Fermiamo il massacro

Fermiamo il massacro

Fermiamo il massacro

domenica 18 Gennaio 2009 - 11:20

Anche a Messina si avverte profondamente l'esigenza di far tacere le armi nella martoriata ‘Striscia di Gaza': nei giorni scorsi riunione a porte aperte presso la sede di Rifondazione Comunista

Roma chiama Messina e la nostra città interroga la propria coscienza. “Fermiamo il massacro dei palestinesi a Gaza- é lo striscione dietro al quale migliaia di persone hanno manifestato nella capitale ieri, sabato 17 gennaio. Alla sfilata hanno partecipato in tanti, cittadini italiani e stranieri: tra i presenti anche i leader del Prc, Ferrero e quello del PdCI, Diliberto.

Nella nostra città, venerdì scorso, si sono confrontati, presso la sede di Via San Paolo dei Disciplinanti del partito della Rifondazione Comunista, militanti e simpatizzanti dello stesso partito ma anche rappresentanti del Volontariato, del Cattolicesimo di base, insieme a comuni cittadini sopraggiunti in loco perché scossi personalmente nelle proprie coscienze da ciò che sta accadendo e mossi dalla volontà di far qualcosa per recare una testimonianza, un impegno che possa contribuire a fermare l’assurda strage che ha già provocato oltre mille morti tra i civili ed un numero molto superiore di feriti e mutilati. Ne è emerso un confronto, moderato dal segretario provinciale di R.C. Alfredo Crupi, a tratti vigoroso e diversificato di vedute sia sull’interpretazione delle cause di ciò che sta accadendo sia sulle azioni più efficaci da intraprendere, a dimostrazione di una vivace dialettica democratica ma, nello stesso tempo, testimone di quanto interiormente questa carneficina scuota le coscienze di tanti. I punti condivisi tra gli interlocutori sono stati riscontrati proprio nell’indignazione comune per l’estendersi di un conflitto, quello tra l’attuale governo d’Israele ed Hamas, che sconvolge e travolge, prostrandola, sempre più una popolazione composta da un grande numero di bambini indifesi; nella consapevolezza di operare delle azioni per controbattere un’informazione recata dai mass-media, giudicata inadeguata e distorta; nella necessità di recare una solidarietà il più possibile immediata ai più colpiti dalla strage, che comincia ad assumere i contorni di un genocidio; alla creazione di una forza d’interposizione affinché si ponga fine al crepitio delle armi e si rechi, nella già martoriata area, una pace vera.

Insieme alle varie soluzioni tradizionali proposte a fini informativi e di testimonianza, non in antitesi tra loro, quali l’organizzazione di sit-in, la distribuzione di volantini, l’organizzazione di un corteo con sfilata, la preparazione di un documento, è apparsa riscuotere consensi la proposta lanciata dal prof. Nino Mantineo, esponente del mondo del Volontariato, della preparazione d’incontri in città, che possano coinvolgere anche giovani ed altre forze sensibili, al di là di ogni schieramento ideologico, e che comportino una riflessione anche storica sulle cause che hanno condotto a questo stato di cose, con il supporto e l’utilizzo di immagini. Una proposta che è stata lanciata da altri, tra i quali il segretario dei Verdi-Rete Ecologista di Messina, Peppino Restifo in corso di dibattito, è stata invece quella dell’adozione di una forma almeno simbolica di boicottaggio sull’acquisto di prodotti provenienti da Israele. La posizione del Restifo e di una parte dei convenuti, che è stata espressa in sala, é stata quella della non equidistanza nel conflitto ma di un sostegno marcato alla parte palestinese, vittima di una vera e propria invasione e lo stesso Restifo ha ribadito di comprendere persino le posizioni di Hamas. Relativamente all’idea del corteo, è stato sottolineato da Renato De Luca come esso si debba svolgere compostamente e senza il ricorso ad atti inqualificabili come quello del bruciare le bandiere d’Israele, anche se non certo paragonabile allo sterminio di civili che tale Stato starebbe portando avanti. Francesco Saja ha posto l’accento sulla necessità di porsi un programma che non si esaurisca in poco tempo ma abbia un’azione costante nel tempo, ricreando quella sorta di ‘Diplomazia dal basso’ che è forza ineludibile e necessaria se si voglia riportare la ragione.

Molto interessanti ed apprezzati gli interventi, infine, di due giovani: Piero Manoguerra, che ha commentato come sia importantissimo costruire intorno al tema della lotta alla guerra, i problemi e le tematiche più sentite che coinvolgono le nostre stesse comunità, raggiungendo una sorta di radice comune tra vittime e riaggregando intorno ad essa una società civile che riesca a crescere e a ritrovare gli stimoli intorno ai valori; Claudio Risitano, che ha recato toccante testimonianza della propria passione nella militanza politica volta però al superamento di ogni steccato, con il grande rammarico che oggi la Sinistra non riesca più a proporre un ‘pensiero forte’ come in altri tempi ma invitando a non rassegnarsi e piuttosto a cogliere il vincolo di reciprocità tra i più deboli, chi muore di fame, povertà, mancanza di lavoro, chi è colpito dalle guerre, come oggi nella tormentata Palestina, ritrovando ogni punto comune e ripartendo tutti insieme per non arrendersi all’ingiustizia.

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