Smart working, secondo round De Luca-Fucile su La7: "Istigatore", "Odiatore"

Smart working, secondo round De Luca-Fucile su La7: “Istigatore”, “Odiatore”

Rosaria Brancato

Smart working, secondo round De Luca-Fucile su La7: “Istigatore”, “Odiatore”

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lunedì 12 Ottobre 2020 - 08:58

Il sindaco e il sindacalista se le sono cantate anche nella puntata di ieri di "Non è l'Arena", ospiti di Massimo Giletti

Il secondo round sullo smart working tra il sindaco De Luca e il sindacalista Fucile andato in onda su La7 ieri sera non è stato “scoppiettante” come il primo. Ospiti in studio da Massimo Giletti a “Non è l’Arena” il primo cittadino e il segretario della Funzione pubblica Cgil sono sicuramente rimasti “schiacciati” dagli argomenti della puntata: il caso Inps (l’ex presidente Mastropasqua) e l’intervista con Buzzi nell’ambito del processo Mafia Capitale.

Una polemica nazionale

La polemica sui numeri dello smart working e sugli impiegati che approfittano del lavoro agile per non fare granchè è ormai tema nazionale, come evidenziato in studio con esempi concreti. Il vero nocciolo della questione che nell’Italia non digitalizzata anche chi, nel settore pubblico, è armato di buona volontà per far smart working non è materialmente in grado di operare. Detto questo De Luca e Fucile se le sono cantate, con alle spalle un folcloristico scenario.

Ferie più smart working

I riflettori sono stati accesi più che sullo smart working in sé su quanto accaduto ad agosto quando al numero dei dipendenti a casa per lavoro agile si sono aggiunti (più di 800 nell’arco del mese) i numeri di chi era in ferie. In sintesi su 1.200 dipendenti, compresi i vigili urbani, era già tanto se ad agosto incontravi per caso a Palazzo Zanca qualcuno in presenza fisica. Fucile ha provato a difendere la tesi dei sindacati, spiegando che gli 800 in ferie che vanno ad aggiungersi ai 200 in smart working in realtà non sono mai stati in contemporanea e che al massimo son potuti accadere casi di 400 persone assenti fisicamente in un solo giorno. Ha poi ribadito che comunque Palazzo Zanca non ha fatto nulla sul fronte interventi per la sicurezza. Infine, sempre per voce del sindacalista della Fp Cgil, non è affatto vero che per una carta d’identità o altri certificati ci siano stati problemi al Comune legati alla scarsa presenza fisica dei dipendenti.

“Odiatore”, “Istigatore”

Tu sei un odiatore” ha ripetuto Fucile al sindaco che dal canto suo replicava: “E tu sei un istigatore come altri tuoi colleghi sindacalisti”. Insomma in scena è andato lo scontro sugli stereotipi del dipendente pubblico, acuiti in fase di lockdown e che sono una patologia ormai nazionale. Se Musumeci ha detto “l’80% dei dipendenti della Regione non fa nulla” e il sindaco di Milano Sala ha lanciato strali contro lo smart working divenuto alibi, è chiaro che da nord a sud un problema c’è. Ed è un problema di coscienza e non solo strutturale. Probabilmente è su questo secondo problema che i sindacati dovrebbero impegnarsi.

Il problema c’è

I privati sono in grado di sostenere lo smart working perché hanno investito in prima persona. Un dipendente privato non si sognerebbe mai di accendere il pc e poi non fare nulla. Il problema è che se accendi il pc dell’ente pubblico ma non è collegato con nulla perché nulla è digitalizzato che ci stai a fare davanti allo schermo? Quanto ai furbetti è chiaro che ci saranno sempre e che per loro lo smart working è il paradiso. In pandemia però se non vogliamo che il Paese si fermi dovrebbero farsi passi avanti e non scavarsi trincee e questo vale sia per il sindaco che per il sindacalista. Non ci sono eserciti di nullafacenti ma neanche stakanovisti. E questo, i messinesi lo sanno bene. Un’azienda con sole 600 persone al lavoro reale sui 1200 dipendenti assunti fallisce.

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9 commenti

  1. Il livello della discussione e lo squallore caricaturale dello sfondo sono lo specchio di come ci siamo ridotti.
    A specchiarcisi con consapevolezza ci sarebbe da issare bandiera bianca o correre in Svizzera a chiedere la misericordia dell’eutanasia per eccesso di disgusto e sopraggiunta rassegnazione.

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  2. Informate il Sindaco che qualunque dipendente non può andare in ferie se non autorizzato dal proprio DIRIGENTE, che può anche non concedere le ferie per motivi di servizio.
    Quindi se ci sono mancanze chieda ai DIRIGENTI che non hanno fatto un attenta programmazione.
    Il resto è spettacolo

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  3. Forse è giunto anche il momento di rompere il dogma che non prevede il licenziamento per esubero ad esempio, come avviene nelle aziende private, o ammortizzatore sociale per il dipendente pubblico.
    Forse è questo il vero tasto che nessuno osa toccare.

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  4. Perso l’appoggio di Giletti e Telese, al sindaco non è rimasto che urlare più di prima. I numeri di Fucile hanno quasi fatto scoppiare le carotidi al sindaco urlatore. I nullafacenti li scova il sindaco, non i sindacati. Il servizio di tutela del lavoratore è indispensabile soprattutto in presenza di piccoli dittatori come de luca. Se non sai avere il meglio dai tuoi dipendenti, che non sono più i lavativi di un tempo (quelli sono andati in pensione da tempo), poniti qualche domanda.

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  5. è risaputo il sindacato difende chi non lavora fregandosene della collettività,tanto il tesserato lo trova nei nullafacenti

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    1. Non ragionavi così, quando noi lavoravamo al Protocollo del Comune e tu stavi sempre fuori, visto che ero il factotum di un uomo politico.
      Ricordi?

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      1. si mi ricordo e mi ricordo pure che ti dovevano fare i massaggi con olio di oliva nella schiena di quanto eri stanco del lavoro,pratiamente ti friia a schina e io mi bevia mezza birra.

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  6. Chiacchiere da cortile di un sindaco disperato visto che è conscio del suo fallimento.

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  7. Di cosa stiamo discutendo?
    Al Comune poco o nulla è digitalizzato quindi il lavoratore da casa non può operare come vorremmo e dovrebbe.
    Lo smart working è possibile solo nel settore privato informatizzato, peri i pubblici dipendenti è corretto parlare HOLIDAYS.

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