l’opzione Neurolesi-Piemonte, ed il ddl Picciolo-Formica, dall’altro il trasferimento all’ Asp, proposto da Ardizzone (ed è proprio in seguito alla proposta che si è aperto il dibattito), infine la soluzione Zafarana-D’Uva di un accorpamento al presidio di Taormina.
Il nodo centrale resta sempre la compatibilità del Pronto soccorso con le diverse soluzioni e cioè la garanzia che resti così come è attualmente senza “scendere di gradino” trasformandosi in Pta, Pte o simili.
“Approfondirò questi aspetti con il ministro Lorenzin soprattutto per quel che riguarda la deroga al Pronto soccorso prevista per l’accorpamento con gli Irccs- ha spiegato Gucciardi- Dobbiamo fare in modo di scegliere quella soluzione che garantisca permanenza del Pronto soccorso in quanto tale e non un Pta”.
Nel corso del vertice i manager dell’Asp hanno chiarito che un eventuale accorpamento del Piemonte comporterebbe la trasformazione del Pronto soccorso in Pte, e questo anche se nel contempo si dovesse eliminare un doppione in uno dei 7 presidi della provincia. Stessa sorte anche nel caso di accorpamento con Taormina.
“Per questo dobbiamo valutare attentamente la normativa- ha continuato Gucciardi- per capire esattamente come muoverci. L’obiettivo non è il Pte, ma mantenere il Pronto soccorso, dobbiamo vedere in che modo la disciplina normativa può consentire di salvare il presidio”.
Non perderà tempo Gucciardi, lo ha ribadito più volte. Probabilmente seguirà la strada del decreto proprio per evitare i tempi biblici dell’Ars, ma lo farà anche per un altro motivo.
“Il Pronto soccorso non deve chiudere, se faremo passare la scadenza del 30 settembre senza una soluzione il direttore generale Vullo procederà senz’altro. Mi sto impegnando per evitarlo. Del resto entro il 30 settembre ridisegneremo la mappa dei presidi in Sicilia ed il nostro unico punto di riferimento sarà garantire sicurezza e diritto alla salute a tutti i siciliani”.
Già la prossima settimana quindi l’assessore potrebbe decidere se procedere con il Neurolesi o con l’Asp. Se per il Neurolesi dovrà essere il ministro Lorenzin a dare l’ok alla deroga sul Pronto soccorso (come avvenuto in altri casi), per quel che riguarda l’Asp occorre trovare il modo per superare gli ostacoli fissati dalla normativa sull’eliminazione dei doppioni, a meno che non si voglia accettare il Pte, fatto questo che Gucciardi sembra voglia escludere. Proprio questo ostacolo fa apparire l’Asp come l’ipotesi più difficile.
Rosaria Brancato
