I pensionati di Cgil, Cisl e Uil scrivono a Puglisi
Altro che sciopero della pagnotta. Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp, con i segretari provinciali Giuseppe Locorotondo, Carmelo Muscolino e Carmelo Catania, hanno scritto all’assessore al Commercio Giuseppe Puglisi per proporre alcune misure concrete contro l’impennata dei prezzi dei generi di prima necessità.
Farmer markets, paniere di prodotti a prezzo bloccato (positivamente valutato dal Prefetto), valorizzazione di Mister prezzi, ricostituzione delle commissioni di controllo periferico, valorizzazione dell’ufficio prezzi della Camera di Commercio, vigilanza da parte dei vigili urbani e delle altre forze dell’Ordine.
«In particolare ed anzitutto – scrivono i sindacati – riteniamo che sia urgentissimo organizzare -mercati del contadino-. In questa direzione, già nell’aprile scorso abbiamo invitato l’allora commissario al Comune ad avanzare una -manifestazione di interesse-, così come prevedeva la normativa regionale, per accedere ai finanziamenti regionali.»
I mercati del contadino – spiegano – valorizzano i prodotti della nostra terra, garantiscono genuinità e freschezza e tagliano drasticamente la lunga filiera dell’intermediazione. Sono previsti e regolati dal Decreto legislativo 20 novembre 2007 – attuazione art. 1 comma 1065 della legge 27/12/2006 n.296, sono ormai diffusi in gran parte d’Italia e stanno consentendo, ove sono adeguatamente -governati-, positivi risultati per il contenimento del crescente costo della vita.
Queste misure si impongono soprattutto a Messina, dove, ricordano i sindacati, la gente povera non ce la fa più. Fra questi gran parte dei pensionati che a Messina, per i due terzi, sono titolari di pensione di importo al di sotto della soglia della povertà.
La situazione, stando alla ricostruzione delle Federazioni dei pensionati, è critica: «Aumenta il numero degli anziani che hanno difficoltà ad arrivare a fine mese o che non possono permettersi più due pasti giornalieri o che si indebitano o che si recano presso le associazioni umanitarie o che – persino – rovistano nei cassonetti». Messina, inoltre, è fra le città d’Italia dove riempire il carrello costa più della media nazionale (800 euro in più, secondo un’indagine -Altroconsumo-), dove è più diffuso il pizzo (indagine Fondazione -Chinnici-).
«Ad aggravare le difficoltà – concludono i segretari – ci sono le addizionali Irpef regionale e locale, che sono al massimo consentito dalla legge, i ticket sui farmaci, l’organizzazione sanitaria volta a costringere l’ammalato a rivolgersi al privato, l’inadeguatezza delle misure assistenziali. Queste ed altre cause provocano inquietudini, esclusioni e solitudini sempre più intollerabili e disumane.»
Insomma, i motivi di allarme sociale ci sono tutti, eppure esistono strumenti di facile realizzazione che potrebbero rivelarsi utili ad alleviare la situazione. La palla, adesso, passa all’assessore Puglisi.
Foto da www.palermomania.it