In effetti arrivare in Sicilia e leggere che l’aeroporto è dedicato a Falcone e Borsellino da un pò fastidio…ti fa pensare. Meglio non farlo. Ha ragione Miccichè. Meglio prendere l’autostrada e andare in uno dei tanti villaggi turistici disseminati in luoghi bellissimi come Mondello o San Vito lo Capo. Ma no!!! Anche qui mafia!! Li hanno sequestrati! Dicono fossero di Provenzano. Non è possibile, questa cosa della mafia in Sicilia è una fissazione! Ne infanga l’immagine e fa pensare che la Sicilia sia pervasa dalla mafia e che l’economia sia controllata da essa. Certo ci sono l’80% dei commercianti che pagano il pizzo, ma non è che sia negativo! Con i loro soldi si mantengono centinaia di famiglie falcidiate dallo Stato che ha arrestato poveri padri di famiglia. Famiglie indigenti, lo dice l’anagrafe tributaria, costrette a girare in scomodissime Ferrari a due posti difficili da parcheggiare. Questi sono problemi. Falcone? Borsellino? Poveri pazzi, illusi di poter cambiare qualcosa di un sistema il cui scopo è indurre a credere che pensare sia sbagliato, che adeguarsi a certe regole conviene a tutti perché, prima o poi, arriverà qualcosa anche per te; il tuo posto di lavoro è pronto, basta aspettare, adeguarsi. Ma pensare no, è pericoloso! Non avete visto com’è finita a Peppino Impastato? Pensava. Pensava e denunciava. Ha sbagliato Peppino e infatti lo hanno ammazzato. Non conviene. E allora, per evitare disguidi facciamo una cosa: l’aeroporto lo intitoliamo a Provenzano, pastore costretto a vivere ben 40 anni da latitante per colpa dello Stato oppressore. Il corso di Cinisi, invece, lo intestiamo a Tano Badalamenti che, oltre a dover sopportare vent’anni di pesantissimo processo, alla fine è stato pure condannato per l’omicidio di Peppino Impastato. Il centro “Padre Nostro- di Padre Pino Puglisi lo intitoliamo ai fratelli Graviano che a Brancaccio hanno creato migliaia di posti di lavoro. Ok facciamo cosi. Cosi non pensiamo più.
