Il presidente arriva in sala stampa al termine di Messina-Paganese per chiedere che la si smetta di associare continuamente il nome della squadra a quello delle scommesse. E poi si lamenta anche degli arbitri, che avrebbero più volte danneggiato la squadra
Una presenza insolita in sala stampa, quella del presidente Natale Stracuzzi. Si sofferma su due aspetti: le continue voci sulle scommesse per le partite che riguardano il Messina e gli arbitraggi. “Si deve smettere di puntare il dito sul Messina – tuona -, la nostra società ha alti valori morali e s’impegna nel sociale. Ovviamente posso garantire solo per me ma frequentando sempre i giocatori posso dire che sono ragazzi integri. Non accetto più che Federbet o chiunque altro faccia pressioni mediatiche e psicologiche sulla nostra squadra. I ragazzi vanno in campo spaventati di commettere errori e non possono rendere al 100 %. Oggi sono stati comunque eccellenti ma c’era almeno un altro rigore ed è inaccettabile. Voglio parlare col presidente della Lega Pro, Gravina, che è una persona eccezionale ed anche col designatore degli arbitri perché sta mancando equità. Abbiamo subìto errori arbitrali anche a Lecce, Caserta e Cosenza, dove l’arbitro non ci ha pensato un attimo a lasciarci in dieci dopo pochi minuti. Non ci stiamo più, perdurando questa situazione ritireremo la squadra dal campionato”.
Poi torna sulle scommesse: “Non so quali interessi o cos’abbia contro di noi Federbet. Dicono che ci sono state troppe puntate sul pareggio ma cosa volete che si punti per una partita tra due squadre che hanno la stessa classifica? Chiediamo il favore di escludere il Messina dalle giocate e di lasciarci lavorare in pace. Probabilmente diamo fastidio a qualcuno, siamo tartassati, è ora di smetterla. Vogliamo portare il Messina nelle categorie che merita e il settimo posto è segno che stiamo lavorando bene. L’anno scorso la squadra ha fatto 34 punti, adesso siamo a 30 e mancano ancora 12 partite. Siamo nati dal nulla, abbiamo tolto le macerie e stiamo costruendo, non è facile. Nessuno può parlare male di una società e di calciatori che stanno dando tutto”.
