I costi della stagione estiva del Vittorio Emanuele, oltre 1 milione. E gli incassi previsti

I costi della stagione estiva del Vittorio Emanuele, oltre 1 milione. E gli incassi previsti

Rosaria Brancato

I costi della stagione estiva del Vittorio Emanuele, oltre 1 milione. E gli incassi previsti

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domenica 21 Giugno 2015 - 22:12

In estate il sipario del Vittorio Emanuele si apre a Furnari, Palermo, Taormina, al Monte di Pietà ed al Forte S.Jachiddu. Una programmazione che prevede investimenti per oltre un milione di euro e ricavi di pari importo basati sulle previsioni d'incasso su quasi 33 mila spettatori. Ma già il primo appuntamento, sabato 26 giugno a Furnari potrebbe non rispettare le aspettative.

Con l’arrivo del sole la programmazione del Teatro Vittorio Emanuele si sposta e va “in tour” tra città e provincia, spaziando dal Monte di Pietà, Forte San Jachiddu, Arena di Furnari, Teatro Greco di Taormina, teatro Verdura di Palermo.

Il tour prevede un investimento economico impegnativo pari alla cifra complessiva di oltre 1 milione di euro, a fronte di previsioni d’entrata circa di pari importo che si basano sugli incassi e su stime di sbigliettamento quantomeno ottimistiche.

La “mamma” della programmazione estiva è la seduta del Cda del 22 aprile che ha portato alla delibera n° 12 con l’autorizzazione alle spese previste per gli spettacoli ed alla successiva delibera 21 dell’11 maggio che riguarda i costi per Monte di Pietà e San Jachiddu, entrambe pubblicate sul sito dell'Ente. Sulle cifre relative all’Arena di Furnari, al teatro di Taormina ed a quello di Verdura Tempostretto ha già scritto e ritorneremo tra poco. Iniziamo invece dai costi previsti per gli spettacoli al Monte di Pietà ed al forte San Jachiddu, come da delibera n° 21 dell’11 maggio.

Alla luce della delibera n° 12 del 22 aprile, quella che riguarda la programmazione estiva, tenendo conto delle esigenze di presenza sul territorio e della possibilità di una convenzione con l’ex Provincia per l’uso del Monte di Pietà per 5 anni nel periodo giugno-settembre (vedi articolo correlato), l’Ente vara un calendario di spettacoli al costo complessivo di 94.500 euro, dei quali la metà, 34 mila euro già finanziati. Il programma, approvato con il sì di 4 consiglieri (assenti Altomonte e Moschella), contrario D’Urso, va ad implementare la già intensa Stagione artistica estiva del 2015.

Lo schema allegato alla delibera prevede una doppia opzione: un costo complessivo di 94.500 euro compresi il Mostrocaligola e gli spettacoli di danza, oppure 60.500 euro senza quegli spettacoli. I ricavi ipotizzati in base alla vendita dei biglietti sono di 33.500 euro, pari alla metà o a quasi un terzo delle spese. Andiamo per ordine.

Al Forte San Jachiddu dovrebbero andare in scena il Discorso alla nazione, Ero, Due, In fondo agli occhi e Domenico Cucinotta per un totale di costi pari ad 11 mila euro, e di ricavi pari a 6 mila euro. Al programma sono da aggiungere due repliche per il Mostrocaligola, che comporterebbero un aumento dei costi ma anche dei ricavi.

Al Monte di Pietà sono previsti 8 spettacoli di Pinocchio, 2 repliche dello spettacolo di Caspanello, 4 concerti, 4 eventi di danza e 4 relativi alla rassegna cinematografica, per un totale di 55 mila euro di costi e 22.500 di ricavi.

La delibera prevede anche 3.500 euro per pubblicità e comunicazione e 10 mila per allestimento spazi e personale. Complessivamente, tenendo conto di altre spese, i costi organizzativi sono di 16 mila euro.

Questi 94 mila euro vanno ad aggiungersi al resto della stagione estiva che prevede investimenti economici di circa 900 mila euro, per un totale finale, stando alle delibere di un milione di euro di costi.

Andiamo quindi alle cifre per Arena di Furnari, Taormina e Palermo.

In questo caso la delibera di riferimento è la n° 12 di aprile, approvata dal Cda che ne ha condiviso lo spirito e le cifre.

Sono 8 gli spettacoli in programma al Verdura di Palermo (Micha, Gerschwin, Antigone, Amleto, Cole Porter, Ruggiero, Piani Paralleli, Pastorale) costano 121 mila euro con una previsione di incassi per 5 mila spettatori di 180 mila euro ed un guadagno ipotizzato di 59 mila euro.

I 4 spettacoli programmati al teatro greco di Taormina ( Amleto, Gerschwin, Fresu, La Pastorale) costano 80.710 per un incasso ipotizzato di 207 mila euro (su 6.300 spettatori previsti) e un saldo attivo di 126 mila euro.

Gli spettacoli all’Arena di Furnari costano 696 mila euro più 50 mila euro per il palco con incassi previsti per 699.500 euro e un saldo di 3.500 euro. In realtà se si considera il costo tra spettacoli e acquisto palco la cifra diventa 746 mila euro, ma il discorso sull’Arena di Furnari, frutto di una convenzione con il Comune di Furnari e di una gestione della stagione affidata alla Sud Dimensione servizi è più complesso, soprattutto sul fronte dei costi e dei ricavi.

L’Arena di Furnari nasce grazie ad una convenzione analoga a quella stilata per il teatro Mandanici di Barcellona e che prevede un accordo tra l’Ente ed il Comune di Furnari quanto a ripartizioni di oneri e ricavi. La gestione della stagione è collegata da un’altra convenzione, in questo caso stipulata con la Sud Dimensione servizi.

Per l’Arena di Furnari gli spettacoli in programmazione sono 16, articolati in spettacoli di produzione dell’Ente (6 e cioè Comme un souvenir, Antigone, Amleto, Piani Paralleli, Gershwin e Cole Porter), 4 spettacoli direttamente organizzati dal Teatro e infine 6 acquistati in collaborazione con la Sud Dimensione servizi. I costi degli spettacoli di produzione dell’Ente sono quantificati nella delibera in 74 mila euro, mentre l’acquisto degli altri è pari a 434.000 euro (la formula è quella della percentuale sui biglietti venduti), per un totale di 508.000. I costi tra voci relative alla comunicazione, marketing, noleggio attrezzature, utenze, spese tecniche sono di altri 156 mila euro, ai quali aggiungere l’ammortamento per gli investimenti e gli imprevisti e si arriva a 696.000 euro. La somma però non è comprensiva di tutto l’investimento perché c’è il capitolo “Arena”. In questo caso la cifra prevista era di 80 mila euro per noleggio, montaggio, smontaggio e trasporto strutture e impianti, più altri 42 mila euro per il palco modulare. L’accordo con la Sud Dimensione servizi che si è accollata parte degli oneri relativi agli 80 mila euro ha consentito una diminuzione dei costi per il Teatro che ha stanziato quindi 50 mila euro per l’acquisto del palco da aggiungere ai 696.000 per la Rassegna estiva a Furnari. Gli incassi previsti con 20 mila e 900 spettatori sono di 699.500 euro, con un saldo di 3.500 euro.

In realtà, in base alle due convenzioni stipulate occorre precisare che prevedono relativamente agli incassi che al Comune di Furnari vadano 50 centesimi a biglietto venduto ed alla Sud Dimensioni servizi il 20% dei biglietti staccati per le produzioni dell’Ente e per gli spettacoli organizzati direttamente dall’Ente (dal momento che la società si accolla una serie di spese relative alla stagione compresa la biglietteria e la gestione della struttura) e del 45% per gli spettacoli acquistati direttamente dalla società. Ne consegue che le previsioni d’entrate relative agli incassi dovranno tenere conto di queste percentuali dirette all’amministrazione comunale (che ha messo a disposizione il terreno e ne paga la locazione, la predisposizione delle utenze e la realizzazione del parcheggio) e alla società.

Riassumendo: stando alle previsioni dei vertici del Teatro la stagione estiva dovrebbe far registrare quasi 33 mila spettatori complessivi nei siti individuati tra Messina, Furnari, Taormina, Palermo, con un incasso previsto per lo sbigliettamento di 1 milione e 120 mila euro. Sul fronte dei costi abbiamo una cifra complessiva di 1 milione 42 mila euro. In teoria un sostanziale equilibrio tra entrate ed uscite.

Presupposto fondamentale di questo equilibrio è che non vi siano ulteriori costi strada facendo non programmati, che gli incassi vadano integralmente all’Ente ( e abbiamo visto che così non è) e che le previsioni relative al numero degli spettatori corrispondano alla realtà. E’ proprio quest’ultimo punto ad aver spinto alcuni consiglieri del Cda ad invitare i vertici dell’Ente alla cautela, anche alla luce degli incassi finora registrati, ad esempio a Barcellona.

Se andiamo a vedere il primo spettacolo in programma all’Arena di Furnari, sabato 26 giugno Comme un souvenir, pomo della discordia nel Cda sia perché i costi della produzione sono arrivati all’attenzione dei consiglieri il giorno prima del debutto, sia perché i consiglieri hanno chiesto chiarezza sulle spese definitive relative al progetto ed alle successive repliche nei diversi siti, scopriamo che finora la prevendita è stata di pochissimi biglietti. L’Ente prevedeva d’incassare per lo spettacolo nella sola serata del 26 giugno 22 mila euro, con mille spettatori, ma le tre repliche al Vittorio non hanno fatto superare i 12 mila euro. Ad oggi, stando alla prevendita, il traguardo dei 22 mila euro appare lontano. Sempre stando alle previsioni l’Amleto (il cui costo per ogni singolo spettacolo si aggira sui 12 mila euro ed è stato prodotto dall’Ente per 96 mila euro) dovrebbe incassare 28 mila euro il 12 luglio a Palermo, 27 mila il 28 giugno a Taormina e 22 mila il 9 luglio a Furnari.

Le previsioni d’incassi maggiori riguardano Taormina dove il saldo attivo tra costi e ricavi ipotizzato è di 126 mila euro.

Rosaria Brancato

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