La riflessione - Scalo Tremestieri: complice lo scirocco una generosa mucca da mungere

La riflessione – Scalo Tremestieri: complice lo scirocco una generosa mucca da mungere

La riflessione – Scalo Tremestieri: complice lo scirocco una generosa mucca da mungere

martedì 15 Marzo 2011 - 13:53

Di seguito il contributo dell’ex-presidente della Lega Navale Gaetano Saja: «Siamo di fronte ad un’opera destinata a naufragare»

Quando si iniziò a discutere sulla localizzazione del secondo approdo ero presidente della lega navale ed in tale veste mi occupai del problema, pur essendo convinto che, come al solito, le mie eventuali osservazioni non sarebbero state recepite dagli organi competenti…

All’epoca nella nostra città svolgeva attività professionale l’ing. Sirito che, per conto della Provincia Regionale, stava elaborando un progetto per il ripascimento di alcuni tratti della spiaggia della riviera tirrenica ( Capo d’Orlando). Con alcuni dirigenti della lega navale, fra i quali il comandante Giuseppe Chitè, personaggio noto oltre che nella marineria messinese, anche in campo politico chiedemmo all’ing. Sirito un Suo parere in riferimento alla eventuale localizzazione del secondo approdo a Tremestieri, nel tratto di mare che, per i suoi trascorsi burrascosi remoti e recenti, viene individualizzato da messinesi col nome di -mare grosso-.

L’ing. Sirito, dopo aver visionato, lato mare, il tratto di costa interessata per la realizzazione del progetto relativo al secondo approdo già in itinere, a quanto pare, di realizzazione. non ha espresso un parere univoco e chiaro, certamente a tutela della professionalità altrui, ma è stato alquanto evasivo soffermandosi e sostenendo alcuni principi di massima che ritengo di potere così riassumere: 1) Un porto di collegamento va, in linea di principio, localizzato nel tratto di mare che sia il più possibile vicino con l’altra sponda da collegare. Ciò per evitare maggiori tempi di percorrenza, maggiori costi e conseguentemente minori rischi alla navigazione. 2) Il tratto di mare prescelto non deve presentare fondali eccessivamente profondi sia per i costi per la costruzione e la manutenzione del molo, sia perché il molo costruito potrebbe alterare decisamente la orografia delle spiagge limitrofe ed infine la profondità del molo potrebbe favorire il deposito della sabbia entro il porto stesso determinandone l’insabbiamento 3) Prestare la massima attenzione alla localizzazione del porte rispetto ai venti dominanti (nel nostro caso allo scirocco).

L’ing. Sirito, certamente per motivi professionali, non ci disse che il progetto in corso di realizzazione non avrebbe raggiunto, con continuità, gli obbiettivi prefissati quali quello di liberare la città dalla schiavitù dell’attraversamento del gommato, ne tanto meno che il progettato approdo avrebbe anche determinato un continuo esborso di denaro pubblico per le necessarie opere di manutenzione ordinaria e straordinaria, incluse quelle di disinsabbiamento costate per le continue mareggiate (origine del termine di mare grosso) degli approdi e che col tempo il molo avrebbe causato danni alla orografia della spiaggia limitrofa, ma il contenuto della sua esposizione verbale non ha lasciato alito di interpretazioni diverse.

In concomitanza alla progettazione -Temestieri-, siamo negli anni 1996/1997, se bene ricordo, il Comune di Messina, Sindaco Franco Provvidenti, affidò l’incarico di progettazione del secondo approdo per la città di Messina all’ing. Cartisano che, ultimati i lavori presentò un progetto definitivo prevedendo la localizzazione dell’approdo nella zona di San Raineri utilizzando parte della zona oggi definita -Affaccio a Mare- con collegamento autostradale utilizzando la prevista ed in corso di progettazione strada denominata -via del Mare-.

Non conosco le caratteristiche principali del progetto, che ritengo già esecutivo, avendo superato le cosi dette -prove in vasca-, ma in base a ciò che ricordo posso così riassumerle: 1) L’approdo veniva localizzati nel tratto più vicini delle due sponde da collegare, per cui tempi di percorrenza ridotti al minimo (venti minuti circa) con conseguente riduzione dei costi e dei rischi della navigazione. 2) Nessun danno alla orografia delle spiagge limitrofe (quelle limitrofe all’approdo di tremestieri sono state massacrate) essendo l’approdo localizzato quasi interamente nel retroterra denominato S:Raineri, con assoluta impossibilitò di insabbiamento e quindi agibili in continuità. 3) l’imboccatura dell’approdo orientata verso nord est e quindi protetta dai venti dominanti di scirocco.

Non sono un tecnico del settore e quindi quanto detto va inteso con il -beneficio di inventario- usando una terminologia tecnica a me cara. Comunque il progetto redatto dall’ing. Cartisano dovrebbe essere depositato presso gli uffici comunali (costo complessivo circa un miliardo di lire) e sarebbe giusto che un tecnico ne illustri le caratteristiche alla cittadinanza. Per concludere l’approdo di Tremestieri è destinato, col tempo, a naufragare, così come è stato sostenuto dalla lega navale ai tempi della sua progettazione. Oggi gli avvenimenti e le continue spese di manutenzione ordinaria e straordinaria danno conferma alle previsioni. . .

Gaetano Saja

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