Ufficio stampa del Teatro Vittorio Emanuele: quando la rivoluzione usa vecchi metodi

Ufficio stampa del Teatro Vittorio Emanuele: quando la rivoluzione usa vecchi metodi

Rosaria Brancato

Ufficio stampa del Teatro Vittorio Emanuele: quando la rivoluzione usa vecchi metodi

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mercoledì 24 Settembre 2014 - 10:19

I vertici del Vittorio Emanuele sembra abbiano deciso di nominare l'ufficio stampa senza procedere con regolare selezione come previsto dalla legge 150. Immediata la protesta di sei giornalisti che hanno predisposto un appello per la trasparenza e l'applicazione delle regole. Alla fine la "rivoluzione" sta usando i vecchi sistemi.

Cambiare è una parola più facile a dirsi che a farsi. E il caso dell’ufficio stampa del Teatro Vittorio Emanuele, non ancora ufficializzato ma a quanto pare già ai nastri di partenza, è finito nella bufera.

L’Ente infatti, nonostante sia figlio della “sbandierata” rivoluzione dal basso, sembra abbia deciso di affidare gli incarichi relativi all’ufficio stampa senza alcuna selezione, scordandosi la legge 150 del 2000 che riguarda la comunicazione negli Enti pubblici che ormai per noi giornalisti è diventata una “leggenda metropolitana” perché 14 anni dopo l’emanazione è come se non fosse mai esistita.

Sei giornalisti hanno quindi predisposto un comunicato di protesta ed aperto un gruppo su Facebook contestando il metodo adottato dai vertici dell’Ente e chiedendo l’applicazione della legge 150 che prevede una selezione pubblica.

Il fatto che i vertici del Vittorio Emanuele abbiano pensato di non ricorrere ad un bando per l’ufficio stampa non ci stupisce, perché neanche per un attimo abbiamo pensato che la giunta Accorinti, quanto a consulenze ed incarichi, avrebbe cambiato sistema rispetto al passato. Fatto questo anche legittimo, ma non si capisce perché quando a nominare persone vicine a chi amministra sono stati quelli del passato allora era sbagliato, adesso che lo fanno regolarmente i nuovi eletti è giusto. Quindi non ci siamo stupiti quando sono stati nominati esperti e consulenti né in occasione di incarichi di vario genere. Del resto Maurizio Puglisi presidente è figlio della stessa logica, così come il sovrintendente Vittorio Saija ed i direttori artistici, scelte di grande spessore e competenza. Quel che infastidisce è il voler per forza convincerci del fatto che se questo metodo viene utilizzato da questa amministrazione è di per sé corretto, mentre questa tesi non vale per il passato. Che l’Ente voglia scegliersi l’ufficio stampa che gli aggrada senza procedere con una selezione, lo faccia pure, in barba alla legge 150 così come hanno fatto i predecessori, ma allora poi la si smetta di dire che “stiamo cambiando” e che questa è rivoluzione.

Ecco il documento firmato dai 6 giornalisti: Fabio Bonasera, Rosalba Garofalo, Palmira Mancuso, Marco Oliveri, Elisabetta Raffa e Patrizia Vita.

“La presentazione ufficiale della nuova stagione del Teatro Vittorio Emanuele di Messina ha visto l’invio nelle redazioni di comunicati stampa ancora senza firma. Una stagione ricca di buoni propositi e che punta sulla comunicazione. Gli abbonati avranno infatti l’opportunità di ricevere una rivista (in formato cartaceo), nella quale troveranno tutte le informazioni utili e le ultime notizie sugli attori che calcheranno le scene, sui laboratori in corso e su ogni altra iniziativa culturale dell’Ente Teatro.

Fin qui tutto potrebbe apparire normale. Ma non è così. L’ente sembrerebbe avere escluso il criterio di trasparenza, tanto sbandierato da questa amministrazione, proprio nell’ambito della comunicazione. Ė lecito infatti domandarsi se sia vero ciò che scrivono alcune testate. Ovvero, che sia la direzione della nuova rivista del Teatro, sia l’Ufficio Stampa, siano già stati assegnati e manchi solo l’ufficializzazione. Tutto ciò in assenza di un bando pubblico e senza permettere a nessun giornalista, che avesse avuto questa intenzione, di poter partecipare alla selezione.

Ricordiamo, infatti, che l’Ente Teatro Vittorio Emanuele è il più significativo ente pubblico di natura culturale del nostro territorio, nel cui tavolo decisionale siedono Regione, Provincia e Comune. Perché siamo costretti a ricordarlo? Perché quando si tratta di destinare soldi pubblici, bisogna attenersi a delle regole, che al momento non appaiono essere state rispettate.

Il caso è evidente. L’amministrazione dell’Ente, stante le evidenze, sta cercando di eludere la legge 150 del 2000 e di realizzare un ufficio stampa sotto mentite spoglie.

In particolare l’appello al buon senso, se ancora in tempo, deve riferirsi all’applicazione dell’articolo 9 che riguarda per l’appunto l’ufficio stampa. (1. Le amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, possono dotarsi, anche in forma associata, di un ufficio stampa, la cui attività è in via prioritaria indirizzata ai mezzi di informazione di massa. 2. Gli uffici stampa sono costituiti da personale iscritto all'albo nazionale dei giornalisti. Tale dotazione di personale è costituita da dipendenti delle amministrazioni pubbliche, anche in posizione di comando o fuori ruolo, o da personale estraneo alla pubblica amministrazione in possesso dei titoli individuati dal regolamento di cui all'articolo 5, utilizzato con le modalità di cui all'articolo 7, comma 6, del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, e successive modificazioni, nei limiti delle risorse disponibili nei bilanci di ciascuna amministrazione per le medesime finalità.

3. L'ufficio stampa è diretto da un coordinatore, che assume la qualifica di capo ufficio stampa, il quale, sulla base delle direttive impartite dall'organo di vertice dell'amministrazione, cura i collegamenti con gli organi di informazione, assicurando il massimo grado di trasparenza, chiarezza e tempestività delle comunicazioni da fornire nelle materie di interesse dell'amministrazione.

4. I coordinatori e i componenti dell'ufficio stampa non possono esercitare, per tutta la durata dei relativi incarichi, attività professionali nei settori radiotelevisivo, del giornalismo, della stampa e delle relazioni pubbliche. Eventuali deroghe possono essere previste dalla contrattazione collettiva di cui al comma 5.

5. Negli uffici stampa l'individuazione e la regolamentazione dei profili professionali sono affidate alla contrattazione collettiva nell'ambito di una speciale area di contrattazione, con l'intervento delle organizzazioni rappresentative della categoria dei giornalisti. Dall'attuazione del presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
)

Senza alcun tipo di bando, senza aver coinvolto lo stesso Ordine dei Giornalisti, il “nuovo corso” parte nel peggiore dei modi. E non ce ne vogliano i colleghi coinvolti, che magari sarebbero anche più capaci di altri nel vincere una gara, nel proporre un progetto. Ma non possiamo far passare sotto silenzio un modus operandi che rappresenta il cancro della società: la gestione del potere ad personam cozza contro le dichiarazioni di principio di quella che si propone come nuova e migliore classe politica, libera e centrata sul merito. Non è un problema di persone. Ė un problema di metodo, di regole, di trasparenza.

Per aderire al gruppo Giornalisti per la Legge 150 del 2000: https://www.facebook.com/groups/1488855111373462/

La redazione di Tempostretto si unisce alla battaglia dei colleghi, nella speranza e con l’augurio che il termine “cambiare” diventi un’azione e non un modo di dire.

Rosaria Brancato

18 commenti

  1. Beghe di casta.
    George

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  2. Beghe di casta.
    George

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  3. Mariedit apprezza molto questo tipo di cambiamento.
    Non le resta che scrivere quattro numeri senza nesso ed i suoi teoremi troveranno immediatamente conferma dei successi di questa giunta.

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  4. Mariedit apprezza molto questo tipo di cambiamento.
    Non le resta che scrivere quattro numeri senza nesso ed i suoi teoremi troveranno immediatamente conferma dei successi di questa giunta.

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  5. lui si interessa solo di dare numeri per la monnezza il resto va bene .Consula commu a vuoi se cucuzza E’-altro che tibetani ora ci sono gli estremistri islamici.

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  7. beh. la questione sull’ufficio stampa ovviamente, per chi non è direttamente interessato, appare essere di secondaria importanza, ma come giustamente sostenuto da chi ha scritto la lettera quello che preoccupa è il metodo non la questione specifica.
    da tempo sostengo che quellichecisonoadesso sono peggio (molto) di quellicheceranoprima perché uniscono scarsa competenza, presunzione, malcelata arroganza, improvvisazione. inoltre non sono poi così convinto dell’onestà… di certo quella intellettuale sta a zero.

    potrei continuare, ma sarebbe l’ennesimo lamento.

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  8. beh. la questione sull’ufficio stampa ovviamente, per chi non è direttamente interessato, appare essere di secondaria importanza, ma come giustamente sostenuto da chi ha scritto la lettera quello che preoccupa è il metodo non la questione specifica.
    da tempo sostengo che quellichecisonoadesso sono peggio (molto) di quellicheceranoprima perché uniscono scarsa competenza, presunzione, malcelata arroganza, improvvisazione. inoltre non sono poi così convinto dell’onestà… di certo quella intellettuale sta a zero.

    potrei continuare, ma sarebbe l’ennesimo lamento.

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  9. siamo sempre alle solite:il re non fa corna, meditate sudditi

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  10. siamo sempre alle solite:il re non fa corna, meditate sudditi

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  11. Lei pensa che gli amici di Buzzy e Francantonio siano uguali a quelli del tibetano? Io non lo credo proprio.
    Quelli imponevano Renatino si consulta con il suo amico Nicky.
    Le pare la stessa cosa?

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  12. Lei pensa che gli amici di Buzzy e Francantonio siano uguali a quelli del tibetano? Io non lo credo proprio.
    Quelli imponevano Renatino si consulta con il suo amico Nicky.
    Le pare la stessa cosa?

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  13. Quello che stupisce è che vi state preoccupando dell’ufficio stampa e non del fatto che si stia trasformando uno storico teatro lirico in teatro di prosa , facendo fuori maestranze ed orchestrali che ci hanno lavorato per decenni DA PRECARI ; è questo il vero scandalo !!! Ma,come sempre “Cicero pro domo sua”….

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  14. Quello che stupisce è che vi state preoccupando dell’ufficio stampa e non del fatto che si stia trasformando uno storico teatro lirico in teatro di prosa , facendo fuori maestranze ed orchestrali che ci hanno lavorato per decenni DA PRECARI ; è questo il vero scandalo !!! Ma,come sempre “Cicero pro domo sua”….

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  15. Questa volta la casta si spacca ed invece di rinchiudersi nel guscio a protezione della “lobby”, manifesta tutto il suo risentimento per una scelta autocratica ed illegittima.
    La vicenda del giornalista dell’iacp finita con la condanna per i dirigenti ed il commissario per danno erariale non ha insegnato nulla, anche se, in quel caso, nessun giornalista rivendicò il diritto ad essere selezionato, come successo ora.
    La trasparenza e la legalità vengono richieste a singhiozzo.
    Strano, ma vero!

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  16. Questa volta la casta si spacca ed invece di rinchiudersi nel guscio a protezione della “lobby”, manifesta tutto il suo risentimento per una scelta autocratica ed illegittima.
    La vicenda del giornalista dell’iacp finita con la condanna per i dirigenti ed il commissario per danno erariale non ha insegnato nulla, anche se, in quel caso, nessun giornalista rivendicò il diritto ad essere selezionato, come successo ora.
    La trasparenza e la legalità vengono richieste a singhiozzo.
    Strano, ma vero!

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  17. E infatti,ci sono in ballo questioni di “metodo” e “merito” che vanno ben oltre la semplice elezione del capo ufficio stampa dell’ente teatro e sono relative alla sorte di decine di lavoratori sfruttati per decenni ed adesso gettati nell’immondizia perché “l’esperto” di turno ha deciso ,in barba a tutti, di cambiare la naturale destinazione della struttura ; ma finiamola, per piacere !!!

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  18. E infatti,ci sono in ballo questioni di “metodo” e “merito” che vanno ben oltre la semplice elezione del capo ufficio stampa dell’ente teatro e sono relative alla sorte di decine di lavoratori sfruttati per decenni ed adesso gettati nell’immondizia perché “l’esperto” di turno ha deciso ,in barba a tutti, di cambiare la naturale destinazione della struttura ; ma finiamola, per piacere !!!

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