Guerra ai bulli, l'Osservatorio -Lucia Natoli- consiglia di partire dalla famiglia

Guerra ai bulli, l’Osservatorio -Lucia Natoli- consiglia di partire dalla famiglia

Redazione

Guerra ai bulli, l’Osservatorio -Lucia Natoli- consiglia di partire dalla famiglia

martedì 09 Settembre 2008 - 09:46

Proposta l'istituzione del garante per l'Infanzia. Il pestaggio a Piazza Municipio aveva sfondo razzista

Presidiare gli ingressi delle scuole con un esercito di volontari e pensionati. L’Osservatorio -Lucia Natoli- frena sull’iniziativa dell’Amministrazione comunale. «Sarà utile a qualcuno – argomenta una tempestiva nota dell’Osservatorio -. Speriamo però che qualcuno non abbia immaginato a qualcosa di simile alle ronde in stile padano.

Il bullismo si combatte in famiglia e dentro la scuola, spiega l’Osservatorio, attraverso le politiche sociali e giovanili. E qui un accenno polemico all’assessore titolare del progetto: Melino Capone, che ha la delega alla Mobilità urbana (ma anche alla Sicurezza sui luoghi di lavoro): «Già questo presupporrebbe che ad interessarsi della questione fosse chi magari ha avuto assegnata la delega ai giovani, o alla Cultura – Scuola, e non certo alla Mobilità urbana».

L’intento dell’Osservatorio, comunque, è di fornire il proprio contributo di esperienza sulla questione, nonostante non sia stato interpellato dagli ideatori del progetto. La prima idea è: portare tutti gli studenti e le studentesse a conoscere e discutere lo Statuto dei loro diritti, promulgato il 24 giugno 1998 con decreto n° 249 del presidente della Repubblica. Utile potrebbe e dovrebbe essere il coinvolgimento del «dormiente» Osservatorio regionale sul bullismo, costituito e finanziato nel marzo 2007.

Ma l’atto più urgente è l’istituzione della figura del garante per l’Infanzia, «una richiesta – spiega l’Osservatorio – che, se accolta, potrebbe costituire una vera svolta nell’ambito delle Politiche Giovanili a Messina».

Credere di potere risolvere il problema del bullismo con un «approccio repressivo e conflittuale» è illusorio, perché, alla fine, «le vittime sono sempre i giovani: sia quelli che subiscono gli atti violenti sia quelli che procurano gli atti stessi». Un esempio di come sia facile ingannarsi in fatto di disagio giovanile, è stato dato dall’episodio di violenza, avvenuto nei giorni scorsi a Piazza Municipio. L’Osservatorio specifica che nel pestaggio il bullismo c’entrava poco, contrariamente a quanto è stato detto: «In quel comportamento la gravità maggiore era rappresentata da un chiaro messaggio razzista che come tale si sarebbe dovuto condannare».

«Gli approcci sbagliati ai problemi – conclude la nota dell’Osservatorio – possono magari servire ad ottenere effetti utili alla propaganda, ma non certo a fronteggiare adeguatamente i problemi seri. Una prognosi sbagliata è sempre la premessa alla fine del malato.»

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