“L’anno che verrà” a Messina. Per diventare una città normale

“L’anno che verrà” a Messina. Per diventare una città normale

Marco Ipsale

“L’anno che verrà” a Messina. Per diventare una città normale

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lunedì 31 Dicembre 2012 - 15:48

Ultimo dell’anno, tempo di bilanci. Tutti sognano grandi cose, Messina si limita a sognare di essere una città normale. Una città in cui il lavoro e gli stipendi non siano una chimera da rincorrere quotidianamente ma un diritto. Una città in cui esistano infrastrutture, trasporto pubblico, raccolta dei rifiuti e servizi sociali come esistono in altre. Perché da noi no?

“Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po’ e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò”… Il 2012 è stato l’anno della scomparsa di Lucio Dalla. Prendiamo in prestito i suoi versi, in omaggio a lui ed all’“Anno che verrà” nella nostra città. Sognare è una delle poche cose che ci è rimasta a costo zero ed allora ci piace farlo, visto anche che Messina ce ne offre spunto.

In qualunque evento nefasto, può cogliersi una condizione positiva. Una città che ha sfiorato il fondo del baratro può solo risalire, a meno che non resti sempre adagiata sul fondo. Forse per una ventata di ottimismo di fine anno, dovuta anche al “salvagente” giunto dalla Regione, ci piace pensare che la risalita sia possibile, che una nuova amministrazione comunale sappia dare una sferzata ad una città che non vede la luce da troppo tempo.

Sogniamo cose semplici, una città normale, una città in cui il lavoro e gli stipendi non siano una chimera da rincorrere quotidianamente ma un diritto, una città in cui chi ruba si vergogni di farlo e chi lavora onestamente per Messina ne sia orgoglioso. Una città in cui si vada alla ricerca del bene comune e non di pochi, una città che si riappropri dei suoi spazi e che non venga più sventrata come fatto in passato.

Nella Messina del 2013 vediamo ciò che in altre città, anche non lontane da noi, già c’è. Una gestione responsabile delle casse comunali, un servizio di trasporto pubblico efficiente. Parlarne in un momento in cui escono dal deposito quotidianamente pochissimi autobus e tram, sembrerebbe folle. Ma non parlarne significherebbe restare sul fondo senza neppure tentare la risalita. In aprile saranno passati dieci anni dall’istituzione della linea tramviaria, una delle poche novità positive del passato recente. Certo, per chi ha avuto tolto prezioso spazio per parcheggiare in quarta fila, positiva non è, ma dovrà farsene una ragione. Ci chiediamo: possibile che in dieci anni non si sia stati capaci di attivare il servizio di priorità semaforica al tram? Tranquillizziamo i detrattori del tram: sarebbe un risparmio di tempo anche per le auto, che non dovrebbero restare ferme al semaforo rosso anche quando il tram non c’è.

Sogniamo una città con un soggetto unico tra Messinambiente e Ato senza liti tra le parti, in cui la raccolta rifiuti sia garantita quotidianamente dal lavoro di chi deve ricevere il giusto compenso. Una città in cui aumenti la raccolta differenziata perché non è una cosa aliena “di quelle che fanno solo al nord”. Il primo capoluogo italiano per percentuale di raccolta differenziata è Salerno, Campania, Sud Italia. Lì si applica la premialità per chi la svolge correttamente, si comminano multe a chi non la fa. Perché il cittadino va educato così e solo così impara, come abbiamo imparato ad usare cintura di sicurezza e casco. E se non dovessimo raggiungere grandi risultati, voliamo basso e sogniamo almeno che ogni cassonetto abbia il suo coperchio, in modo tale che non venga fuori il tanfo dei rifiuti. Mi son sempre chiesto chi sono quegli imbecilli che mettono i legni per tenere i cassonetti aperti e non fare la fatica di premere un pedale. Evidentemente sono abituati a vivere tra la puzza dei rifiuti e reputano troppo faticoso premerlo. Pedali che ormai in tanti cassonetti sono distrutti, così come tanti coperchi. C’è poi la prodezza di chi getta la spazzatura direttamente dal finestrino dell’auto. E col cassonetto chiuso come farebbe? E’ la raccolta differenziata alla messinese, poiché si differenzia dal resto d’Italia dove i cassonetti hanno quantomeno un coperchio. Si ricorda infine ai messinesi che esiste un servizio di raccolta gratuito per i rifiuti ingombranti. E’ gratis, neppure questo basta. A volte verrebbe da dire che alcuni messinesi si meriterebbero di essere sepolti dall’immondizia. Ma noi siamo sognatori. Possibile che debbano soccombere quei messinesi civili e puliti?

Sogniamo una città che abbia rispetto per le classi più svantaggiate, una città in cui gli scivoli per i disabili non siano sempre occupati e poi il Cavallotti è sempre mezzo vuoto, anche quando parcheggiare è gratis, perché a Messina fare 500 metri viene lontano, poi andiamo a Milano e fare 2 chilometri è vicino. Una città che garantisca i servizi sociali senza dover lottare per usufruirne. Una città che aiuti chi è più sfortunato, come quegli splendidi esempi delle mense di Sant’Antonio, Cristo Re ed altre, a testimonianza che qualcosa di buono in questa città ancora c’è.

Guardate le immagini della Messina degli anni ’60, una città splendida. Guardatela oggi, sommersa dai tir, con pochi spazi verdi, la visione del mare ostruita e tante auto in coda. Non ci rassegniamo, sogniamo ancora una città rinata, sogniamo cose semplici, a rendere Messina bella ci ha già pensato la natura. Sogniamo solo che i messinesi la rispettino.

“L’anno che sta arrivando tra un anno passerà, io mi sto preparando, è questa la novità…”.

(Marco Ipsale)

13 commenti

  1. Questo è un capolavoro……
    Complimenti….
    Buon anno a tutti messinesi veri……………

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  2. Nicolò D'Agostino 31 Dicembre 2012 19:43

    Che dire… mi auguro… no, non mi auguro, voglio, fortissimamente voglio che la mia città diventi una città a misura d’uomo. Una città accogliente e diversa. Non perché noi messinesi non siamo accoglienti ma perché vorrei che la mettessimo in pratica “l’accoglienza”. “Messina città aperta” e non più “Messina città massonica e populista”. Pur avendo raggiunto quasi 40 anni di lavoro, tra tanti lavori e tanta emigrazione, non mi sento un uomo al “capolinea” ma un uomo che ancora vuole spendersi per la Sua città. Da giovane cantavo la mia città tra il Teatro Savoia, il Teatro in Fiera, “L’Irrera a mare”… tempi in cui la povertà si coniugava con la saggezza di popolo… oggi la falsa ricchezza si coniuga con una sorta di follia collettiva. Voglio lanciare un grido di Speranza per la mia martoriata città. Tanti anni addietro, tornando dal Nord Italia composi una poesia che voglio donarVi come momento di riflessione. Auguri a Noi tutti “babbi” ma buoni messinesi.
    Messina, amore mio

    Là, dove s’incontra
    il cielo, il mare e la terra
    e dal mare la terra risale verso il cielo,
    ha inizio la mia sventurata terra
    che gli uomini fecero diventare tale.

    Quanta bellezza si pone
    sulle sponde degli antichi naviganti
    che all’aleggiar degli occhi
    lo spirito si espande
    e pace e serenità coglie.

    Questa eccelsa meraviglia
    gli uomini trasformarono in sofferenza
    per quanti in mezzo a lor
    della bellezza si compiacciono
    e degli altrui dolori han rispetto.

    Umano senso diedero al non senso
    vizi in virtù trasformarono
    e delle virtù debolezze fecero.
    Perché gente mia, perché gente mia ?
    Si ! Tormento e gioia mia.

    Ma Dio dov’è ? Dio non c’è !
    E come se c’è, certo che c’è.
    Al male minore misericordia diede
    per mitigar le sofferenze degli uomini
    e continuar a riversare il suo immenso amore.

    Ma amore, misericordia e giustizia
    nelle sue mani stanno
    e risposte dagli uomini attende.
    Al bene superiore i passi bisogna volgere
    ora che la storia poco può giustificare.

    Eccoci di nuovo di fronte alla perenne scelta:
    da una parte la vita con la sua umanità,
    dall’altra parte la morte con la sua incoscienza.
    A tale libertà l’uomo è chiamato
    Perché questo è l’unico e certo destino.

    Torna al Signore gente mia,
    apri il cuore alla sua grazia.
    Dalle macerie il giardino fai fiorire,
    ai tuoi giovani dai la Speranza,
    a te la tua dignità da costruire.

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  3. Angelo Silipigni 31 Dicembre 2012 19:48

    Tutta colpa dell’ignoranza. Il popolo è bestia. Tenuto soggiogato dalla cultura del consumismo e dall’atavico senso di impotenza dinanzi alle ingiustizie.
    Non è giusto che i maestri a scuola siano ignoranti.
    Non si deve aver fortuna nello scegliere una scuola anzichè un’altra.
    I genitori, che hanno coscienza e conoscenza, devono fare il loro dovere insegnando valori e rispetto.
    I bimbi di oggi saranno la società di domani; i miei figli imparano a scuola nulla dagli ignoranti di oggi preposti alla loro crescita civile e didattica.
    A scuola non si fa musica ne sport. Sono attività a pagamento per noi genitori. E le strutture?
    La gente fuma, si intossica e butta le cicche a terra. Non capisce. Si offende se glielo si fa notare.
    Messina è sporca perchè è intellettivamente sporca.
    Le persone non hanno soldi ma comprano le bombe per farle scoppiare a capodanno. A loro auguro che saltino via le falangi così si ricordano questo capodanno.
    I tir li hanno tolti dal boccetta e funestano il viale europa passando da una rotatoria nella quale i maleducati posteggiano mentre i vigili dormono. Ma adesso questi ultimi scrivono lettere per lamentare la loro condizione di abbandono…ma a cosa sono mai serviti negli ultimi 30 anni?
    Potrei continuare all’infinito ma mi sono stancato e devo barricarmi prima che qualche proiettile possa infilarsi in casa mia per mano di qualche stupido ignorante.

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  4. Belle parole e altrettanti bei sogni, ma se non si sogna vuol dire che siamo alla prima notte di quiete cioè morti. Mi auguro che tutto possa diventare realtà ed auguro a tutti un felice anno.

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  5. MA PER FAVORE, SIAMO REALISTI!
    Tutti si augurano che il 2013 sia migliore di quello che stà passando. Ma basta sentire i vari telegiornali e le cronache cittadine per capire che non lo sarà. Ogni anno che viene è peggiore di quello precedente, quindi perchè augurarsi una cosa che non avverrà mai? Non sono un pessimista, gufo, mavaro, cucca o altro, sono solo realista. E lo sto vivendo ogni giorno, sulla mia pelle e quella dei miei cari. Oramai ci attende il buio più pesto e il 2013 ne sarà l’anticamera.
    Sulla strada sono rimaste molte vittime ed altre se ne aggiungeranno con il nuovo anno. Altro che auguri…

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  6. Pino , Angelo e Fiorenzo hanno ragione,chi è realista sà bene che con questa gente tra politici e cittadini, nulla potrà cambiare in meglio e non si dica che è disfattismo, solo qualcosa di estremo potrà nel tempo far si che messina diventi una città, ma sino a quel momento è inutile prendersi in giro. Poi tutti possono sognare, ma i sogni non sono realtà. Buon ennesimo anno da ultima città d”italia.

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  7. Auguri, che ogni messinesi ami Messina e gli altri messinesi.
    Già questo renderà la città più vivibile, al resto deve pensarci l’amministrazione politica…sono ottimista sul vento di equità che soffia sulla nostra città, dopo anni bui di depredazione.

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  8. liliana parisi 1 Gennaio 2013 14:11

    Premesso che non metto legni per tenere aperti i cassonetti,ho notato che qualche volta sono messi in cassonetti con pedali rotti, e quindi l’alternativa(conoscendo i messinesi)è tra tanfo di spazzatura e sacchetti fuori.Ma mi chiedo: come mai le cose che notiamo noi cittadini(cassonetti senza coperchi, pedali rotti…) non le notano i vigili e non segnalano a chi ha competenza in materia? Vorrei poi rivolgermi a tanti proprietari di cani: se lasciate i loro escrementi sui marciapiedi, c’è da pensare che amate gli animali ma non rispettate gli altri esseri umani. A chi ha tacciato d’ignoranza i “maestri”,vorrei dire che non si può fare di tutte le erbe un fascio e che a volte questi insegnano anche cose che dovrebbero essere insegnate in famiglia.E poi una considerazione:perchè siamo sempre molto pronti a saper cosa devono fare gli altri e non altrettanto pronti a fare quello che possiamo e dobbiamo fare noi?
    Scusatemi se sono “pesante”,e tanti auguri a tutti: che ciascuno abbia in quest’anno ciò che più desidera(purchè non sia lecito!)

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  9. Mariella De Francesco 1 Gennaio 2013 16:07

    Anch’iooooooo mi sto preparando!
    “L’anno che sta arrivando tra un anno passerà, io mi sto preparando, è questa la novità…”.

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  10. Angelo Silipigni 1 Gennaio 2013 16:24

    Scommetto che lei fuma.

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  11. Parole santissime signora Liliana Parisi….
    Non è per niente pesante ha solo detto pura verità…….

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  12. Angelo Silipigni 1 Gennaio 2013 21:04

    Senza polemica, altrimenti la censura si abbatte, puntualizzo qualcosa:
    Lontano da me fare di tutta l’erba un fascio. Peró:
    I maestri hanno una missione ed hanno in mano il futuro dei nostri figli. È vero o non è vero che le basi le insegnano loro? Forse lei è maestra? Chiaro che ci sono buoni maestri e maestrini. Magari lei fa parte della prima categoria e si sente colpita. Non volevo offenderla.
    La scuola è pessima da troppo tempo ed il risultato lo abbiamo davanti agli occhi. Io abito al centro e mando mia figlia alla Enzo Drago per questioni di opportunità. L’ambiente è pessimo con alunni provenienti da maregrosso, fondo pugliatti eccetera…
    Ma c’è gente brava e gente meno brava e così non voglio fare di tutta l’erba un fascio. Andavo anch’io alle scuole pubbliche e credo dovrebbe essere giusto così.
    Ma la qualità delle insegnanti e della didattica è scarso e su questo non si puó transiggere. Ne conviene? Oppure forse lei non ha figli? L’attività fisica non esiste. La mando a pagamento.
    Seguo mia figlia in tutto, controllo i compiti e la aiuto. Ho avuto diversi incontri con insegnanti e preside perchè faccio il confronto con quello che fanno le cuginette in altre scuole e mi ricordo la mia maestra di parecchi anni fa.
    Mi dica cosa devo fare. Con grande disagio l’anno prossimo la manderó alla Mazzini.
    Queste sono le istituzioni. È piena decadenza.
    Magari lei non è ignorante ma è in minoranza.
    Faremo una statua a tutti i maestri che insegnano cose che dovrebbero essere insegnate in famiglia.
    Poi un’ultima considerazione: come mai non dovremmo essere pronti a pretendere dagli altri che facciano il loro dovere? Si viene pagati per farlo. E allora lo pretendo.
    A tempostretto: mettete le x sui nomi delle scuole se volete o censurate pure. La mia morale non è scalfita.

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  13. liliana parisi 8 Gennaio 2013 19:13

    Ho letto solo oggi il suo ultimo commento e vorrei fare qualche precisazione,sperando che lei la legga.Non intendevo difendere tutti gli insegnanti,perchè riconosco che alcuni non sono adeguati,però penso che siano una minoranza. Quanto alle scuole che funzionano o meno,le dirò che questo dipende non tanto dagli alunni che le frequentano,quanto dai presidi e soprattutto dagli insegnanti. In una stessa scuola ci possono essere insegnanti più istruiti e più attivi di altri.E spesso sono quelli che si mettono meno in vista: a volte i risultati si vedono nel proseguimento degli studi.Trovo giusto che i genitori pretendano per i figli un buon servizio e che protestino se non lo ricevono, ma devono essere non prevenuti verso gli insegnanti e collaborare con essi. Io ho insegnato in 4 diverse scuole medie della città, impegnandomi in tutte allo stesso modo. Comunque,le faccio i migliori auguri per i suoi figli.
    PS Nel mio commento,per distrazione, ho scritto “non lecito”invece di “lecito”

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