Un cacciatore confessa di aver sparato ad Alessandro Genovese La sera della sparatoria i carabinieri gli avevano sequestrato il fucile
Ha confessato l’autore del ferimento di Alessandro Genovese, raggiunto da due colpi di pistola al torace e alla spalla, lo scorso 10 settembre a Barcellona, davanti casa.
Confermando i sospetti degli investigatori, l’anziano cacciatore al quale è stato sequestrato un fucile, la stessa sera della sparatoria, ha raccontato di essere stato lui ad aprire il fuoco contro il 46enne, mentre si trovava nei pressi di casa. L’uomo, assistito dall’avvocato Pinuccio Calabrò, ha raccontato dell’ennesima lite con Genovese, un personaggio già noto alle forze dell’Ordine, confermando i dissidi dovuti ai cani che il pensionato tiene sempre con sé.
I due sono vicini di casa e il giorno dopo il ferimento, mentre le condizioni di Genovese miglioravano, i carabinieri hanno bussato in casa del cacciatore e sequestrato il fucile a canne mozze, passato alla Scientifica per gli esami.
La confessione è quindi un tassello importante, ma il procuratore capo di Barcellona, Emanuele Crescenti, sta valutando tutti i risultati degli accertamenti – affidati ai carabinieri della Compagnia di Barcellona, guidata dal Capitano Carosone – per avere un quadro completo delle responsabilità e delle esigenze cautelari eventualmente da adottare nei confronti del pensionato.
Nell’immediatezza la caratura di Genovese, noto come “dentino” e già arrestato per spaccio e considerato vicino ai clan del Longano, avevano fatto pensare ad un agguato criminale. Ma la pista mafiosa, proprio per le modalità del ferimento, in particolare l’arma adoperata, hanno fatto intuire che la pista da seguire era un’altra.