La presidente Caterina Arcovito invita le amministrazioni siciliane a rispettare quanto previsto dalla normativa regionale che vieta l'allontanamento dei cani dal loro ambiente naturale
Il problema del randagismo ma soprattutto delle misure adottate per cercare di prevenirlo, sono state oggetto di discussione ed analisi da parte dell’amministrazione comunale che, di concerto con l’Ausl5, ha cercato di tranquillizzare la cittadinanza in merito alla presenza di branchi di randagi che capita di incontrare lungo le strade della città.: «La situazione a Messina è sotto controllo – ha affermato nel corso di una conferenza l’assessore Elvira Amata – i cani sono “microcippati” e non aggressivi».
Sull’argomento non sono certo mancati interventi da parte delle associazioni che tutelano i diritti a quattro zampe, tra queste l’Associazione “Amici del cane Onlus”: nel suo ultimo intervento, la presidente Caterina Arcovito, sottolinea la necessità di mettere fine alla pratica della “deportazione” dei randagi: «Da più di un anno che la nostra Associazione, inascoltata, diffida i Comuni Siciliani a praticare la deportazione in massa dei randagi in altre province o, peggio, in altre regioni esortandoli al rispetto della L.R. 15/2000 ed a non sprecare il denaro pubblico. Nessun articolo – afferma l’Arvcovito- consente la possibilità di mandare i propri cani in canili di altre province o regioni ed è sufficientemente vicina al rispetto del punto a) dell’art. 5 della carta dei diritti degli animali:(a) Ogni animale appartenente ad una specie che vive abitualmente nell’ambiente dell’ uomo ha diritto di vivere e di crescere secondo il ritmo e nelle condizioni di vita e di libertà che sono proprie della sua specie».
Un appello che ‘Amici del Cane Onlus’ rivolge a tutte le amministrazioni, ivi compresa quella messinese, e alle altre associazioni animaliste: «’Oipa Italia, LAV, ENPA, LNDC, LIDA e tutti coloro che vogliono parteciparvi, debbano impedire queste deportazioni di massa e farsi carico di obbligare le amministrazioni pubbliche al rispetto della legge non consentendo loro di eludere il problema».Un’emergenza con cui Messina, data l’insufficienza del canile comunale di Santa Lucia, si trova spesso a dover fare i conti ma che, ci tiene a precisare l’Arcovito, non si può certo sperare di “aggirare” con l’allontanamento di questi animali dal proprio ambiente naturale, bensì cercando di creare strutture sufficienti ed adeguate per potersene prendere cura.
