Scoperte tracce di acqua nelle aree illuminate della luna

Scoperte tracce di acqua nelle aree illuminate della luna

Daniele Ingemi

Scoperte tracce di acqua nelle aree illuminate della luna

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sabato 31 Ottobre 2020 - 07:00

Alla fine è arrivato l'annuncio tanto atteso: è stata trovata per la prima volta acqua nelle aree illuminate della luna

Alla fine è arrivato l’annuncio tanto atteso: è stata trovata per la prima volta acqua nelle aree illuminate della luna dove non si pensava potesse esistere, non solo nei crateri quasi inaccessibili al Polo Sud perennemente all’ombra ma in regioni molto più vaste. Questo è particolarmente eccitante perché renderebbe l’acqua più accessibile di quanto pensato finora, fatto fondamentale soprattutto per le future missioni umane già in programmazione (con l’Italia capofila).

L’ultimissimo risultato ottenuto con i dati del telescopio “volante” SOFIA (Stratospheric Observatory for Infrared Astronomy) ha permesso di individuare delle molecole d’acqua (poche, circa 340 grammi per metro cubo, per confronto il deserto del Sahara ha 100 volte più acqua) in zone colpite direttamente dalla luce solare, in particolare presso il cratere Clavius, posizionato nell’emisfero sud.

Non è la prima volta che viene individuata acqua sulla luna. In passato era già stata identificata in zone molto difficili da raggiungere, come crateri molto profondi dove non batte mai il sole e localizzati principalmente al polo sud. Questo studio indica che l’acqua potrebbe essere presente nel suolo lunare in modo molto più omogeneo, anche in crateri che sono molto più piccoli e accessibili rispetto ai crateri polari. È questo infatti che viene confermato da un altro studio condotto parallelamente al primo, che ha scoperto come moltissimi altri crateri, molto più accessibili dall’uomo, potrebbero ospitare molecole acqua. Non sono crateri grandi come quelli polari, ma sono molto più numerosi.

Non si tratta di bacini d’acqua ma di singole molecole che non evaporano perché sono “intrappolate” nella struttura che compone il suolo lunare. Non sappiamo se questa acqua possa essere utilizzata come futura risorsa per gli astronauti, e saranno necessari ulteriori studi. Ora però sappiamo cosa cercare e dove cercare, sia da Terra sia con futuri rover lunari. Le molecole d’acqua potrebbero essere rimaste intrappolate in microscopiche palline di vetro che compongono la regolite lunare, prodotte in seguito a impatti meteorici.

SOFIA è un telescopio cooperato da NASA e DLR (l’agenzia aerospaziale tedesca), possiede uno specchio primario di 2,7 metri (2,5 metri effettivi, essendo il 90% la superficie riflettente) e viene utilizzato principalmente per osservazioni nell’infrarosso. È installato a bordo di un Boeing 747 modificato con una apertura nella fusoliera, vicino alla coda, ed è il più grande mai montato su un aereo.

Volando a circa 12 km di altitudine si evita gran parte dell’umidità della nostra atmosfera, che blocca alcune lunghezze d’onda. All’altitudine di volo di SOFIA quasi il 90% della radiazione infrarossa può essere intercettata dal telescopio. Potendo viaggiare più o meno su qualsiasi luogo della Terra riesce a studiare oggetti cosmici in tutta la volta celeste.

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