Strage dei locali. Messina, ore 21: quelle luci che potrebbero non accendersi mai più VIDEO

Strage dei locali. Messina, ore 21: quelle luci che potrebbero non accendersi mai più VIDEO

Rosaria Brancato

Strage dei locali. Messina, ore 21: quelle luci che potrebbero non accendersi mai più VIDEO

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martedì 28 Aprile 2020 - 22:54

In tutta Italia i locali hanno acceso le luci alle 21 per spegnerle alle 21.15. A Messina quelle luci hanno inondato una città spettrale

La via Garibaldi immersa nel buio, alle 20.59. Senza auto, senza vita. Poi, lentamente, alle 21 si sono accese le luci dei locali. Una, due, tre. Luci su una strada vuota, sui tavolini vuoti, su una città che muore. In 300 tra gestori di bar, ristoranti, gelaterie, pub, hanno aderito tra Messina e provincia ad una manifestazione che è nazionale.

Gli ultimi a riaprire

Nella filiera delle riaperture sono gli ultimi, il 1 giugno, ma con un destino amaro. Due mesi di chiusura alle spalle e lo spettro della fine da giugno. Nessun sostegno, cassa integrazione mai arrivata in gran parte dei casi, incassi azzerati, canoni di locazione da pagare, bollette, dipendenti. E adesso nessuna certezza sul futuro. Anzi sì, una certezza ce l’hanno: le misure ventilate per aprire in sicurezza, faranno crollare gli introiti e i clienti. Se non muoiono adesso moriranno ad agosto.

Siamo morti che camminano

Siamo morti che camminano”, dicono. Ed a Messina il bilancio è più pesante perchè questi piccoli imprenditori costituiscono la spina dorsale del tessuto economico di una città che si apprestava ad una stagione turistica e che sarà di fame. La protesta in tutta Italia è stata simbolica. Alle 21 ognuno nel suo locale ha acceso le luci, l’insegna, ed è rimasto sulla porta di un locale vuoto, spettrale. Le luci hanno inondato la via Garibaldi. Si è sentita anche una musica ed ogni nota era una fitta al cuore. Sono stati 15 minuti durante i quali ognuno di loro ha pensato alla fatica, al sudore quotidiano che li ha accompagnati in una vita di lavoro. E adesso quella vita è in bilico tra il tracollo e la sopravvivenza.

Domani la consegna delle chiavi

Hanno una serie di proposte, non vogliono assistenzialismo, vogliono lavorare e rispettare le regole. Ma non vogliono più essere presi in giro. Domani consegneranno al sindaco (come in ogni città d’Italia) le chiavi dei locali, in modo simbolico, ed i contratti d’affitto. Un grido che attraversa il Paese da nord a sud, da Udine a Palermo. Alle 21.15 quelle luci si sono spente. Una per una. Ed il pensiero di questi esercenti è andato alle speranze che avevano sulla stagione che sarebbe arrivata e che invece non c’è stata. Occhi velati da emozione hanno accompagnato ogni singola luce che si spegneva. Come un sipario che cala. Ma loro sono combattenti. Chi ha sempre lavorato sa che la strada è dura. Una luce che si spegne è anche la speranza di vederla ancora accesa. Ma non dobbiamo lasciarli soli. Nessuno pensi di essere al sicuro, perchè nessuno si salva da solo in una barca, neanche chi sta in prima classe. Nessuno si salva da solo. Messina è fatta di queste piccole attività, è fatta di turismo, di ristoranti, bar, pasticcerie. Senza un pezzo di Messina la città muore. Alle 21.16 la via Garibaldi è tornata nel buio.

DIRETTA FACEBOOK DELLA PROTESTA-riprese Leonardo Romeo

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15 commenti

  1. Non capisco i motivi della protesta, sarà mica colpa del governo se c’è una pandemia di CoVid19?
    Questi signori pensano che ci siano solo loro in difficoltà ?
    Sarei curioso di vedere i fatturati di questi esercizi, e su quello dare loro un contributo, quanto hai battuto in scontrini a marzo, aprile e maggio 2019, quanto hai speso di materia prima, bollette personale etc etc, voglio essere generoso, nelle spese non calcoliamo gli ammortamenti, fatto il calcolo vediamo quanto è la differenza ed eroghiamola come aiuto!
    Secondo me le sorprese non mancheranno!

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    1. In base agli scontrini, le ricevute e le fatture emesse, lo Stato erogherebbe cifre ovviamente “irrisorie”

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  2. È necessario che ognuno faccia la sua parte: personalmente, in qualità di “parte locatrice” di alcuni locali commerciali affittati a bar e ristorazione, ho rinunziato ai canoni di Marzo ed Aprile

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  3. Dovrebbero dare prima di pretendere! La maggior parte dei datori di lavoro sfrutta e non paga. Per non parlare dei contratti

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  4. 27 aprile 2020
    “Finora l’Inps ha ricevuto dalla Regione Siciliana 519 decreti (tutti autorizzati) per la cassa integrazione in deroga, per un totale di 1.230 lavoratori interessati”. Lo comunica lo stesso istituto di previdenza in una nota riepilogativa sulle prestazioni erogate con riferimento al decreto “Cura Italia”.
    I lavoratori per i quali è stata richiesta la cassa integrazione a marzo sono stati quasi 140 mila. I primi decreti sono arrivati all’Inps solo la settimana scorsa. I dati, aggiornati ad oggi, danno anche conto di 17.083 domande di cassa integrazione ordinaria autorizzate su un totale di 19.293 pervenute all’Inps in Sicilia. Sono stati disposti pagamenti per 27.899 lavoratori.

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    1. La VERGOGNA della SICILIA

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  5. Il problema non è solo quello del dpcm che impone la chiusura a questi esercizi che comunque a breve riapriranno con delle regole . Il problema della paura che coinvolge molte persone, che non si sa se ritorneranno a frequentare nel breve periodo i locali pubblici, è quello che veramente può mettere in ginocchio queste attività. Speriamo che questa paura non vinca.

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  6. emmeaics se non capisci i motivi della protesta probabilmente vivi su marte o sarai simpatizzante di questo Governo che con la sue decisioni non decisioni sta mettendo in ginocchio l’economia Italiana .

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    1. Mimmo, se non capisci le ragioni di chi ha un’idea diversa dalla tua sei sicuramente terrestre e contrario a questo Governo. Le misure di cautela sono state definite anche attraverso l’aiuto di un gruppo di esperti con un curriculum sicuramente diverso da quello della stragrande maggioranza dei lettori dell’ottimo Tempostretto.

      Io attenderei di capire come si sviluppa il contagio fino al 18 maggio. Comprendo bene le difficoltà in cui versano moltissimi lavoratori autonomi ed imprenditori, ma condivido le cautele di chi vuole aprire per gradi (e quanto sta succedendo in Germania può essere indicativo, per chi ha occhi per vedere).

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    2. Lei non xxx leggere, il Governo sta facendo quello che è giusto che si faccia per evitare una strage come in Lombardia e nel resto d’Italia. Abbiamo visto ieri cosa è successo in Germania e Francia. Solo degli irresponsabili possono pensare di riaprire tutto e subito, così davvero quel che resta dell’economia se ne andrebbe a ramengo.

      So bene di cosa parlo invece, gli aiuti devono essere dati in base al fatturato degli stessi mesi del 2019, ovvero scontrini e ricevute battuti. Altrimenti ancora una volta i furbi, se ce ne sono tra i gestori dei locali, saranno premiati e per furbi intendo chi non batte gli scontrini, chi sotto paga il personale, chi ha lavoratori in nero.

      Chi è onesto non ha nulla da temere ovviamente! Ricordiamolo sempre chi evade tasse e contributi fa concorrenza sleale ai tantissimi operatori onesti.

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      1. Grande: condivido ogni virgola.

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  7. pazzesco:da un paese fallito ci siamo riscoperti un popolo di sportivi, industriali,e imprenditori,con prime seconde e terze case,ma lo volete capire che anche se si riaprisse tutto non sarà più come prima? scrivo da bergamo e sono messinese non avete idea di cosa potrebbe succedere in sicilia,smettela con le luci accese e le serenate sui balconi, senza una cura e un vaccino sarà ogni giorno come una roulette russa,la pandemia non si ferma colpisce e colpirà ancora

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  8. ritengo, aldilà del dpcm del presidente Conte, che a conti fatti sarebbe meglio che rimangano chiusi perchè fra la paura dei cittadini nel convivere con virus, e le spese di apertura fra frigo e personale e quello che non si consuma si deve necessariamente gettare , le perdite saranno di gran lunga maggiori. secondo me la protesta deve avere il fine di avere aiuti a fondo perduto.

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    1. verissimo, saranno davvero in pochi almeno all’inizio a riprendere le vecchie abitudini, la paura è ancora tanta in giro!
      quasi 30mila morti che potrebbero tranquillamente essere il doppio per via dei morti a cui non è stato effettuato il tampone, non si dimenticano da un giorno all’altro.

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    2. Aiuto basato su una media dei fatturati nei corrispettivi mesi del 2019-2018-2107
      E chi ha fatto il furbo pagherà pegno stavolta…speriamo

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