Il filosofo Massimo Cacciari ospite dell’incontro tenutosi nella chiesa di Santa Maria Alemanna

Il filosofo Massimo Cacciari ospite dell’incontro tenutosi nella chiesa di Santa Maria Alemanna

Il filosofo Massimo Cacciari ospite dell’incontro tenutosi nella chiesa di Santa Maria Alemanna

domenica 27 Settembre 2009 - 09:42

Un appuntamento organizzato dall’associazione Celeste e dal parco ecologico San Jachiddu in cui il primo cittadino di Venezia ha fornito importanti spunti di riflessione su ““L’Estraneo nell’Orizzonte Politico dell’era della globalizzazione”, tema dell’ultimo libro realizzato dalla prof. Caterina Resta della Facoltà di Lettere di Messina

“L’Estraneo nell’Orizzonte Politico dell’era della globalizzazione”, è questo il tema della conversazione tenutosi nella chiesa di S. Maria Alemanna Massimo Cacciari ha avuto con la prof. Caterina Resta, docente di filosofia Teoretica e filosofie del novecento nella facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Messina. L’incontro, organizzato dall’associazione Celeste e dal parco ecologico S. Jachíddu, è stato moderato da Rita Fulco che collabora con la cattedra di filosofia teoretica. Professori, studenti, genitori, gente comune; sono venuti in tanti per assistere alla conferenza.

Chi è il nemico? Si chiede Cacciari, prendendo spunto da “L’estraneo. Ostilità e Ospitalità nel pensiero del Novecento”, l’ultimo testo scritto dalla prof. Resta; un libro ricco, colto, importante – come lo definisce il sindaco di Venezia – dal quale emergono alcuni concetti chiave per capire come ciascun individuo dovrebbe rapportarsi con il diverso. «Il nemico non è l’estraneo; è semplicemente colui che non può non essere diverso da me e che proprio per questa sua diversità, mette in crisi». Da qui l’affermazione che vi è un errore fondamentale in cui il generale umano inciampa da sempre: quello di credere che ogni persona abbia una sua identità assoluta; in realtà essa si costruisce e si arricchisce solo attraverso il rapporto con l’altro, attraverso il confronto con quel prossimo che è al tempo stesso hostis e hospes, nemico e ospite, vicino e lontano. E la paura? Che cosa la scatena? Quella c’è e ci sarà sempre – osserva il filosofo – non la si può negare, al contrario bisogna accettarla e averne cura perché essa rappresenta un elemento essenziale nella costruzione di una relazione di ospitalità.

Relazionarsi con l’altro non significa confondersi con esso, ma riconoscere la libertà altrui e attraverso di essa scoprire la propria. Un principio, quest’ultimo, ribadito pure dalla prof. Resta che nel suo intervento ha messo in evidenza anche il problema della responsabilità: il filosofo Lévinas – ha detto la professoressa – parla di una responsabilità che precede la libertà; si tratta di qualcosa che non abbiamo scelto, ma con cui ci troviamo a fare i conti in quanto l’essenza stessa dell’uomo è basata sul principio dell’ “essere con altri” perché umano significa apertura.

E, dunque, quale politica per la globalizzazione? Una politica responsabile che sappia trascendere da sé stessa e sappia porre le giuste basi per poter vivere in uno spazio in cui siamo tutti abitanti e in cui tutti siamo chiamati a convivere.

Valeria Arena

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