"E' indispensabile - ha detto il sindaco Accorinti - che lo Stato tuteli con tutti i mezzi possibili i magistrati gravemente minacciati da chi ancora è indiscutibilmente a capo della mafia, e impegnati nella ricerca di una verità scomoda su uno dei fatti più oscuri della storia di questo Paese, la trattativa tra Stato e mafia"
“La migliore scorta a difesa della vita dei magistrati rimane la mobilitazione popolare”. E’ quanto ha affermato il sindaco, Renato Accorinti, anche a nome dell’intera amministrazione comunale, in merito alle minacce di morte subite dal sostituto procuratore di Palermo, Nino Di Matteo.
“Troviamo di inaudita gravità – ha proseguito il sindaco Accorinti – la fuga di notizie sullo ‘sfogo’ del boss Totò Riina detenuto al 41 bis e intercettato in carcere durante un colloquio con un altro detenuto in cui inveiva contro i magistrati che lo farebbero ‘impazzire’ per le loro inchieste. E’ indispensabile che lo Stato tuteli con tutti i mezzi possibili i magistrati gravemente minacciati da chi ancora è indiscutibilmente a capo della mafia, e impegnati nella ricerca di una verità scomoda su uno dei fatti più oscuri della storia di questo Paese, la trattativa tra Stato e mafia. La nostra massima solidarietà e vicinanza va a questi servitori dello Stato, al procuratore Nino Di Matteo e ai suoi colleghi che non andranno mai lasciati soli. La migliore scorta a difesa della vita dei magistrati rimane la mobilitazione popolare”.