Poco sale ma iodato. La campagna di sensibilizzazione del Policlinico

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martedì 19 Maggio 2015 - 11:27

Nella provincia di Messina le zone in cui si registra una mancanza iodica persistente sono quelle distribuite nell’ampia area dei monti Nebrodi ed in particolare: Tortorici, Castell’Umberto, Mistretta, Galati Mamertino e San Salvatore di Fitalia

Sette giorni per puntare i riflettori sull’importanza del sale iodato per prevenire le malattie della tiroide nei bambini. In occasione della settimana mondiale della tiroide – celebrata in tutta Italia dal 18 al 25 maggio – l’Unità operativa complessa di pediatria del Policlinico G. Martino, diretta dal prof. Filippo De Luca, ha avviato una campagna di informazione per coinvolgere l’opinione pubblica e sensibilizzare i pediatri di base su questo argomento. Il centro hub del policlinico universitario è punto di riferimento regionale per l’assistenza ai bambini con patologie tiroidee. Secondo una indagine dell’Istituto Superiore di Sanità solo il 23% dei medici conosce la legge numero 55 del 2005, la normativa con la quale il ministero della salute ha voluto incentivare il consumo di sale iodato in tutta la popolazione nazionale.

Lo slogan scelto quest’anno è: “Poco sale ma iodato: la prevenzione delle malattie tiroidee si fa mangiando sano”. L’obiettivo è quello di alimentare una maggiore consapevolezza nell’opinione pubblica e nel mondo scientifico rispetto ai crescenti problemi legati alle malattie della tiroide, con particolare riguardo all’azione preventiva della iodoprofilassi. Il sale iodato aggiunge solamente iodio all’alimentazione e ne integra la carenza; non è un farmaco e non ha, quindi, effetti collaterali.

Il sud continua ad essere tra le aree che più continuano a registrare carenze in quest’ ambito; nella provincia di Messina le zone in cui si registra una mancanza iodica persistente sono quelle distribuite nell’ampia area dei monti Nebrodi ed in particolare: Tortorici, Castell’Umberto, Mistretta, Galati Mamertino e San Salvatore di Fitalia.
“In questi territori – spiega il Prof. De Luca – è auspicabile una iodoprofilassi silente, che può essere realizzata favorendo l’assunzione, da parte dei gestanti e dei bambini, di cibi ricchi di iodio, quali pesci, crostacei, uova, latte e carne”.

L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda un apporto giornaliero di iodio pari a 150 µg. Per i bimbi fino a sei anni questo fabbisogno scende a 90 µg al giorno; 120 al giorno per i bambini in età scolare (7-12 anni). Durante la gravidanza il fabbisogno di iodio aumenta ed è pari a 250-300 µg al giorno. Il contenuto di questo micronutriente essenziale è estremamente variabile nei diversi alimenti; le concentrazioni più elevate si hanno nei crostacei e nel pesce di mare.

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