Ospedali riuniti, Giannetto: "Il nuovo assetto non garantisce la sicurezza"

Ospedali riuniti, Giannetto: “Il nuovo assetto non garantisce la sicurezza”

Giovanni Passalacqua

Ospedali riuniti, Giannetto: “Il nuovo assetto non garantisce la sicurezza”

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lunedì 23 Maggio 2016 - 11:09

"Due nosocomi a pochi km l'uno dall'altro non raddoppiano l'offerta, anzi la dimezzano" - spiega il vicepresidente regionale del sindacato dei medici Cimo - "bisogna creare un sistema efficiente, multidisciplinare e tecnologicamente avanzato"

“Due ospedali a 6 km uno dall’altro non raddoppiano l’offerta; la dimezzano”. Non usa giri di parole Giuseppe Giannetto, vicesegretario regionale del sindacato dei medici Cimo, in servizio presso l’ospedale “Fogliani” di Milazzo; un presidio che, insieme al “Cutroni-Zodda” di Barcellona, sarà al centro di una complessa riorganizzazione, che dovrebbe portare l’area medica nella città del Longano, e quella chirurgica nel nosocomio mamertino. Non tutti, però, ritengono efficiente il nuovo assetto voluto dalla Regione e dal direttore dell’Asp Messina, Gaetano Sirna.

“Un ospedale moderno, ai giorni nostri, è un’organizzazione complessa che funziona come un corpo, i cui organi sono i reparti. E ogni reparto non è isolato, ma supporta e viene supportato dagli altri” – spiega Giannetto – “questo serve a garantire la sicurezza del presidio, dei personale e dei pazienti. Dislocando i reparti in due strutture, distanti pochi, ma decisivi kilometri, il rischio clinico si amplifica”.

Tra le ragioni di chi vuole tenere aperte le due strutture di Milazzo e Barcellona c’è l’ampio bacino di utenza servito: per questo, ad esempio, si è scelto di preservare il Pronto Soccorso in entrambe. “Ma che senso ha un Pronto Soccorso che non può contare su reparti chiave come ortopedia e ostetricia, e che non può trattare molti casi di emergenza-urgenza perché non dotato delle tecnologie adeguate?” – insiste Giannetto – “Il Cutroni-Zodda, ad esempio, non disponeva già prima di reparti e tecnologie fondamentali per un Pronto Soccorso, il reparto più delicato di un ospedale; che, per essere affidabile, deve disporre non solo delle attrezzature, ma soprattutto delle competenze. Multidisciplinarietà e dotazione tecnologica sono le basi dell’efficienza di un ospedale moderno, fondamentali per affrontare emergenze e urgenze”.

Ma quali sono allora i problemi degli ospedali riuniti? “Parliamo principalmente di carenza di personale, che si intreccia con le nuove regole europee sui tempi di riposo tra i turni” – continua il sindacalista – “Di fatto, la legge non può essere applicata senza causare disservizi al presidio; così, i medici sono costretti a violarla. Manca poi la continuità delle cure. Un paziente che, ad esempio, deve affrontare un percorso oncologico, dovrà recarsi in tre ospedali diversi; sulla costa tirrenica non esiste un presidio che faccia chemioterapia. La nostra Asp è taorminocentrica. E, a proposito di geografia, va rimarcata ancora una volta l’enorme divario tra la qualità della sanità al nord e quella al sud”.

Insomma, a mancare è l’efficienza del sistema; o, forse, il sistema in sé. “Gli ospedali riuniti non sono l’unica soluzione” – spiega ancora Giannetto – “Barcellona potrebbe diventare un’eccellenza per la riabilitazione dei pazienti, che potrebbero finalmente trovare sul territorio una struttura in cui iniziare le terapie e una in cui continuarle. Sarebbe una grande opportunità per i pazienti lungodegenti. Si potrebbe poi creare dei posti hospice, dedicati ai malati oncologici avanzati, così da poterli accompagnare dignitosamente nelle ultime fasi della malattia. E, su questa falsariga, si potrebbe fare molto altro, creando un sistema completo di presidi e strutture riabilitative che sia davvero efficiente ed eccellente”.

Ma, per far questo, bisognerebbe superare i campanilismi – e la politica che di questi si nutre – promuovendo un’analisi tecnica. Invece, la politica litiga ancora sul trasferimento di un reparto piuttosto che di un altro; e, intanto, gli ospedali riuniti perdono efficienza e sicurezza. “Finchè non capiremo cosa significa davvero un ospedale moderno, non potremo fare nulla per rendere più efficienti gli ospedali riuniti” – conclude Giannetto.

Giovanni Passalacqua

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