Incendio alla raffineria, si indaga sulla manutenzione. Sotto la lente anche il rischio inquinamento

Incendio alla raffineria, si indaga sulla manutenzione. Sotto la lente anche il rischio inquinamento

Alessandra Serio

Incendio alla raffineria, si indaga sulla manutenzione. Sotto la lente anche il rischio inquinamento

Tag:

sabato 27 Settembre 2014 - 22:18

Al vaglio le cause dell'incendio e del guasto al serbatoio, che ai rilievi precedenti non aveva mostrato problemi. Sequestrata l'intera area per consentire i rilievi scientifici, che andranno avanti anche oggi. Ancora nessun indagato. Il Ministro della Salute ha chiesto ai Nas una dettagliata relazione.

E’ ad ampio raggio l’inchiesta della Procura di Barcellona sull’incendio avvenuto nella notte tra venerdì e sabato alla Raffineria di Milazzo. Il sostituto procuratore Francesco Massara già ieri mattina ha cominciato a lavorare, e dopo aver affidato ai Carabinieri il compito di porre i sigilli all’impianto “incriminato”, compresa tutta l’area limitrofa, ha chiesto ai militari di tornare nell’impianto anche nel pomeriggio, per eseguire tutti i rilievi necessari e sentire gli stessi vertici della RAM. Lo stesso Massara in giornata si è recato a Milazzo, all’interno degli impianti, per rendersi conto di persona di quel che era accaduto in nottata e di come si stessero svolgendo le operazioni di messa in sicurezza del serbatoio. Proprio la tenuta complessiva del serbatoio TK513 è stata per molte ore la preoccupazione di tutti, ma non appena le fiamme si sono esaurite è apparso abbastanza chiaro che i problemi si erano verificati soltanto al galleggiante e la struttura complessiva era in buono stato. Nessun pericolo di perdite o di collasso, quindi. In giornata ha effettuato un approfondito sopralluogo anche il personale della Guardia Costiera. Al vaglio c’è infatti anche il più generale impianto di sicurezza della Raffineria.

Tre gli aspetti che l’inchiesta dovrà chiarire: le cause e la natura dell’incidente che ha provocato l’incendio, e non è affatto scontato che si tratti di un problema tecnico. Poi il funzionamento delle dotazioni di sicurezza complessive, così come lo stato di manutenzione dei serbatoi e della RAM. Al momento dell’incendio, all’interno dell’area si stava effettuando una operazione di routine, cioè il trasbordo del materiale da un serbatoio ad un altro. Da qui discende infine il profilo più importante, quello che più di tutti preoccupa i cittadini della zona: la portata tossica dei fumi sprigionati dalle fiamme.

Al momento l’inchiesta, contro ignoti, ipotizza il solo reato di incendio. Per valutare eventuali profili, come quelli legati alle conseguenze sull’ambiente, Massara attende gli esiti dei primi rilievi scientifici, effettuati già ieri. E’ stato prelevato infatti sia un campione del materiale presente all’interno del serbatoio, la virgin naptha, un semi lavorato, così come sono stati monitorati sia i livelli di emissione in atmosfera che la ricaduta sul terreno delle polveri. Il vento in giornata ha spirato verso nord, al largo, limitando quindi le conseguenze di questo ultimo fenomeno. Quanto era tossica la nube, però, è un compito che soltanto i consulenti scientifici riusciranno a chiarire.

Il punto di partenza dell’indagine è però, come detto, individuare l’esatta causa dell’incidente: perché il galleggiante si è inclinato più del dovuto, se c’è stato un difetto di manutenzione o se ci sono state manomissioni, e se qualche altro comportamento omissivo ha dopo contribuito a scatenare l’incendio. In questo senso si cerca anche di capire se ci sono correlazioni tra le fiamme al serbatoio e l’incendio segnalato nel primo pomeriggio di venerdì ed attribuito ad un rogo di rifiuti, in un’area di stoccaggio poco lontana. Nel mirino, quindi la manutenzione dell’impianto e le procedure di sicurezza adottate. Il sistema anti incendio ha certamente funzionato, visto che il combustibile ha continuato a bruciare ininterrottamente per dieci ore in totale sicurezza. Da verificare se è vero che sono state effettuate segnalazioni nella serata precedente, ed a quale autorità, e come ha funzionato il protocollo di comunicazione.

Parallelamente alla magistratura, la Regione ha avviato una inchiesta e anche la stessa Raffineria ha attivato una indagine interna.

Anche il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, vuole avere il quadro completo della situazione e già ieri ha chiesto ai Nas una dettagliata relazione.

Alessandra Serio

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Premi qui per commentare
o leggere i commenti
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Salita Villa Contino 15 - 98124 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007

Questo sito è associato alla

badge_FED