I panni sporchi, una volta, si lavavano in famiglia...

I panni sporchi, una volta, si lavavano in famiglia…

I panni sporchi, una volta, si lavavano in famiglia…

sabato 24 Ottobre 2009 - 09:45

Sempre più numerosi i casi di incomprensioni familiari trattati in tv...stavolta è toccato a una mamma di Barcellona P.G. ospite su Rai Uno con la figlia.

Due donne di Barcellona Pozzo di Gotto, mamma e figlia -quest’ultima accompagnata dal suo compagno- hanno preso parte a due puntate della trasmissione condotta da Caterina Balivo ed in onda tutti i pomeriggi su Rai Uno.

Oggetto di discussione è stata la loro situazione familiare ed il loro, non idilliaco, rapporto: trattato nel corso della rubrica -Per capirti-, dove genitori e figli si confrontano su grandi e piccoli problemi familiari cercando un punto d’incontro, rappresentato, nel programma, dal superamento di una linea luminosa collocata nello studio di registrazione e definita -linea del cuore-.

Nel corso della prima puntata, le due donne dopo aver esternato le motivazioni del loro disaccordo – riassumibile in una lamentata mancanza del ruolo di mamma da parte di Silvia, la figlia, ed un racconto di vita difficile con compagni sbagliati ed una gravidanza, quando forse era ancora troppo giovane, a giustificazione di qualche errore da parte della mamma, Silvana, la quale, comunque, non ha smesso di ricordare alla figlia l’affetto che sicuramente non le ha mai fatto mancare.

Partecipe all’incontro davanti alle telecamere anche il compagno di Silvia, Pietro, il quale è intervenuto – come la stessa conduttrice – cercando di far riappacificare le due donne. Nonostante i tentativi abbiano dato scarsi risultati durante la prima puntata, l’indomani la conduttrice Bolivo ha dedicato loro lo stesso spazio del programma. Rieccole quindi nuovamente ospiti a confrontarsi e a rimproverarsi reciprocamente per vecchi dissapori ma questa volta però un apparente accordo è stato raggiunto e la famosa linea del cuore è stata alla fine superata e la puntata si è conclusa con un affettuoso abbraccio tra madre e figlia.

Verrebbe da dire: tutto è bene quel che finisce bene, ma, a questa si aggiunge un’altra considerazione: perchè non chiarire tra le mura domestiche? perchè pubblicizzare in trasmissioni televisive seguite da milioni di telespettatori le proprie vicende personali? La domanda ovviamente non riguarda solo le protagoniste in questione a cui auguriamo di riscoprire una serenità di rapporto tra madre e figlia; ma, prendiamo spunto da questo caso, per analizzare ciò che ormai è diventata un’abitudine forse malsana. Non è la prima volta che si parla di sentimenti, di rapporti importanti, di intimità familiare in tv, ed è impossibile non notare tutta una serie di trasmissioni tv dal tema fortemente intimista e strappalacrime, storie di innamorati, mariti e mogli, genitori e figli, amici insomma quando si accende la televisione si ha sempre di più l’impressione di avere a che fare con un tipo di spazio privato.

L’ipotesi sociologica forte è che la Tv compassionale rientri nella tendenza culturale a riunirsi in piccoli gruppi in cui identificarsi e in cui essere accolti. Il suo referente è più vicino alla compassione in senso cristiano, quella che mobilita cioè la carità risolutrice. Il pubblico si rivolge alla tv per essere aiutato. Il mezzo di comunicazione più pubblico che c’è diventa sempre più ospite a cui raccontare la propria vita privata. Questo racconto trova senso, però, dall’essere condiviso dall’audience, in una sorta di confidenza pubblica alla quale si può credere o meno.

Così come accade nelle soap opera, o nei serial-tv, dove il ruolo del mito, nel suo essere racconto orale, spiega metaforicamente alcune direzioni di senso della vita di ogni uomo. Il pubblico, allora, ospita il privato, partecipa a un clan di adepti con i quali compatire, commuoversi, immedesimarsi. La comunicazione, da allargata e centrifuga, torna indietro, si restringe e si chiude in un movimento opposto, centripeto. La rete, invece di allargare e alleggerire i rapporti sociali allontanandoli, si chiude e si appesantisce di -casi umani-. Invece di diventare sempre più formale si fa concreta, vicina a tutti, anche troppo e, a volte, in modo indiscreto. Ma questo fa audience!

Alla luce di queste caratteristiche non è un caso che a essere attratte da questo genere di trasmissioni siano soprattutto donne, adulte, più disponibili a commuoversi e rientrare in questo fenomeno della compassione pubblica. Con questo, comunque, non si intende dare necessariamente una coloritura negativa a un simile target, ma si ritiene più rispettoso di se stessi, delle proprie emozioni e sofferenze, considerare alcuni argomenti così importanti e delicati da custodire gelosamente tra i diretti interessati e ciò in contrasto con quella voglia di momentanea notorietà a vantaggio del solo share e a svantaggio di quanto di più intimo e prezioso siamo in grado di provare: i nostri sentimenti.

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