Sanità locale. Il punto di vista dei sindacati dei pensionati. Spi, Fnp e Uilp

Sanità locale. Il punto di vista dei sindacati dei pensionati. Spi, Fnp e Uilp

Sanità locale. Il punto di vista dei sindacati dei pensionati. Spi, Fnp e Uilp

martedì 19 Ottobre 2010 - 10:54

Per i rappresentanti di categoria, la riforma è carente nella sua formulazione, squilibrata sul piano territoriale, e comunque pressoché inattuata

I sindacati dei pensionati Spi, Fnp e Uilp, in un documento congiunto, esprimono il loro punto di vista sulla sanità chiamando in causa l’AspP, la politica e la società civile. I rappresentanti di categoria, dopo il durissimo piano di rientro reso necessario dal disastro a cui si era giunti durante i governi Cuffaro, ritengono che i doppioni o i reparti inventati e non rispondenti ad esigenze dei cittadini costituiscono inaccettabili sprechi. Il ridimensionamento dell’organizzazione ospedalocentrica appare dunque opportuno se accompagnato dal superamento delle carenze enormi per la prevenzione, per la riabilitazione e dall’essenziale e prioritario rafforzamento dei presidi territoriali. E’ su questo versante che, ad oggi, la riforma è carente nella sua formulazione, squilibrata sul piano territoriale, e comunque pressoché inattuata.

E’ sbagliata, in primis, affermano, perché non rilancia la figura e il ruolo del medico di base, ormai ridotto ad uno sportello per il rilascio di ricette mediche. E’ squilibrata nel prevedere adeguati presidi territoriali integrati (PTI), che costituiscono l’autentica struttura portante della nuova medicina, in altre provincie ( es. Catania) penalizzando fortemente Messina. L’attenzione dei sindaci ( tantissimi i medici) e della politica (prigioniera di interessi campanilistici o di gruppi di pressione con matrice corporativa) spesso, purtroppo, non è rivolta al bene comune.

In provincia di Messina gli anziani sono il 25%. E’ una percentuale fra le più alte d’Italia. Essi, a causa dell’età, sono i più esposti. Ma tutti i cittadini hanno l’esigenza di una sanità senza scandali, non asservita alla politica o alla casta, né carente ed inefficiente. Oggi così non è. Occorre togliere il superfluo e aggiungere l’essenziale.

La presenza e il ruolo dei medici di base vanno potenziati dimezzando il numero degli assistibili o sopprimendo l’albo chiuso. I tempi di attesa per esami e visite specialistiche vanno drasticamente ridotti , rese trasparenti le prenotazioni attuando un centro unico per effettuarle; la qualità della medicina pubblica, privata e convenzionata, dovrà essere garantita attraverso gli effettivi controlli di legge. Sulla prima bisognerà vigilare sul reale funzionamento rimuovendo gli incapaci ed eliminando le zone ove alberga l’abuso, l’inefficienza. Sulla seconda – che spesso per il paziente costituisce un passaggio obbligato a causa delle carenze di quella pubblica o per ricevere adeguate attenzioni – occorre contrastare la diffusa evasione fiscale perpetrata a danno dei cittadini in condizione di debolezza e difficoltà. In Sicilia c’è un numero sproporzionato di convenzionati, il più alto di tutta Italia, ciò ha portato a distorsioni o a fortune politiche ed economiche di cui spesso ha dovuto occuparsi la Magistratura.

La sanità pubblica invece manca anche di eccellenze ( annunciate e non compiute) e spesso persino di livelli qualitativi accettabili e consente che cada a pezzi il Margherita che potrebbe invece diventare un centro riabilitativo, di cui c’è forte esigenza, che creerebbe centinaia di posti di lavoro.

I sindacati dei pensionati sono convinti che occorra una reale svolta, facendo anzitutto prevalere i bisogni dei destinatari e quindi realizzando un sistema a misura del cittadino.

Il ruolo delle tre confederazioni, rappresentative di tutte le categorie dei lavoratori, dei pensionati e delle esigenze generali delle nostre comunità, è perciò essenziale rispetto a un confronto reale da realizzare con l’ASP e con l’assessorato regionale.

Iniziative estemporanee di pochi sindaci prevalentemente medici lasciano il tempo che trovano e comunque sicuramente sono lontane anni luce dalle esigenze reali della gente comune , ancor più se povera, anziana e non disposta a ricevere come favore ciò che è un diritto.

A Messina occorre un radicale cambiamento. Chi difende la malasanità o i privilegi, chi vuole che nulla cambi, chi si lascia andare in giornaliere dichiarazioni demagogiche o in minacce strampalate dovrà essere isolato e sconfitto affinchè l’Ente pubblico sia promotore di servizi, protezione sociale, sviluppo, lavoro.

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