Liste Pd, si tratta a oltranza sul no ai "nominati"

Liste Pd, si tratta a oltranza sul no ai “nominati”

Rosaria Brancato

Liste Pd, si tratta a oltranza sul no ai “nominati”

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domenica 06 Gennaio 2013 - 15:42

La direzione regionale del Pd ha dato mandato al segretario regionale Lupo di trattare ad oltranza sul no ai nomi "paracadutati" in lista dall'alto. Gli esterni devono essere meno di 11, devono essere di alto profilo e aver preso parte alle primarie. Niente candidati "blindati"

Sui posti paracadutati dall’alto nel Pd si tratta ancora fino a martedì. Il partito siciliano intende tenere duro sul “no” agli 11 candidati blindati che, stando al regolamento, paradossalmente votato anche dai delegati dell’isola, finirebbero con il vanificare il senso delle primarie ed i risultati registrati anche da chi, pur bocciato, si è comunque messo in gioco nel territorio. Il segretario regionale Giuseppe Lupo anche nella direzione regionale di oggi a Palermo ha ribadito la sua posizione, espressa ieri a Roma e che tende a far abbassare il numero dei nominati da 11 a 5, anche per evitare quanto accaduto nel 2008, quando i catapultati dall’alto finirono con l’essere eletti a scapito dei siciliani. Ed una volta conquistato il seggio in Parlamento con il voto siciliano nessuno li ha più visti. La direzione regionale di venerdì aveva dato mandato a Lupo di mantenere ferma la posizione siciliana, con la possibilità di avere Bersani capolista in uno solo dei due collegi in modo da liberare il suo posto a urne chiuse. I malumori sono troppi, risultano indigesti i nomi di quanti, senza passare dalle primarie e senza nessun collegamento col territorio, “rischiano” di finire ai primi posti, da Fioroni a Zoggia, passando per Vizzini. E’ chiaro che in Sicilia si tenta di portare acqua al mulino dei “bocciati” come Sergio D’Antoni, ma il principio mira comunque a tutelare la “dignità delle primarie”. Se alla fine Bersani decide chi deve essere eletto in Sicilia andare alle urne il 30 dicembre è stata solo una farsa.

Anche oggi quindi la direzione regionale del Pd ha approvato la relazione del segretario Lupo sulle candidature esterne, dandogli più o meno lo stesso mandato di venerdì da portare in sede di Commissione nazionale per le candidature.

I punti irrinunciabili sono: il numero effettivo delle candidature esterne deve essere inferiore a quello delle liste del 2008, tenendo conto anche dei capilista; le candidature esterne devono essere di alto profilo competitivo e non potranno riguardare quanti non abbiano partecipato alle primarie. Infine le liste saranno formulate rispettando il regolamento nazionale delle primarie.

La definizione degli apparentamenti al Senato dovra' essere coerente
con l'intesa complessiva per la formazione delle liste. Quest’ultimo punto riguarda in particolare le mosse del presidente della Regione Crocetta che con il suo movimento Il Megafono è alle prese con una lista per il Senato e sta pensando anche alla Camera. In particolare il capolista al Senato dovrebbe essere Beppe Lumia, fatto questo che non è molto gradito in casa Pd. Sia Lumia che Crocetta erano presenti alla riunione anche per cercare di trovare una soluzione alla vicenda.

Tempi strettissimi dunque perché Bersani ha annunciato di voler chiudere con le liste martedì 8 gennaio, nonostante le proteste e i malumori nelle ultime ore riguardino più settori, da Regioni come la Sicilia che chiedono più libertà di scelta, ai renziani ed ai montiani.

Tutti d’accordo quindi con la relazione di Lupo, che tratterà ad oltranza.
Rosaria Brancato

4 commenti

  1. Ma perchè non comprendiamo che abbiamo il coltello dalla parte del manico? Li candidano? e noi non li votiamo, semplice. Se votiamo il partito li favoriamo? ancora più semplice, non votiamo neanche il partito… così li azzeriamo e ricominciamo ad avere lasovranità del voto.

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  2. puzza di bruciato 7 Gennaio 2013 08:58

    Possibile che ci si impantana in una situazione del genere quando gli altri schieramenti politici hanno già candidati e programmi pronti…. e se non sono pronti i programmi in una nottata ci si mette d’accordo… solo il pd vuole fare le cose in modo democratico e poi, come gli altri partiti, l’ultima parola spetta sempre ai “vecchi”… così non si va da nessuna parte…

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  3. Il comportamento di Bersani è un esempio di democrazia, che gli è propria dati i suoi trascorsi politici.
    Ha compiuto la farsa delle primarie parlamentari.
    Adesso non sarà necessario tenerne conto, perchè lui ha già pronto l’elenco dei candidati da imporre.
    Bravissimo il segretario e polli quelli che hanno fornito la monetona per ridere.

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  4. Così fai incavolare anche Genevose.

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