E il Mutoerema e l'Arrivoprimaio sostituirono Metromare. Ecco come andò.

E il Mutoerema e l’Arrivoprimaio sostituirono Metromare. Ecco come andò.

Rosaria Brancato

E il Mutoerema e l’Arrivoprimaio sostituirono Metromare. Ecco come andò.

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domenica 21 Settembre 2014 - 06:01

Sul finire del gennaio 2015 i barconi Mutoerema e Chisilamentafinisceinmare sostituirono gli aliscafi Metromare che dal 31 dicembre 2014 avevano cessato le corse nel disinteresse generale. Vi raccontiamo come è andata, dopo la convocazione degli Stati Generali di quellicheceranoprima e quellichecisonoadesso ed un'Assemblea durata diversi giorni per trovare la soluzione ed uscire dall'isolamento.

La mattina del 2 gennaio 2015 l’assessore Perna chiamò in lacrime il sindaco Accorinti. Il dramma era serio. Dopo aver festeggiato mezzanotte e il capodanno con i parenti l’assessore calabrese aveva deciso di fare altrettanto con la famiglia allargata d’oltre Stretto “Vi ho comprato pure la ‘nduja”, disse al telefono singhiozzando pensando alla valigia piena di salumi tipici, cipolle di Tropea e Amaro del Capo destinati ai colleghi di giunta. Lo sconforto era tale che non riusciva a raccontare l’accaduto. Il professore era giunto di buon mattino al porto di Reggio per prendere l’aliscafo, ma al molo non si vedeva neanche l’ombra di alcun mezzo in grado di stare a galla, né Metromare, né Bluferries e con quel valigione pieno di soppessata il solo pensiero di stare lontano dai colleghi probabilmente per tutta la vita in attesa che il Ministero ai trasporti ripristinasse un qualsiasi collegamento lo amareggiava più di ogni altra cosa.

“Fai un respiro profondo” rispose dall’altro capo del telefono Accorinti per invitarlo alla meditazione, e si ricordò che da 24 ore Messina e la Sicilia erano diventati un’isola come nell’era Paleozoica quando i treni e i traghetti non erano stati ancora inventati da Moretti e da Franza. Per tre mesi, da quando Bluferries aveva annunciato l’addio al porto storico e da quando il bando per Metromare era andato deserto tutti se ne erano fregati bellamente dei collegamenti nello Stretto di Messina, lasciando che a protestare fossero solo quei menagramo dell’Orsa e il deputato Enzo Garofalo, (mai accoppiata fu più bizzarra di questa, tra i fan di Che Guevara e uno dei primi seguaci di Silvio Berlusconi). Era passato l’autunno, era arrivato l’inverno, erano cadute le foglie, erano arrivate le piogge, ma tutti si erano scordati del fatto che Messina e Reggio dal 1 gennaio sarebbero stati lontanissimi, come Accorinti e Calabrò. Per la verità già da giugno il coprifuoco per i viaggiatori scattava durante la settimana alle 19 e poi nei week-end tutto il giorno. Ma dal 1 gennaio l’unica via di collegamento per i pedoni era la Caronte-Tourist solo per Villa San Giovanni e pare che la società avesse già pensato di aumentare il ticket e introdurre il “biglietto a peso” perché se aumentano i pedoni a bordo la nave rischia di affondare……. Da qui un nuovo tariffario abbinato ad una bilancia e biglietto doppio per obesi e donne incinte da più di quattro mesi.

Insomma, tra un dibattito sull’isola pedonale, un simposio sulla Città Metropolitana, una manifestazione contro il Ponte ed una a favore, nessuno si era ricordato che dal 1 gennaio Messina sarebbe diventata un’isola nell’isola.

“Tonino ho un’idea- disse Accorinti– Vai al molo della flotta comunale, quella ti collega pure con la Grecia a sei euro”. Perna smise di singhiozzare “E dov’è il molo?”. Accorinti chiamò al telefono tutti gli assessori della giunta, gli esperti a titolo gratuito, i consiglieri di Cambiamo Messina dal basso e gli esponenti di Indietrononsitorna e alla fine si arrese al fatto che non c’erano né il molo né la flotta. “Tonino torna a casa e domani all’alba prendi un treno da Villa così arrivi a Messina. Tranquillo, la soppessata non scade, e io comunque sono vegetariano”.

Nel frattempo convocò gli Stati generali,perché queste colpe sono di tutti, della deputazione regionale e nazionale di ieri e di oggi, è stata una distrazione collettiva iniziata quando Accorinti era ancora in cima al pilone. Per il giorno della Befana fu convocata a Palazzo Zanca la Prima Assemblea degli Stati Generali di quellicereranoprima e quellichecisonoadesso. Per l’occasione furono invitati anche quellichecisonosempreenonceneliberiamo ovvero gli evergreen. L’assessore Perna seguì l’assemblea via Skype perché non aveva trovato posto neanche nel treno notte diretto a Messina e di attraversare a nuoto non se la sentiva, troppo gelata l’acqua dello Stretto e lui non era più giovincello come un tempo.

Agli Stati Generali ognuno avrebbe dovuto fare una proposta, ma le prime 8 ore furono dedicate a capire di chi era la colpa maggiore e stava per finire a rissa ma per fortuna il sindaco, che ha la delega alla pace, li costrinse uno per uno a baciarsi e abbracciarsi sotto il vischio: Buzzanca e Ialacqua, D’Alia e Sturniolo, Nania e la Zafarana, fin quando non giurarono tutti di essere peace and love forever and ever e l’Assemblea ebbe finalmente inizio.

A fare il riassunto della situazione pensò Accorinti, che riuscì a sfiancare i presenti dopo altre 5 ore, mentre su una cartina geografica il vicesindaco Signorino indicava i punti strategici colati a picco dopo l’invasione barbarica. Una croce rossa era stata messa nello Stretto, un’altra sulle Ferrovie e su un doppio binario ed un’alta velocità diventate leggenda, un’altra sull’autostrada Messina-Palermo e sul viadotto Ritiro destinato ad essere messo in sicurezza tra 9 generazioni quando al posto del cemento si userà la forza del pensiero. Infine, ciliegina sulla torta, i collegamenti aerei con una croce rossa enorme sull’aeroporto di Catania (inutile metterla sullo scalo di Reggio perché era impossibile raggiungerlo). Insomma per un turista o un viaggiatore era diventato più semplice raggiungere Roma dalla Nigeria che da Messina.

“L’avevo detto io che bisognava fare il Ponte” tagliò corto Buzzanca, ma la Lo Presti lo zittì facendogli notare che gli unici ponti che si erano visti erano quelli d’oro fatti alla società e all’impresa. A votazione fu messo all’ordine del giorno che i deputati regionali al terzo e quarto mandato sarebbero stati rinchiusi in uno sgabuzzino fin quando non avessero ripreso dagli archivi almeno un loro atto concreto per l’autostrada, le ferrovie e le infrastrutture. Esclusa la fuffa, serviva un atto vero. Fu così che si persero le tracce di Santi Formica, Franco Rinaldi, Filippo Panarello e Giuseppe Laccoto fin a quando un lunedì di Pasqua qualcuno li ritrovò nello sgabuzzino sommersi da interpellanze e note d’indirizzo.

Intanto agli Stati Generali D’Alia tuonava: “Mi ricordo che mi sono opposto…” e lì scoppiò una risata collettiva perché nessuno, a memoria d’uomo si ricordava del centrista all’opposizione in un qualsiasi governo, sia pure di condominio. Il presidente nazionale dell’Udc decise quindi di assentarsi per guardare l’agenda e vedere quando era stato all’opposizione. Mancò diverse ore senza riuscire a trovare nulla e quando tornò trionfante dicendo: “Ho trovato, adesso sono all’opposizione della giunta Accorinti”, tutti ricominciarono a ridere iniziando dal vicesindaco Signorino, così D’Alia si mise in prima fila e aggiunse: “Va bè, prima o poi mi capiterà”.

Intanto c’era da risolvere il problema di come attraversare lo Stretto. Accorinti rilevò: “Io sono in grado di camminare sulle acque ma sinceramente non me la sento di portarmi sulle spalle i pendolari ogni giorno più volte al giorno”. L’Assemblea era sconfortata fin quando dall’ultima fila si levò una proposta: “Ho un’idea, facciamo un corso di formazione per insegnare a camminare sulle acque”. Tutti si girarono e si chiesero chi fosse quella signora sconosciuta ai presenti che aveva alzato la mano per intervenire, e qualcuno suggerì che era Maria Tindara Gullo, deputata nazionale del Pd. Gli altri si dichiararono perplessi dicendo: “Ma dove li troviamo i docenti? A parte Accorinti e Grillo nessuno sa camminare sulle acque”, ma qualcuno fece presente che nei Corsi di formazione quello dei docenti e dei corsisti non era mai stato il problema principale, era stato semmai, un fastidio. La proposta della Gullo fu però bocciata a maggioranza perché nessuno avrebbe mai voluto ammettere che Accorinti non solo sapeva camminare sulle acque ma addirittura avrebbe potuto insegnarlo ai messinesi. Via Skype l’assessore Perna intanto annunciò d’aver già organizzato la prima gara di nuoto integrata dello Stretto e la madrina sarebbe stata Federica Pellegrini. A dire la sua fu anche l’assessore regionale al turismo Michela Stancheris che propose di confiscare la Costa Romantica e l’Msc Simpatica, e dirottare le corse costringendole a fare tappa a Messina e Reggio. Mentre i presenti stavano per accapigliarsi entrò un omone scurissimo nella Sala, seguito da altri cinque simili a lui. Armato di mappe, bussola e remi fece una proposta che fu giudicata da tutti più che soddisfacente: “Noi scafisti vi offriamo 30 corse giornaliere a bordo dei nostri natanti, vi colleghiamo con Villa, Reggio, Mileto e se volete la domenica vi portiamo a Capri. Non c’è bisogno di fare bando di gara, appalti e proroghe. Facciamo prezzi agevolati per studenti e pendolari, le valigie sono gratis e in più garantiamo il ceck-in a bordo per i collegamenti con l’aeroporto di Reggio, ma succo d’arancia e arachidi le dovete mettere voi”.

Fu così che ex Metromare e Bluferries furono sostituite da nuovi barconi, il Mohamed III, l’Arrivoprimaio, il Chisilamentalobuttiamoinacqua e il più veloce di tutti: Mutoerema. Gli scafisti fecero un sacco di soldi e nel 2020 acquistarono la Cartour per passare al trasporto del gommato, cancellando la corsa diurna estiva.

Rosaria Brancato

6 commenti

  1. Far sorridere dopo la lettura TUTTOD’UNFIATO di una articolo è avvenimento raro nel panorama della stampa nazionale. La frase seguente è la più votata in famiglia. ” Io sono in grado di camminare sulle acque ma sinceramente non me la sento di portarmi sulle spalle i pendolari ogni giorno più volte al giorno”. COMPLIMENTI a Rosaria BRANCATO.

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  2. Far sorridere dopo la lettura TUTTOD’UNFIATO di una articolo è avvenimento raro nel panorama della stampa nazionale. La frase seguente è la più votata in famiglia. ” Io sono in grado di camminare sulle acque ma sinceramente non me la sento di portarmi sulle spalle i pendolari ogni giorno più volte al giorno”. COMPLIMENTI a Rosaria BRANCATO.

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  3. Gli Stati Generali furono interrotti per la pausa pranzo, che naturalmente era stata uniformata agli orari di chiusura dei negozi della famosa Isola Pedonale: 13,00 – 17,00. Un incauto consigliere chiese la parola per dire che forse, in quelle circostanze, quattro ore di pausa pranzo erano un po’ troppe e magari un po’ fuori luogo, ma fu zittito da un perentorio Accorintibehfel: “come osi? se i bottegai messinesi che hanno preteso l’Isola Pedonale alla faccia degli interessi comuni e dei residenti possono chiudere per quattro ore lasciando gli ormai sparuti turisti che sono arrivati a nuoto da Reggio a passeggiare davanti ai negozi chiusi, chi sei tu per opporti alla Sacra Pausa Pranzo?” L’incauto si rintanò dietro la lucida pelata di Ialacqua e si fece piccino piccino, terrorizzato all’idea che di non ricevere la sua fetta di soppessata pernana. Per 4 buone ore la manciuglia andò avanti allegramente. Cosa di meglio di una buona ginnastica mandibolare per dimenticare ogni problema?
    E si arrivò al caffè, gentilmente offerto dalla torma di etiopi appena giunti in barcone dall’est. Che bontà!
    Ma forse la soppessata era scaduta o non aveva resistito al rinvio di 24 ore imposto dal Sindaco, fatto sta che, dopo un po’ si cominciò ad avvertire uno strano lezzo, come di guano umano. “Eh, ragazzi, cercate di trattenere le viscere, siamo in digestione!”, qualcuno sentenziò. Ma, strano a dirsi, alla spicciolata, di creò una lunga cosa davanti ai bagni del Municipio che ci si rese conto subito, si dimostravano inadeguati all’improvvisa epidemia dissenterica esplosa nell’aula. Pozze fetide ovunque, gente che si tappava le narici con una mano e con l’altra il deretano, finestre inutilmente spalancate. Finchè qualcuno ebbe un’idea: “andiamo a farci curare al Piemonte, è qui vicino”. E la stigea folla si precipitò con le auto d’ordinanza al vecchio nosocomio. Solo il Sindaco usò la sua solita bicicletta, ma privata del sellino in modo da bloccare la perdita posteriore.
    Fu con foga inaudita che la folla giunse davanti alla porta del Pronto Soccorso. Ma, orrore! Essa era bloccata, sbarrata, incatenata, coperta di muschio ed edera. Qualche rom , svegliato dal clamore, fece capolino dalle finestre sbreccate dle noscomio. “Che volete? Che è ‘sto casino?” – “Aprite, aprite, abbiamo bisogno di aiuto immediato!”. “Qui non c’è più nessuno da un pezzo, sono tutti al Papardo”.
    “Cazzo, è vero, disse l’assessore alla Salute, ci siamo scordati che abbiamo fatto chiudere l’ospedale l’anno scorso; e ora che facciamo? Prima di arrivare al Papardo saremo morti disidratati!”.
    Solo il Sindaco manteneva il suo buddistico aplomb. “Silenzio, infami!” – disse la massima autorità sanitaria della fu città. ” Se seguiste i dettami del Gautama, sapreste che le sofferenze fanno parte della vita, più diarrea emettete, più facilmemte raggiungerete il Nirvana”.
    Qualcuno pensò che il Nirvana doveva essere un nuovo ospedale al centro o almeno così speravano, come lo avevamo sperato infartuati e ictuati per mesi….

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  4. Gli Stati Generali furono interrotti per la pausa pranzo, che naturalmente era stata uniformata agli orari di chiusura dei negozi della famosa Isola Pedonale: 13,00 – 17,00. Un incauto consigliere chiese la parola per dire che forse, in quelle circostanze, quattro ore di pausa pranzo erano un po’ troppe e magari un po’ fuori luogo, ma fu zittito da un perentorio Accorintibehfel: “come osi? se i bottegai messinesi che hanno preteso l’Isola Pedonale alla faccia degli interessi comuni e dei residenti possono chiudere per quattro ore lasciando gli ormai sparuti turisti che sono arrivati a nuoto da Reggio a passeggiare davanti ai negozi chiusi, chi sei tu per opporti alla Sacra Pausa Pranzo?” L’incauto si rintanò dietro la lucida pelata di Ialacqua e si fece piccino piccino, terrorizzato all’idea che di non ricevere la sua fetta di soppessata pernana. Per 4 buone ore la manciuglia andò avanti allegramente. Cosa di meglio di una buona ginnastica mandibolare per dimenticare ogni problema?
    E si arrivò al caffè, gentilmente offerto dalla torma di etiopi appena giunti in barcone dall’est. Che bontà!
    Ma forse la soppessata era scaduta o non aveva resistito al rinvio di 24 ore imposto dal Sindaco, fatto sta che, dopo un po’ si cominciò ad avvertire uno strano lezzo, come di guano umano. “Eh, ragazzi, cercate di trattenere le viscere, siamo in digestione!”, qualcuno sentenziò. Ma, strano a dirsi, alla spicciolata, di creò una lunga cosa davanti ai bagni del Municipio che ci si rese conto subito, si dimostravano inadeguati all’improvvisa epidemia dissenterica esplosa nell’aula. Pozze fetide ovunque, gente che si tappava le narici con una mano e con l’altra il deretano, finestre inutilmente spalancate. Finchè qualcuno ebbe un’idea: “andiamo a farci curare al Piemonte, è qui vicino”. E la stigea folla si precipitò con le auto d’ordinanza al vecchio nosocomio. Solo il Sindaco usò la sua solita bicicletta, ma privata del sellino in modo da bloccare la perdita posteriore.
    Fu con foga inaudita che la folla giunse davanti alla porta del Pronto Soccorso. Ma, orrore! Essa era bloccata, sbarrata, incatenata, coperta di muschio ed edera. Qualche rom , svegliato dal clamore, fece capolino dalle finestre sbreccate dle noscomio. “Che volete? Che è ‘sto casino?” – “Aprite, aprite, abbiamo bisogno di aiuto immediato!”. “Qui non c’è più nessuno da un pezzo, sono tutti al Papardo”.
    “Cazzo, è vero, disse l’assessore alla Salute, ci siamo scordati che abbiamo fatto chiudere l’ospedale l’anno scorso; e ora che facciamo? Prima di arrivare al Papardo saremo morti disidratati!”.
    Solo il Sindaco manteneva il suo buddistico aplomb. “Silenzio, infami!” – disse la massima autorità sanitaria della fu città. ” Se seguiste i dettami del Gautama, sapreste che le sofferenze fanno parte della vita, più diarrea emettete, più facilmemte raggiungerete il Nirvana”.
    Qualcuno pensò che il Nirvana doveva essere un nuovo ospedale al centro o almeno così speravano, come lo avevamo sperato infartuati e ictuati per mesi….

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  5. …..Nel 2021, il Papa ed il Dalai Lama dopo aver declinato i numerosi inviti di Accorinti emisero un comunicato congiunto : Carissimo figliuolo, grande testa
    di…ponte fra la politica e la religione, sono ormai più di 8 anni che ti ripetiamo che il Ponte unisce i popoli e che favorire la loro costruzione e’ cosa saggia buona e “spirituale” …parola congiunta del vero Budda, ( non del Budda-ce locale) e del Pontefice (pontem facere) . Convertiti e salverai la città assieme alla tua… anima.

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  6. …..Nel 2021, il Papa ed il Dalai Lama dopo aver declinato i numerosi inviti di Accorinti emisero un comunicato congiunto : Carissimo figliuolo, grande testa
    di…ponte fra la politica e la religione, sono ormai più di 8 anni che ti ripetiamo che il Ponte unisce i popoli e che favorire la loro costruzione e’ cosa saggia buona e “spirituale” …parola congiunta del vero Budda, ( non del Budda-ce locale) e del Pontefice (pontem facere) . Convertiti e salverai la città assieme alla tua… anima.

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