Guido Iannello, un grande messinese dimenticato

Guido Iannello, un grande messinese dimenticato

Guido Iannello, un grande messinese dimenticato

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domenica 02 Dicembre 2018 - 05:33

Nato a Santa Margherita, sopravvisse al terremoto del 1908 . Fu fondatore dell'AeroClub dello Stretto

La vita di Guido Iannello è sconosciuta ai più, il suo nome un grande zero, eppure ai suoi tempi fu un personaggio molto importante, ma la cittadinanza, dopo la morte, ha fatto presto a dimenticarlo.

Nato a Santa Margherita, sopravvisse al terremoto del 1908 e, a soli diciotto anni, si arruolò come volontario nella guerra in Libia (1911-1912).

Decorato in Nordafrica, decise di continuare l’esperienza militare, dapprima, come capocannoniere della Marina Militare e, in seguito, come pilota di aereo, arruolandosi anche stavolta come volontario nella Grande Guerra.

Divenne presto uno degli assi dell'aviazione italiana nella squadriglia del celebre Federico Martinego, segnalandosi in alcune epiche battaglie aeree come sui cieli di Brindisi nel 1916, e sull'Alto Adriatico nel biennio 1917-1918.

Pluridecorato al termine del conflitto, divenne collaudatore della Società Idrovolanti Alta Italia a Sestri Levante e, in tale veste, fu il partecipante italiano nella famosa competizione aerea della Coppa Schneider.

La competizione nacque nel 1913 e vide per oltre un ventennio la partecipazione di oltre 200 mila persone ad ogni evento. La gara, tra idrovolanti, prevedeva il completamento di un circuito di 20 miglia.

Gli italiani vi parteciperanno per la prima volta con Iannello: è il 10 settembre 1919, sui cieli inglesi di Bournemouth. Nell'occasione, Iannello, riuscì a battere le squadre inglese e francese ma venne squalificato dai giudici per un'irregolarità (secondo la giuria, verso la fine dell’ultimo giro, l’idrovolante guidato da Iannello, un Savoia S.13, non percorse l’ultima parte del percorso, una questione di 50 o 100 metri). Forse, un pregiudizio nei confronti degli italiani. Infatti, sul luogo, persisteva una nebbia che rendeva impossibile verificare una simile veridicità.

Tuttavia fu decorato con la medaglia d'oro dal re Vittorio Emanuele III per l'epica impresa e il suo nome divenne famoso in tutta Italia.

Tornato definitivamente a Messina, fu fondatore dell'AeroClub dello Stretto.

Muore, dopo una lunga malattia, il 9 aprile 1931, lasciando una moglie e due figli piccoli.

Domenico Mazza

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