Sfratti in aumento ed emergenza abitativa: "A Messina il dramma si tocca con mano"

Sfratti in aumento ed emergenza abitativa: “A Messina il dramma si tocca con mano”

Giuseppe Fontana

Sfratti in aumento ed emergenza abitativa: “A Messina il dramma si tocca con mano”

giovedì 13 Novembre 2025 - 13:45

Presidio davanti all'ex hotel Riviera di Unione Inquilini, Sunia e Udu: "La crisi colpisce migliaia di famiglie. Sfratti aumentati del 13,77% in un anno"

MESSINA – Diversi rappresentanti delle sezioni messinesi di Unione Inquilini, Sunia (Sindacato unitario nazionale inquilini e assegnatari) e Udu (Unione degli Universitari) si sono ritrovati in mattinata davanti all’ex hotel Riviera. Il presidio è stato organizzato in occasione della Giornata “Sfratti Zero” per denunciare “l’aggravarsi di una crisi abitativa che colpisce migliaia di famiglie, studenti e lavoratori”.

Le tre organizzazioni hanno analizzato la situazione sottolineando come nel 2024 gli sfratti siano “aumentati del 13,77% rispetto all’anno precedente, con 190 provvedimenti e 73 esecuzioni forzate. Nel 90% dei casi la causa è la morosità, segno di un impoverimento crescete delle famiglie messinesi”. Un problema ad ampio raggio, che abbraccia anche gli studenti: “A fronte di 10mila studenti fuori sede i posti letto pubblici sono appena 300”. Udu, Sunia e Unione Inquilini, però, hanno anche attaccato nuovamente il progetto dei tre studentati Zanklon, sia per i prezzi elevati con una media di 650 euro al mese d’affitto per le stanze, sia per il vincolo di 12 anni.

E inoltre le tre sigle hanno parlato di “oltre 1.600 famiglie che vivono ancora nelle baraccopoli, in condizioni inaccettabili per una città europea nel 2025. Il risanamento procede a rilento, mentre i nuovi progetti rischiano di sostituire il disagio con la speculazione. Le giovani coppie non riescono a trovare una casa a prezzi accessibili e il diritto all’abitare si trasforma sempre più in un privilegio riservato a pochi. A peggiorare il quadro il decreto presentato in Senato da Fratelli d’Italia, che affida a un’agenzia amministrativa il potere di disporre gli sfratti senza passare dal giudice: un provvedimento dai profili incostituzionali e socialmente devastante, che rischia di cancellare ogni garanzia per gli inquilini”.

L’appello è di favorire “la casa pubblica” e non “il profitto privato”, attraverso “alloggi popolari e studenteschi accessibili, recuperando gli immobili abbandonati e restituendoli alla collettività”. Ma anche un “Risanamento vero delle baraccopoli: tempi certi, trasparenza e partecipazione dei cittadini; Affitti sostenibili: reintrodurre il fondo per la morosità incolpevole e potenziare i contratti a canone concordato; Stop alla speculazione sui fondi pubblici e controllo reale sugli investimenti PNRR. La casa è un diritto, non un lusso, Messina non può diventare una città in cui solo i ricchi possono permettersi un tetto”.

Currò: “Il dramma a Messina si tocca con mano”

Antonio Currò di Unione Inquilini ha raccontato: “A Messina hanno partecipato 1.300 famiglie per l’ultimo bando di casa popolare. Altre 1.600 sono nelle baracche e ancora altre zone vanno censite. Il dramma in città si tocca con mano. Ci sono salari bassi, redditi bassi, il tasso di disoccupazione è molto alta. Il 90% degli sfratti è per morosità. Ma c’è anche chi non vuole affittare per una questione di garanzie, perché ritengono che le famiglie numerose o con portatori di handicap siano problematiche per eventuali sfratti”.

E ha proseguito: “Ma non affittano nemmeno a immigrati o a chi ha animali. Molti affittano agli studenti alzando i prezzi. Ci sono circa 20mila alloggi sfitti. È vero che sia la Patrimonio spa sia il Commissario al Risanamento hanno fatto una ricognizione per acquistarne, ma ce ne sono ancora tante. E ci sono anche tante strutture pubbliche chiuse, dall’hotel Riviera alla Casa dello Studente e al Residence Gravitelli. Soltanto 300 posti letto sono pochi”.

Currò ha poi attaccato sul caso Zanklon: “Quante cose si potrebbero fare con 37 milioni di euro? Si costruiranno strutture mostruose come quella di 12 piani all’Archimede. E i prezzi saranno deliranti, in media 650 euro a stanza. Ci sarà una fetta di studenti che dovrebbe pagare anche fino a 680 euro, una cifra irricevibile anche con altri servizi. È abnorme. E parliamo sempre di una convenzione che durerà 12 anni”.

Sunia: “Tema abitativo complesso”

Claudio Vallone, segretario provinciale di Sunia Messina, ha aggiunto che “nonostante i tentativi di politiche abitative che volgono lo sguardo anche agli studenti ci troviamo ancora con fabbricati chiusi. Questo ci impedisce di mettere a regime soluzioni per i tanti universitari fuori sede che non possono accedere ad alloggi a prezzi ragionevoli”. E ancora: “Il tema abitativo è complesso e multifattoriale. I numeri ci danno un risultato: Messina ha avuto un incremento del numero di sfratti e ora è sopra al 13%”.

“La nostra provincia – ha proseguito è capofila in un dato negativo perché oggi abbiamo un ceto medio che non riesce più a sostenere un affitto e gli studente che fanno fatica, dovendosi districare tra alloggi costosi e mercato nero. Abbiamo anche il tema di Risanamento che non ci sta dando le risposte che ci aspettavamo. Noi abbiamo sempre invocato e chiesto la creazione di un Osservatorio sulla casa con istituzioni ed enti. Senza questo tavolo non si può avere un focus reale su questa realtà. Spendere i soldi di Pnrr o Pinqua non può essere una soluzione, la crisi si sta aggravando”.

E Vallone ha poi parlato del Ponte sullo Stretto: “Si è pensato a indennizzi per gli espropriandi, ma questi nuclei familiari avranno bisogno di alloggi che non ci sono. Il censimento degli immobili sfitti a Messina ancora manca. Serve un dialogo attivo con noi da parte dell’amministrazione comunale. Bisogna aumentare le politiche abitative, per non versare nello stato in cui versa Messina attualmente”.

Udu contro gli studentati Zanklon

E infine Emanuele Carlo, rappresentante di Udu, che alla vigilia del corteo del 14 novembre si è focalizzato anche sugli studentati: “Ci sono circa 400 posti letto a fronte di 10mila studenti fuori sede che studiano qui a Messina. È una situazione disastrosa, in cui non viene rispettato il diritto all’abitare. A questo si aggiunge il progetto dei tre studentati. Da anni chiediamo che Unime, Ersu e Comune parlino per una soluzione aderente alle esigenze degli studenti e delle studentesse, senza speculare. Questi progetti invece prevedono cifre di 650 euro come canone di una stanza. Il costo attuale di una stanza singola in città è mediamente di 270 euro. Nonostante il caro affitti la cifra è abbordabile”.

Carlo ha poi concluso: “Chiediamo di essere ascoltati dal Consiglio comunale, ma anche la rettrice Giovanna Spatari potrebbe farsi carico di dialogare con i rappresentanti degli studenti e portare le nostre istanze. Qualora non dovesse accadere continueremo a lavorare al fianco degli studenti e saremo presenti nelle piazze, come domani in corteo con le scuole. L’esigenza è che venga tutelato ogni studente”.

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2 commenti

  1. Messina è una città dove l’usura la fa da padrona,il lavoro manca,le case abbondano come i negozi sfitti,che nessuno chiede.Chi vuol fare impresa,oppure abitare,vengono fatti oggetto di richieste esose.Eppure l’articolo mette in evidenza un dato in controdendenza.Aumenano gli sfratti,e ciò significa che la magistratura è sollecita.Basterebbe poco per capire che è meglio preferire canoni bassi,piuttosto che pagare Imu a vuoto,o Irpef salata.Ma il messinese preferisce fare il furbo.Non affitta e neppure vende se non a prezzi proibitivi.Aspetta anni e poi è costretto a vendere al prezzo di anni precedenti.Nel frattempo paga Imu,condominio,servizi.Caso unico: il messinese è proprio uno che non sa fare i conti.

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  2. Ma dai…! Andranno ad abitare nell’ “I-Hub” !

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