Aumento oneri concessori. Nuova interrogazione ad Accorinti e De Cola

Aumento oneri concessori. Nuova interrogazione ad Accorinti e De Cola

Sara Faraci

Aumento oneri concessori. Nuova interrogazione ad Accorinti e De Cola

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venerdì 27 Settembre 2013 - 08:44

E' ancora protesta per l'impennata degli oneri concessori, portato della precedente amministrazione straordinaria. I consiglieri comunali Cardile, Santalco, Cantali e Vaccarino interrogano sindaco e assessorato comunale all'urbanistica

Sono trascorsi sei mesi dall’aggiornamento degli oneri concessori. Sei mesi dall’emanazione – ad opera dell’allora commissario straordinario, Luigi Croce – della delibera che ha impresso una drastica lievitazione di oneri di urbanizzazione e di costruzione. Più 15% per questi ultimi, addirittura più 300% per i primi. Un aggiornamento in continua rimodulazione, che ha portato – tra il 1998 e il 2012 – a un’esponenziale crescita dei due contributi previsti dalla legge Bucalossi, facendo registrare un impennata rispettivamente dell’1% e del 3%.

Ennesimo effetto scomodo della crisi. Dilagante. Imperversante. Che non risparmia niente e nessuno. Neppure il settore edile, sul quale si è lanciata come una meteora in caduta libera, determinando quello che – secondo taluni – sarà un impatto davvero devastante. E, infatti, a fronte di un patologico rallentamento delle compravendite nel settore, senz’altro addebitabile al generale disfacimento economico del paese, si registrerebbe anche un languire delle attività in questione dovute proprio all’impennata dei prezzi che i cittadini e le imprese devono sopportare.

A ciò, si aggiungerebbe, infine, un pericoloso decremento dei livelli occupazionali di tutti gli operatori gravitanti intorno al mondo dell’edilizia, altra realtà difficilmente trascurabile date le già stringenti compressioni a cui i cittadini soggiacciono a causa delle recenti manovre “lacrime e sangue” varate a livello nazionale per salvare l’economia del paese.

La denuncia giunge dai consiglieri comunali Claudio Cardile, Giuseppe Santalco, Carlo Cantali e Benedetto Vaccarino, che, in merito, hanno ritenuto di dovere interrogare i vertici di palazzo Zanca e dell’amministrazione preposta alla vigilanza nel settore. La proposta risolutiva, avanzata poi dagli esponenti del gruppo consiliare “Felice per Messina”, mira a rimuovere definitivamente la delibera incriminata, rea di aver tentato di rimpinguare le casse comunali a discapito di una delle attività più produttive di Messina, finendo con il peggiorare le condizioni economiche della città piuttosto che risanarle come sperato.

Benchè le originarie intenzioni del provvedimento fossero probabilmente più che nobili, gli effetti sortiti non lasciano altrettanto ben sperare sulla fruttuosa riuscita della decisione normativa – spiegano i consiglieri nella loro comunicazione a sindaco e assessorato all’urbanistica – decisione più saggia sarebbe – secondo gli stessi – promuovere un tavolo tecnico che sopperisca al ritiro immediato della delibera dello scorso marzo, cercando di giungere a un bilanciamento dei differenti interessi in campo, senza trascurare l’interpello di organi professionali e associazioni di categoria.

In altre parole, i quattro membri del consiglio comunale, auspicano la formazione di chiare linee guida che si adeguino alle esigenze della città piuttosto che andarvi contro, adoperandosi fattivamente per il risollevamento della stessa, senza trasformarsi in incaute risoluzioni passibili di accentuare il rischio di default.

A sorreggere le recriminazioni messe nero su bianco dagli esponenti consiliari, l’avallo anche di altre voci in campo, tra le quali quella dei grillini che da tempo sollecitano differenziazioni di imposta in ossequio a una politica di recupero abitativo nel territorio locale. Sarebbe opportuno – sostengono gli esponenti del movimento cinque stelle – ridurre la pressione fiscale nei confronti degli interventi di ristrutturazione edilizia e sostituzione del preesistente tessuto, di modo da facilitare uno svecchiamento e una trasfigurazione in chiave moderna del volto cittadino.

Del resto, agli appelli provenienti dalle varie forze politiche, non manca di aggiungersi il sempre temuto confronto con altre realtà. Senza puntare lo sguardo troppo lontano, basti focalizzare l’attenzione sulle vicine Catania e Palermo, rispetto alle quali Messina agguanta il primato del carico di tassazione nel settore, maggiore di circa un triplo dell’importo degli oneri concessori, il tutto a fronte di una progressiva diminuzione del valore degli immobili.

L’ennesimo nodo gordiano che ancora una volta impone alla neonata amministrazione un’attenta valutazione e una saggia conciliazione delle forze in gioco. (Sara Faraci)

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