Biennale della ceramica, il sindaco Re "bacchetta" il maestro Tamburello

Biennale della ceramica, il sindaco Re “bacchetta” il maestro Tamburello

Salvatore Famularo

Biennale della ceramica, il sindaco Re “bacchetta” il maestro Tamburello

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venerdì 20 Novembre 2015 - 09:33

L'artista milanese si dimette dal Comitato Tecnico-Scientifico della Biennale della Ceramica Stefanese e motiva la sua scelta offendendo le maestranze stefanesi. La replica del Sindaco Francesco Re: "Inqualificabile e perfino offensivo il suo contributo vocato solamente ad una prevenuta ed oltraggiosa critica verso la qualità dell’artigianato della ceramica stefanese".

Dopo le dimissioni del maestro Concetto Tamburello, dal Comitato Tecnico Scientifico della “Biennale della Ceramica Stefanese”, e le sue pesanti motivazioni rese alla stampa sulla scarsa qualità della kermesse artistica dell’estate scorsa, per le “mediocri banalità artigianali” esposte, il Sindaco della Città delle ceramiche, Francesco Re, interviene in difesa degli artigiani e dei loro manufatti, da sempre vanto della storia, della cultura e della migliore tradizione di un intero territorio.

Concetto Tamburello, artista di origine stefanese che vive a Milano, la scorsa primavera era stato chiamato, dall’Amministrazione comunale a far parte del Comitato Tecnico Scientifico della “Biennale della Ceramica Stefanese”, assieme al prof. Aldo Colonnetti (Direttore della rivista “Ottagono” di Milano e collaboratore della “Triennale di Milano”) e a Ludovica Lardera (Manager di Milano).

I motivi delle dimissioni di Tamburello – secondo le sue dichiarazioni – starebbero nella “retriva mentalità paesana incapace di orecchiare lo spirito metropolitano ed il respiro internazionale”, oltre che alle “cosiddette giare presentate all’Expo dalle forme senza eleganza”.

Tutto questo, secondo l’artista milanese, sarebbe frutto di una logica clientelare – elettoralistica che non avrebbe permesso all’Amministrazione comunale “di operare vere e dure selezioni” tra le opere e gli artigiani presenti alla Biennale.

Non tarda ad arrivare la replica del primo cittadino della Città delle ceramiche, Francesco Re, che, con una nota fa chiarezza sulle dimissioni di Tamburello “giunte – scrive il Sindaco – un momento prima di essere esonerato”.

“Ha fatto bene il Sig. Concetto Tamburello – esordisce il Sindaco – a rassegnare le dimissioni dal Comitato Tecnico-Scientifico della “Biennale stefanese della ceramica” dove, forse con troppo eccesso di buonismo valutativo, era stato inserito per dare un contributo alla realizzazione di un progetto di internazionalizzazione della produzione della ceramica stefanese di cui la “Biennale della Ceramica Stefanese”, nata da un’idea del prof. Aldo Colonnetti e di Filippo Fratantoni, è parte significativa ed importante”. E poi affonda il colpo: “Inconsistente è stata la sua partecipazione. Inqualificabile e perfino offensivo il suo contributo vocato solamente ad una prevenuta ed oltraggiosa critica verso la qualità dell’artigianato della ceramica stefanese. Le invocate “dure selezioni” – riprende il Sindaco – di cui lamenta il mancato esercizio il Sig. Tamburello, un risultato certo ed immediato l’avrebbero prodotto: la sua esclusione dal Comitato Tecnico Scientifico per manifesta carenza di «censo artistico» e per conclamata latitanza di levatura intellettuale. Il suo «nobile gesto» delle dimissioni, ha sollevato l’amministrazione comunale, dall’ormai non più rinviabile necessità, di doverlo rimuovere dall’incarico.

In merito, poi, alla «Biennale della Ceramica Stefanese», la 1^ edizione – precisa Re – alla quale hanno preso parte oltre 50 artisti-artigiani provenienti da diverse località, ha voluto rappresentare il punto di partenza di un nuovo e diverso modo di fare sistema, produrre qualità e promozionare il manufatto di ceramica d’arte per poter meglio penetrare nei mercati nazionali ed internazionali. Il consenso di critica e di presenze ci dicono con chiarezza che, a discapito di alcune vuote e pretestuose lamentazioni, siamo sulla strada giusta.

La nostra Biennale, poi, grazie al lavoro – sottolinea – ed alla fattiva e prestigiosa presenza del prof. Colonnetti all’interno del Comitato Tecnico-Scientifico, un risultato lo ha già acquisito: quello di poter rappresentare appuntamento fisso di preselezione di opere d’arte realizzate da giovani talenti, destinate ad avere uno spazio espositivo nella blasonata sede della «Triennale di Milano»”.

Poi la nota del primo cittadino fa riferimento ai severi apprezzamenti di Tamburello alla partecipazione all’Expo di Milano delle aziende stefanesi. “Ad Expo invece, a differenza delle infondate pretese di esclusiva autoreferenzialità di partecipazione di qualcuno, abbiamo voluto e potuto portare, in tema con le idee guida della kermesse mondiale, il valore della nostra migliore produzione artigianale, mirabilmente incarnata dalle nostre giare esposte, ammirate al pari dei vasi, dei piatti, dei tavoli, delle teste di moro, da alcuni milioni di visitatori ai quali abbiamo voluto far conoscere la qualità del nostro artigianato unitamente al territorio dove lo stesso si sviluppa. Expo, per Santo Stefano e la sua ceramica – dice con soddisfazione – è stata una bella storia di successo, una storia che vogliamo continuare a poter scrivere in occasione del Giubileo. Siamo già al lavoro per raggiungere questo ulteriore ambizioso traguardo. Il sig. Tamburello se ne faccia una ragione – e affonda a il colpo – il sogno impossibile e velleitario di poter con i suoi lavori assurgere al ruolo di «Ambasciatore della ceramica d’arte di Santo Stefano di Camastra» non trova riscontro alcuno, per gap di riconoscimento di caratura artistica ed intellettuale, né tra gli artisti-artigiani stefanesi, né tantomeno nella comunità stefanese”.

Riprende ancora – “Velleitario pensare che la sintesi della ceramica d’arte di Santo Stefano, della sua storia, della miglior tradizione del nostro plurisecolare artigianato, potesse e dovesse essere esclusivamente rappresentata, in narcisa solitudine ad Expo come nella «Biennale della Ceramica», dalla modesta tamburelliana rielaborazione dell’oggetto simbolo della ceramica stefanese che è «la giara» di pirandelliana memoria. Impraticabile – incalza Re – l’idea espositiva di partecipazione, in nome e per conto della Comunità degli artigiani stefanesi, alla rassegna mondiale di Milano, proposta dal Sig. Tamburello, per nostro tramite, alla competente Istituzione regionale. Bocciata sonoramente – sottolinea – perché ritenuta inutilmente costosa e palesemente fuori tema rispetto alle problematiche oggetto di confronto ad Expo, dai consulenti tecnici della Regione Siciliana che forse saranno incapaci, a detta di qualcuno, di «orecchiare il respiro internazionale» di cui si nutre il Sig. Tamburello ma che in realtà, giorno dopo giorno amministrano il 75% del patrimonio artistico culturale dell’Italia, di proprietà della terra con la più alta concentrazione al mondo di beni artistico-culturali: la Sicilia, dove – affonda ancora – da decine di secoli, prima che orde barbariche abbandonassero per qualche località dove aleggia «lo spirito metropolitano», la «retriva mentalità paesana» produceva ed esportava cultura in tutto il mondo.

E riprende – Nelle botteghe degli artigiani stefanesi, si respira arte e cultura da qualche secolo prima che il Sig. Tamburello prendesse lontana confidenza con l’argilla. La storia più recente della nostra Santo Stefano è stata scritta nel fango, quello stesso fango che ne segnò la rovinosa distruzione e che ha caratterizzato la rinascita e la riconosciuta notorietà internazionale. Il sudore del lavoro ed i sacrifici di generazioni di artigiani ceramisti sono tanta parte della nostra storia, passata e presente, della quale nessuna pagina, nessuna riga, è riconducibile, ad oggi, al Sig. Tamburello”. E poi conclude “L’augurio, non di circostanza, che per lui possa esserci un meritato futuro migliore. La gente di Santo Stefano, umile ma laboriosa ed orgogliosa, come sempre ha fatto, continuerà a riservargli cordiale e calorosa accoglienza”. (Salvatore Famularo)

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