Sean Connery, l’uomo che non voleva essere James Bond

Sean Connery, l’uomo che non voleva essere James Bond

Pierluigi Siclari

Sean Connery, l’uomo che non voleva essere James Bond

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domenica 01 Novembre 2020 - 08:12

Ripercorriamo, con alcuni aneddoti, la carriera di un mito del cinema, apprezzato dalla critica e amatissimo dal pubblico

Sean Connery è morto ieri all’età di novanta anni presso la sua residenza di Nassau, nelle Bahamas. Nel corso della sua carriera, l’attore scozzese ha vinto un Premio Oscar, tre Golden Globe e due Premi BAFTA, e soprattutto è stato amato dal pubblico come pochi altri miti del cinema.

Nato a Edimburgo nel 1930, Sean Connery si appassionò giovanissimo allo sport – da promettente calciatore rifiutò un provino per il Manchester United – e si arruolò a sedici anni nella Marina Militare Britannica. Venne congedato circa tre anni dopo a causa di una grave ulcera gastrica, dedicandosi in seguito a veri mestieri, tra cui il bagnino, il muratore e il modello.

Il successo di 007

Dopo le prime esperienze teatrali e cinematografiche, per Sean Connery la fama internazionale arrivò nei panni di 007. Eppure, l’attore che avrebbe reso James Bond l’agente segreto più famoso del mondo, quel ruolo provò a rifiutarlo. I produttori lo convinsero garantendogli la partecipazione a pellicole che l’attore riteneva più interessanti.

Sean Connery e Ursula Andress in "Licenza di Uccidere"

Licenza di uccidere, uscito nel 1962, fu un grande successo, e Connery interpretò James Bond in altre quattro pellicole: Dalla Russia con amore (1963), Missione Goldfinger (1964), Thunderball – Operazione Tuono (1965) e Si vive solo due volte (1967). Passato il testimone a Roger Moore, Connery tornerà sui propri passi nel 1983 per Mai dire mai, che però non rientra nel ciclo ufficiale della serie.

Da Alfred Hitchcock a John Houston

Il successo ottenuto permise a Sean Connery di portare avanti una carriera caratterizzata da grande versatilità e dalla collaborazione con registi prestigiosi. Alfred Hitchcock lo diresse in Marnie (1964), Sidney Lumet ne La collina del disonore (1965), Rapina record a New York (1971), Riflessi in uno specchio scuro (1972) e Assassinio sull’Orient Express (1974); John Houston ne L’uomo che volle farsi re (1975), tratto da un’opera di Rudyard Kipling. Sempre al 1975 risale un’altra grande interpretazione dell’attore scozzese, che diede fascino e carisma al capo berbero del Rif, Mulay Ahmad al-Raysuni ne Il leone e il vento, con la regia di John Milius.

Sean Connery e Candice Bergen in "Il vento e il leone"

Gli anni ’80, l’Oscar e Il nome della rosa

Nei panni di Guglielmo da Baskerville, protagonista de Il nome della rosa (1986), tratto dall’omonimo romanzo di Umberto Eco, Sean Connery ottenne un notevole apprezzamento da parte della critica e si aggiudicò il Premio Bafta. L’anno seguente, con Gli intoccabili di Brian De Palma, l’attore scozzese ottenne il Premio Oscar e il Golden Globe.

Meno apprezzata dalla critica, ma diventata un cult per gli appassionati, è la saga Higlander, in cui Connery interpretò Juan Sanchez Villa-Lobos Ramirez, millenario immortale maestro del protagonista Connor McLeod. A causa dei suoi numerosi impegni, Connery aveva solo una settimana di tempo per partecipare alle riprese, e scommise con il regista Russell Mulcahy che non sarebbe bastata, ma perse la scommessa.

Il decennio si chiuse con altri due film rimasti nel cuore degli spettatori: Indiana Jones e l’ultima crociata (in cui Connery interpreta il padre del protagonista) e Caccia a Ottobre Rosso.

Anni ’90 e ultime interpretazioni

Negli anni ’90 Sean Connery fu protagonista di altre pellicole amate dal pubblico, tra cui: Mato Grosso (1992), Sol Levante (1993), Il primo cavaliere (1995) e Entrapment (1999).

Dopo aver interpretato lo scrittore William Forrester in Scoprendo Forrester (2000) e Allan Quatermain ne La leggenda degli uomini straordinari (2003), Sean Connery si ritirò dalle scene.

Sean Connery e Rob Brown in "Scoprendo Forrester"

L’impegno politico

Sean Connery, che ha sempre rivendicato con orgoglio l’amore per la propria patria, si è schierato in maniera netta a favore dell’indipendenza scozzese in occasione del referendum del 2014. L’attore ha supportato il Partito Nazionale Scozzese attraverso cospicue donazioni e apparizioni pubbliche.

Celebri, del resto, erano già da molto tempo le uscite dell’attore in kilt, tipico indumento scozzese, e il tatuaggio “Scotland Forever”, risalente al periodo in marina.

Sean Connery in kilt

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