Contro il carovita ci vuole il mercato del contadino

Contro il carovita ci vuole il mercato del contadino

Redazione

Contro il carovita ci vuole il mercato del contadino

giovedì 18 Settembre 2008 - 09:32

I pensionati di Cgil, Cisl e Uil scrivono a Puglisi

Altro che sciopero della pagnotta. Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp, con i segretari provinciali Giuseppe Locorotondo, Carmelo Muscolino e Carmelo Catania, hanno scritto all’assessore al Commercio Giuseppe Puglisi per proporre alcune misure concrete contro l’impennata dei prezzi dei generi di prima necessità.

Farmer markets, paniere di prodotti a prezzo bloccato (positivamente valutato dal Prefetto), valorizzazione di Mister prezzi, ricostituzione delle commissioni di controllo periferico, valorizzazione dell’ufficio prezzi della Camera di Commercio, vigilanza da parte dei vigili urbani e delle altre forze dell’Ordine.

«In particolare ed anzitutto – scrivono i sindacati – riteniamo che sia urgentissimo organizzare -mercati del contadino-. In questa direzione, già nell’aprile scorso abbiamo invitato l’allora commissario al Comune ad avanzare una -manifestazione di interesse-, così come prevedeva la normativa regionale, per accedere ai finanziamenti regionali.»

I mercati del contadino – spiegano – valorizzano i prodotti della nostra terra, garantiscono genuinità e freschezza e tagliano drasticamente la lunga filiera dell’intermediazione. Sono previsti e regolati dal Decreto legislativo 20 novembre 2007 – attuazione art. 1 comma 1065 della legge 27/12/2006 n.296, sono ormai diffusi in gran parte d’Italia e stanno consentendo, ove sono adeguatamente -governati-, positivi risultati per il contenimento del crescente costo della vita.

Queste misure si impongono soprattutto a Messina, dove, ricordano i sindacati, la gente povera non ce la fa più. Fra questi gran parte dei pensionati che a Messina, per i due terzi, sono titolari di pensione di importo al di sotto della soglia della povertà.

La situazione, stando alla ricostruzione delle Federazioni dei pensionati, è critica: «Aumenta il numero degli anziani che hanno difficoltà ad arrivare a fine mese o che non possono permettersi più due pasti giornalieri o che si indebitano o che si recano presso le associazioni umanitarie o che – persino – rovistano nei cassonetti». Messina, inoltre, è fra le città d’Italia dove riempire il carrello costa più della media nazionale (800 euro in più, secondo un’indagine -Altroconsumo-), dove è più diffuso il pizzo (indagine Fondazione -Chinnici-).

«Ad aggravare le difficoltà – concludono i segretari – ci sono le addizionali Irpef regionale e locale, che sono al massimo consentito dalla legge, i ticket sui farmaci, l’organizzazione sanitaria volta a costringere l’ammalato a rivolgersi al privato, l’inadeguatezza delle misure assistenziali. Queste ed altre cause provocano inquietudini, esclusioni e solitudini sempre più intollerabili e disumane.»

Insomma, i motivi di allarme sociale ci sono tutti, eppure esistono strumenti di facile realizzazione che potrebbero rivelarsi utili ad alleviare la situazione. La palla, adesso, passa all’assessore Puglisi.

Foto da www.palermomania.it

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