Cacciola a Crocetta: "Per l'Atm abbiamo bisogno della Regione"

Cacciola a Crocetta: “Per l’Atm abbiamo bisogno della Regione”

Francesca Stornante

Cacciola a Crocetta: “Per l’Atm abbiamo bisogno della Regione”

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mercoledì 26 Marzo 2014 - 00:40

L'assessore Cacciola ha approfittato della presenza a Palazzo Zanca del Governatore Crocetta per chiedere ala Regione un aiuto concreto per il rilancio del trasporto pubblico messinese. E mentre al Comune si lavora in quest'ottica, arriva una proposta da Pippo Isgrò e dal movimento Insieme per Messina.

La visita del Presidente della Regione Rosario Crocetta non poteva non monopolizzare la mattinata di Palazzo Zanca. Attenzione naturalmente puntata sulla firma che ha sancito la fine di tutte le attività propedeutiche alla realizzazione della via don Blasco e che apre la nuova importantissima fase pratica dell’esecuzione dell’infrastruttura che Messina attende da decenni. Ma si è parlato anche di risanamento, di trasporti nello Stretto, di porto di Tremestieri, di autostrade e a non perdere l’occasione per lanciare un appello alla Regione è stato l’assessore alla Mobilità Gaetano Cacciola. L’esponente della giunta Accorinti ha approfittato del microfono e ha chiesto l’attenzione del presidente Crocetta perché proprio a lui ha voluto rivolgere il suo messaggio.

“Presidente in questi mesi di lavoro siamo riusciti a portare la nostra Atm da 20 a 40 bus quotidianamente sulla strada, abbiamo praticamente raddoppiato i mezzi a disposizione e c’è grande impegno per aumentare il trasporto pubblico locale. Siamo pronti per un sostanzioso investimento per l’acquisto di nuovi bus, ma abbiamo bisogno di una mano dalla Regione”.

Poche parole quelle dell’assessore Cacciola, dirette, precise. Cacciola ha praticamente voluto dire al governatore, all’assessore ai Trasporti Nino Bartolotta e al dirigente del Dipartimento mobilità Giovanni Arnone, di non abbandonare il trasporto pubblico messinese proprio adesso che si sta pian piano rialzando la testa.

In passato, infatti, i rapporti tra Comune, Atm e Regione non sono stati idilliaci, emblematica è l’inchiesta sul presunto chilometraggio gonfiato per la quale Palermo ha chiuso il rubinetto dei finanziamenti per due anni. Nei mesi scorsi il dialogo è ripreso, una parte dei soldi è stata sbloccata ed è giunta a destinazione, l’assessore Cacciola però chiede l’impegno della Regione soprattutto in prospettiva futura. Del resto l’amministrazione da un lato, il dipartimento Mobilità dall’altro e l’attuale dirigenza Atm con il commissario Manna stanno lavorando su più fronti per riuscire a tirar fuori dalle sabbie mobili un’azienda al collasso da anni. In dirittura d’arrivo il nuovo contratto di servizio a cui ha lavorato il dirigente Mario Pizzino, in cantiere una serie di novità per rimodulare tutto e offrire un vero servizio integrato tra bus, tram e parcheggi, ci sono i nuovi bus da acquistare, insomma i progetti sono tanti ma per metterli in campo il Comune ha bisogno di avere il sostegno reale e concreto della Regione.

Mentre dunque a Palazzo Zanca le idee sono tante e sembrano anche abbastanza chiare, arriva una proposta dirompente da un nuovo movimento che si presenta come “gruppo di impegno politico”. Si chiama “Insieme per Messina” e il portavoce è l’ex assessore Pippo Isgrò che in una lettera aperta raccoglie una serie di riflessioni elaborate da un gruppo di giovani professionisti che si occupano di mobilità urbana integrata. Il gruppo lancia la sua idea: dismissione immediata del tram per optare su soluzioni alternative, all’insegna del risparmio e dell’efficienza. Dunque, mentre al Comune si studiano nuovi sistemi per creare collegamenti a pettine e servizi integrati, da “Insieme per Messina” arriva una proposta di strategia che vorrebbe eliminare totalmente i tram. A spiegare i motivi di questa idea è proprio Pippo Isgrò, che ha definito fortemente inefficiente e antieconomico il servizio tranviario. “L’inefficienza deriva dalla carenza cronica di vetture che allungano i tempi di attesa degli utenti alle fermate e dai guasti continui, dovuti alla vetustà dei mezzi e ai limitati interventi di manutenzione, causata il più delle volte dalla mancanza dei pezzi di ricambio a cui si supplisce con la cannibalizzazione delle vetture ferme da tempo nelle officine dell’ATM”.

Secondo Isgrò tra un paio di mesi il tram dovrà essere definitivamente fermato perché inutile e superato dal dato costo-beneficio. Ecco dunque la proposta che si articola in tre punti: spezzare la tratta in due tronconi, con la seguente tipologia di percorrenza: Stazione Centrale – Gazzi e viceversa, Stazione Centrale-Annunziata e viceversa; sostituire il tram con 8 bus navetta da 20 posti, in futuro possibilmente elettrici, che percorrono la tratta nei due sensi e attrezzare i bus navetta con un sistema di telecontrollo, per evitare l’accavallamento delle corse; il servizio dovrebbe essere testato per almeno un mese con un progetto pilota, per verificarne i risultati dal punto di vista economico e, nello stesso tempo, ottenere il gradimento dei cittadini. “Ciò obbligherà l’azienda a dover istituire un cabina di regia per il coordinamento del traffico, installando telecamere alle fermate e sensori sui bus navetta per controllare i passeggeri sia in entrata che in uscita”. Per il movimento questa è l’unica possibilità per abbattere i costi di gestione e razionalizzare l’efficienza di un servizio pagato dalla collettività che però fino ad oggi non è soddisfatta dei risultati ottenuti.

Una proposta che appare però lontana dai progetti dell’amministrazione che in questi mesi ha piuttosto puntato sull’incentivo del tram. Basti pensare a come è stato progettato “Andiamo a scuola in Tpl” o alle campagne per educare i messinesi ad usare i parcheggi di interscambio o quelli cittadini. “Insieme per Messina comunque invierà la proposta al Sindaco Accorinti, all’assessore Cacciola e al commissario Manna.

Francesca Stornante

Un commento

  1. Per salvare l’ATM bisogna fare una cosa in primis e cioè subito mandare a casa tutti quelli che hanno contribuito allo sfacelo. La domanda potrebbe sorgere spontanea, chi sono?
    Sono tutti quelli che presentando certificati fasulli non lavoravano all’ATM, ma facevano lavoretti per i fatti propri come meccanici, idraulici, lattonieri e via dicendo.
    Quelli che si sono creati una vera officina portandosi via le chiavi ed altro materiale dai depositi incustoditi dell’ATM e con i quali poi svolgevano la professione di meccanico per fatti propri.
    Ma sopratutto i vari dirigenti che non hanno fatto il loro lavoro e che si sono presi fior di quattrini. Riguardo gli esuberi di personale bisogna mandarli da dove sono venuti, cioè dai politici che li hanno raccomandati per cercare loro altro lavoro, cosa che non potranno più fare perchè i tempi sono cambiati e nessuno può fare niente.

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