"Stretto di Messina. L'ultima trovata: traghettamento ad alta velocità..."

“Stretto di Messina. L’ultima trovata: traghettamento ad alta velocità…”

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“Stretto di Messina. L’ultima trovata: traghettamento ad alta velocità…”

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giovedì 30 Luglio 2020 - 07:46

Dal tunnel all'attraversamento ad alta velocità, proposte anti-ponte bizzarre e non realistiche. La riflessione di Roberto Di Maria

Dopo la “Diagonale AV” rifilata dal governo come soluzione di tutti i problemi di trasporto del meridione, e dopo l’idea di sostituire il Ponte sullo Stretto con un bel tunnel subalveo a -250 m., pensavamo di non dover sentire altre idee geniali per un bel pezzo. Dimenticavamo che il nostro è un paese di santi, scienziati e, soprattutto, navigatori. O, meglio, traghettatori.

Dalle balene fifone agli uccelli

Sottovalutavamo, infatti, la capacità dell’italico stivale di sfornare sempre nuove proposte, nel campo dei trasporti, attinenti o meno alla logica. Pronte ad avere la massima eco da parte degli organi di stampa, soprattutto se utili al nopontismo militante, a corto di argomenti nuovi. Anche quelli più toccanti, come la storia delle balene fifone, terrorizzate dall’impalcato, o quella degli uccelli miopi, spiaccicati sulle torri, finiscono per fare il loro tempo.

Il traghetto ad alta velocità

Eccoci quindi serviti: il TGR Sicilia del 21 luglio scorso, alle ore 14:00 ci informa della proposta che possiamo certamente candidare a genialata del momento. Si tratterebbe, infatti, di traghettare i treni per intero, senza dividerli in gruppi di carrozze, come si fa adesso; operazione necessaria per caricare i vagoni, affiancandoli sul ponte delle navi traghetto, ben più corte di un treno normale. Ma questo è niente: si potrebbe adottare lo stesso metodo anche per i treni ad Alta Velocità, pur essendo elettrotreni a “composizione bloccata”, ovvero non scomponibili in carrozze.

I treni bonsai

Per elaborare questa originalissima idea si sono dovute mettere insieme ben sei Università (sic!) delle due regioni coinvolte, Sicilia e Calabria. Non deve essere stato facile, infatti, pervenire alla geniale soluzione da adottare che, da indagini segretissime che abbiamo condotto, risulterebbe essere la seguente: accorciare i treni!! Poco importa, per chi ha perso le notti a concepire questa rivoluzionaria idea, che i treni ad alta Velocità siano normalmente lunghi quasi il doppio del ponte di un Ferry Boat. Volete che sia un problema, in tempi di Recovery Fund, costruire un’apposita flotta di Frecciarossa e, potete scommetterci, anche dei rivali Italo, “accorciati” fino alle dimensioni volute? Avremo finalmente l’Alta Velocità in Sicilia e con graziosi treni su misura, versione bonsai.

I tempi

Il tutto porterebbe i tempi di traghettamento, pensate, a meno di un’ora (59 minuti, come ha dichiarato l’esperto intervistato) e consentirebbe di coprire l’intero tragitto Catania-Roma in 6 ore e mezza! Soltanto il doppio, o poco più, di un Roma-Milano! E con il vantaggio, impagabile, della rilassante sosta di un’ora, comprensiva di crociera sullo Stretto. A questo punto, presi dall’entusiasmo, ci permettiamo di suggerire un’altra soluzione geniale, anch’essa originalissima: spendendo qualche centinaio di milioni di euro in più si potrebbero rendere le navi bidirezionali. Ciò consentirebbe di evitare le attuali, fastidiose manovre di inversione di marcia dei traghetti durante il viaggio, riducendo ancora i tempi complessivi di altri 2/3 minuti !!

I costi

Certo, i treni più corti renderebbero necessario aumentare le corse dei traghetti per mantenere inalterata l’offerta attuale, incrementandola, magari, con i nuovi trenini AV. Ma che problema c’è? I costi di ogni traghettamento, pressochè invariati rispetto ad oggi, sarebbero ripartiti sul prezzo dei posti disponibili. Certo, essendo questi ultimi più che dimezzati, ci sarebbe un discreto extra-costo per singolo passeggero; ma sicuramente, pensando ai salassi delle compagnie aeree, l’utente ferroviario non se ne accorgerebbe nemmeno.

Dell’inquinamento prodotto dai traghetti, poi, non gliene è mai fregato nulla a nessuno, tanto meno agli ambientalisti, troppo occupati dai possibili ostacoli lungo la rotta di volatili e cetacei… Figuratevi se qualche migliaio di tonnellate di CO2 in più possa sconvolgere gli studiosi delle sei università, per lo più lontane dallo Stretto, impegnate in questa monumentale attività di ricerca. Che, incentrata com’era sullo Stretto, ha perso di vista le tante utilissime fermate (Gioa Tauro, Scalea, Aversa, Formia…) che rallentano gli Intercity nel continente; come il fatto che i Frecciabianca devono essere instradati sulla linea “lenta” anche a nord di Salerno.

A proposito di Stretto, escogitate queste “rivoluzionarie” soluzioni trasportistiche, a chi volete che interessi più, il Ponte? Tutti soldi risparmiati, utilizzabili per opere finalmente utili… Come l’irrinunciabile autostrada Cispadana o il fondamentale raddoppio ferroviario Codogno-Mantova.

Ingegnere Roberto Di Maria

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16 commenti

  1. ni mogghiunu comu vonnu…..

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  2. Egregio Ingegnere, apprezzo la sua concreta riflessione e, da fautore del ponte sullo stretto quale sono, le chiedo di illuminarmi sulle soluzioni tecnologiche che si adotterebbero per contrastare il continuo allontanamento, in direzione nord-sud, delle due coste e che in base alle mie informazioni è (o era) di circa 7 millimetri all’anno.

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    1. ROBERTO DI MARIA 1 Agosto 2020 01:22

      Le ha già risposto egregiamente Giovanni Mollica.

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  3. Ci sono 5 paragrafi di commenti prima dell’informazione. Più che un articolo di giornale sembra lo sfogo verso una suocera. L’importante è che “nuora intenda”…

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  4. Ma non è meglio mettere in fila, accodate, due/ tre navi traghetto in modo da traghettare treni di qualsiasi lunghezza?????

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    1. ROBERTO DI MARIA 1 Agosto 2020 01:24

      Naturalmente, lei sta scherzando….

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  5. Non sono contro il ponte, ma penso che avere dei decenti collegamenti interni alla Sicilia con treni ad alta velocità sarebbe già un punto di partenza.
    I tempi di percorrenza attuali sono ridicoli.
    Sarebbe anche bello avere da Villa SanGiovanni un’alta velocità degna di questo nome.
    È emozionante parlare di ponte, se ne parla che mia madre era bambina, ma sembra più un modo per distrarre l’attenzione e non fare quello che in altri luoghi è normalità.
    Dimenticavo di dire che le autostrade in Sicilia le chiamiamo così solo perché non abbiamo pudore. Non hanno nulla di un’autostrada.
    Però i politici palatini del ponte potranno mettersi un altro gagliardetto per l’ennesima battaglia che l’orco brutto e cattivo dello stato gli ha fatto perdere non per colpa loro. Dimenticando che da sempre nei vari goveni ci sono stati siciliani di ogni tipo di maglia politica.
    Avanti tutta con il ponte ed altre curiose soluzioni. Se poi i treni viaggiano come 20 anni fa’ non fa niente.

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  6. Giovanni Mollica 30 Luglio 2020 15:57

    Geniale la trovata di Barresi, Mannino e del megaprof. Francesco Russo. Ma a parte l’idea balzana di dimezzare i treni (cioè gli incassi, lasciando inalterati i costi), di progettare e fabbricare navi più adatte a finire in un museo degli orrori che a navigare, di utilizzare Frecciabianca che perderebbero 50′ sulla Roma-Napoli (perché obbligati a fare la linea di Formia e non quella ad AV), a parte queste quisquilie, perché questa grande idea non si applica subito con gli Intercity? Senza bisogno di nuove navi e nuovi treni. Risparmiando così quasi un’ora da domani. Forse perché è una corbelleria?

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  7. Giovanni Mollica 30 Luglio 2020 16:04

    È un problema ampiamente moto e già risolto sulle migliaia di viadotti, ponti e cavalcavia di tutto il mondo. Usano tutti giunti che scorrono al solo dilatarsi dei materiali. Diventerà grave quando le coste si saranno allontanate per più di 6 metri. Cioè tra 4 o 5 secoli. P. S. I mm di allontanamento non sono 7 ma 1-2.

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    1. Scusami, ma da dove l’hai presa questa informazione???
      Ti consiglio di frequentare un pò di più il dipartimento di Geologia a Messina e ti diranno che non si tratta di 1 mm….
      Riguardo i giunti di dilatazione, si chiamano tali perché riguardano appunto la dilatazione termica del metallo di cui sono fatti e che riguarda tutte le strutture metalliche.
      Niente a che vedere con l’allontanamento di 2 coste…. Quanto dovrebbero essere sti giunti?

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      1. ROBERTO DI MARIA 1 Agosto 2020 01:44

        Quindi giunti capaci di assorbire 6 m. (metri) non riuscirebbero ad assorbire 1/2 mm ? ma facciamo pure finta che siano 7 mm, ovvero 7 millesimi di un metro, per capirci.. Colo perchè si tratta dell’allontanamento di 2 coste, mentre ogni giorno avvengono allungamenti della campata mille volte maggiori?

        P.S.: lei non ha capito che si sta confrontando con tecnici che conoscono profondamente la materia, e mi riferisco all’ing. Mollica più che al sottoscritto… Sia meno supponente e rifletta sulle informazioni che riceve. Ne uscirà arricchito. 😉

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  8. Finalmente una cosa positiva se si avverasse abbiamo fatto bingo abbiamo risolto tanti problemi.Cari politici aiutateci la Sicilia sta perdendo tanti sacrifici si è fatti,ora questa iniziativa è meravigliosa. Non abbiamo bisogno del ponte,abbiamo bisogno di portarci avanti e questa è una bella iniziativa.

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  9. Ma non è meglio una carrucola? Mi fannu moriri di risati……

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  10. A parte la nota sarcastica sulla tipologia di ponte da utilizzare mi fermerei invece ad analizzare l’aspetto dei cosiddetti minitreni-AV. Va considerato che in Sicilia ogni treno che origina o arriva ha almeno due antenne ( Palermo e Catania) in passato erano addirittura tre ( Agrigento), detto questo un treno alta velocità completo come un etr 600 a nove vagoni/casse ( il più appropriato in quanto dotato di pendolamento ) costa quasi 30 mln di euro. In spagna il treno corrispondente è s-114, cioè un etr 600 a 4 casse al costo di 13 mln di euro. Il treno spagnolo s-114 a 4 casse misura circa 108 metri, dimensioni che permettono di imbarcare due treni da 4 casse sia sulle navi classe villa sia sulla Messina. Fermo restando la necessità del ponte, quella dei convogli in doppia composizione potrebbe essere una soluzione adottabile nell’immediato.

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    1. ROBERTO DI MARIA 1 Agosto 2020 01:38

      Perchè mai dovremmo prendere in prestito i treni dalla Spagna? Non siamo forse in grado di farli “su misura” in Italia? il problema è il costo dell’operazione, non la possibilità tecnica! Ma rifletta: lei propone di infilare 2 treni da 4 casse fatti su misura in una nave traghetto? in questo caso cosa avremmo guadagnato rispetto ad un normale Intercity, dal momento che per il traghettamento del treno (opportunamente spinto dopo averne predisposto il gancio) ci vorrebbe cmq un tempo di un paio d’ore, o giù di li ? e dovendo utilizzare linee obsolete da Salerno in giù, tipo la PA-ME con tratti limitati a 80 km/h, questi treni non avrebbero le stesse velocità commerciali degli Intercity? E quante corse di navi traghetto ci vorrebbero? Quali i costi? Il numero di passeggeri trasportati in un treno così piccolo, quanto sarebbe? Ne varrebbe la pena, a costi di traghettamento identici?

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  11. Per quanto riguarda l’idea dei treni freccia rossa A. V. SICILIA-ROMA- CONTINENTE, PENSO CHE LA COSA SI POTREBBE RISOVERE, UTILIZZANDO DUE TRENI COMPOSTI DA QUATTRO CARROZZE CIASCUNO. DETTI TRENI OPPORTUNAMENTI AGGANCIATI FRA DI LORO, VIAGGEREBBERO NEI BINARI DELLA PENISOLA, COME UN UNICO TRENO.
    A VILLA S. GIOVANNI, IL TRENO VERREBBE SGANGIATO IN DUE PORZIONI AUTONOME CHE ENTREREBBERO AUTONOMAMENTE NEL TRAGHETTO. A MESSINA I DUE TRENI VERREBBERO ISTRADATI , UNO PER PALERMO E L’ALTRO PER CATANIA SIRACUSA. AL RITORNO A MESSINA I DUE TRENI, ENTREREBBERO AUTONOMAMENTE NEL TRAGHETTO. A VILLA S. GIOVANNI, I DUE TRENI VERREBBERO NUOVAMENTE AGGANGIATI, IN UN UNICO TRENO E PROCEDERE POI IL VIAGGIO VERSO IL CONTINENTE. SALUTI A TUTTI . G FERRERI

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