"In memoria di Matteo Bottari". La lettera degli studenti alla città

“In memoria di Matteo Bottari”. La lettera degli studenti alla città

Eleonora Corace

“In memoria di Matteo Bottari”. La lettera degli studenti alla città

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mercoledì 15 Gennaio 2014 - 15:41

A partire dalle ore 20, in via XXIV Maggio n. 5 si terrà un incontro dal titolo “In memoria di Matteo Bottari”, in occasione del sedicesimo anniversario dell’omicidio del Docente universitario, su iniziativa congiunta del “Vento dello Stretto” e dell’associazione universitaria “Atreju - La Compagnia degli Studenti”

In memoria di Matteo Bottari”. Questo il titolo semplice quanto significativo dell’iniziativa organizzata dai membri di Vento dello Stretto e Atreju in occasione del sedicesimo anniversario dell’omicidio del Docente universitario. La memoria è infatti, l’unico antidoto che una comunità ha contro l’oblio e l’unica arma per continuare a pretendere giustizia. La manifestazione è stata programmata in modo da istituire un dibattito aperto alla cittadinanza. Il tutto sarà preceduto dalla collocazione di uno striscione sul balcone della sede, prospiciente Corso Cavour, recante la frase “15 gennaio 1998 – 15 gennaio 2014. Matteo Bottari: sedici anni senza giustizia!”. L’appuntamento è, dunque, alle ore 20 in via XXIV Maggio, quasi all’angolo con la via Tommaso Cannizzaro. Sono stati soprattutto gli studenti universitari a volere fortemente l’iniziativa di quest’anno, per ricordare lo scandalo che sedici anni fa fece crollare il muro di omertà e indifferenza che copriva gli intrighi politico-mafiosi del territorio cittadino e che proliferavano nello stesso Ateneo Peloritano. All’iniziativa è stata invitata anche la famiglia del professore assassinato, che ancora aspetta verità e giustizia.Gli universitari hanno inoltre predisposto una lettera aperta alla città di Messina, contenente tra le altre cose l’invito, rivolto al Magnifico Rettore, ad intitolare, quale monito per le generazioni future, un’aula della Facoltà di Medicina e Chirurgia al docente assassinato.

Riportiamo integralmente la lettera aperta degli studenti universitari alla città di Messina:

“15 gennaio 1998: il tonfo sordo e l' odore di polvere da sparo, si desta una Messina cronicamente distratta, assopita. È stato ucciso il Prof. Matteo Bottari. Ció che si scatenó da quel giorno é cronaca. La deflagrazione del "caso Messina", l’Università al centro dell'analisi della lente mediatica locale e nazionale, l'approdo della Commissione Antimafia in riva allo Stretto, la scoperta del "verminaio". Una Messina gettata nello sgomento, nella vergogna. Poco da lì in avanti il silenzio, l'oblio, forse l'omertà.15 gennaio 2014: a sedici anni di distanza da quel delitto, chi scrive é la gioventù che visse quei giorni, ed é anche la nuova generazione alla quale – malgrado la coltre di polvere che negli anni si é accumulata nella coscienza di chi ha visto – pare ancora di sentire l' eco di quegli spari sordi e di vivere il panico di chi ha scoperto la propria Messina violata. Siamo due mondi che si incontrano oggi nella voglia di sapere, nella più certa e assoluta determinazione di non voler restare soffocati dal cappio del silenzio. Quale futuro se non riusciamo a fare luce sulle ombre del nostro passato? E quindi domandiamo a noi stessi e alla cittadinanza: " Chi ha ucciso Matteo Bottari?.. Chi gli esecutori materiali, chi i mandanti? ….ma soprattutto: Perché? " Messina, e in particolar modo la nuova generazione merita delle risposte. É vero ciò che si é scoperto dell' infimo sistema di interessi che ruotava intorno all'Università? É vero che si trattò di delitto di 'ndrangheta? a sedici anni di distanza é doveroso che si faccia chiarezza su questa vicenda, è necessario andare fino in fondo ad una questione che per troppo tempo non ha trovato un perché, per non ricadere in una finta calma, nata dall’oblio: é giusto che noi nuovi messinesi sappiamo qual é l' eredità che ci é stata consegnata. le difficoltà che la nostra città sta incontrando in questo presente sono figlie purtroppo delle ombre di quel passato di cui l' omicidio Matteo Bottari costituisce il più triste emblema. Chi scrive non é solo una nuova generazione di Messinesi che nel 1998 varcava le soglie della scuola elementare, ma é anche quella generazione che con fierezza e amore ha SCELTO di rimanere. E allora questa lettera é prima di tutto diretta alla cittadinanza: mai più Matteo Bottari vuol dire mai più silenzi, mai più omertà, mai più strati di nebbia fitta a celare la verità. A tal proposito chiediamo, rivolgendoci alle nostre istituzioni universitarie, che venga intitolata un'aula al Prof. Matteo Bottari come presidio di memoria di fronte al frenetico flusso del tempo, affinché le nuove generazioni, i nuovi studenti e dunque la nuova classe dirigente messinese non volti piú, come é stato fatto finora, le spalle alla vista di un passato che forse sì vorremmo dimenticare.Cogliamo inoltre l' occasione per rivolgerci alla cittadinanza TUTTA ed in particolare al mondo universitario: studenti, docenti e personale tecnico amministrativo, e invitarla mercoledì 15 Gennaio alle ore 20, presso la sede del Vento dello Stretto, ad un incontro–dibattito per fare i conti col nostro passato: confrontarci su uno dei casi più controversi della storia recente messinese. A sedici anni dalla morte noi chiediamo che venga fatta chiarezza! Intanto è d' obbligo riunirci e discuterne: Per non dimenticare!Siamo una generazione che non può decidere di voltare le spalle al passato, dobbiamo affrontarlo perché solo conoscendolo possiamo comprendere e interpretare nel modo giusto il presente! Dal "verminaio" in poi altri scandali si sono susseguiti, è giusto quindi che guardiamo un attimo indietro! Quanti di noi possono dire di conoscere la vicenda? Quanti possono dire di non conoscerla affatto??Chi come noi ha voglia di sapere è invitato a partecipare!Di quei mesi noi portiamo ancora la rabbia ma anche il sogno che le cose possano cambiare…”

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