Sud chiama Nord: “I 65 milioni per Messina non erano soldi del Monopoli”

Sud chiama Nord: “I 65 milioni per Messina non erano soldi del Monopoli”

Giuseppe Fontana

Sud chiama Nord: “I 65 milioni per Messina non erano soldi del Monopoli”

martedì 14 Ottobre 2025 - 11:30

De Luca e co. fanno il punto sui fondi regionali per risanamento ed ex Sanderson, svelando i retroscena della battaglia politica

MESSINA – Sud chiama Nord ha voluto fare il punto sui “finanziamenti definiti della Regione Siciliana” per Messina. Nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca davanti ai giornalisti si sono presentati Cateno De Luca, il sindaco Federico Basile, il deputato regionale Matteo Sciotto, il coordinatore regionale Danilo Lo Giudice e il direttore generale del Comune Salvo Puccio. Assente il deputato Giuseppe Lombardo per impegni in commissione a Palermo.

Il sindaco Basile: 65 milioni destinati a Messina

Basile ha aperto i lavori ricordando come all’attivo di De Luca ci fosse una grande dotazione finanziaria a Messina “congelata. Dietro questi fondi assegnati poi dalla Regione c’è una storia, un progetto e un lavoro che è partito nel 2018 e che ha portato a 65 milioni destinati a Messina. Parliamo di 40 milioni per il Risanamento che richiamano a una delibera del 1990, 35 anni fa. E a questi si aggiungono 25 milioni che si collegano alla cessione dell’area ex Sanderson, altra realtà dimenticata della città. È sempre stata lì, mai considerata, fin quando un emendamento ha consentito il trasferimento di queste risorse per la sua rigenerazione. Siamo certi che Messina questi soldi se li è meritati e li saprà spendere per la cittadinanza”.

Lo Giudice ha ripercorso la storia partita nel 2018 “con l’intuizione di Cateno De Luca. Si parlava di altri fondi, allora, ma Cateno ebbe l’intuizione di parlare dei fondi Poc prima degli altri. Nessuno sapeva né della loro esistenza né cosa fossero. Questa intuizione ha messo in discussione 350 milioni di euro. E Cateno ha preteso di essere protagonista. A Messina sono arrivati 120 milioni dando avvio a questo percorso ed è lì che sono partite le teorie. C’era chi diceva che fossero soldi del Monopoli. Ma sono soldi veri. Le lungaggini sono state burocratiche, ma oggi queste risorse vedono la luce. Non parliamo solo della città di Messina ma dell’intera SRR, cioè 46 Comuni”.

L’esperienza dell’ultima finanziaria

Matteo Sciotto ha poi aggiunto: “L’esperienza dell’approvazione dell’ultima finanziaria è difficile da raccontare. C’è stato un teatro, tragedie, tradimenti, un’esperienza assurda. Ma ciò nonostante Sud chiama Nord ha ottenuto risultati importanti. C’è chi ha lottato per le nomine e per propri interessi. Noi abbiamo continuato a lottare per risultati concreti per le nostre comunità. Sono tre anni che lottiamo per gli ex Asu ad esempio, ed è una battaglia negli interessi di queste famiglie che porteremo avanti”.

I retroscena sui fondi extra bilancio

Poi De Luca: “Mentre Danilo raccontava le dinamiche, mi è tornato in mente quanto è successo nel 2017. Un retroscena simpatico. Io ero secondo assessore della Giunta Musumeci, per un accordo Udc-Sicilia Vera. Con quell’accordo puntavano su Messina ed è stato un risultato raggiunto. L’accordo era di arrivare al Parlamento e c’era anche la nostra presenza in Giunta. Per me era un passaggio in giunta ma l’operazione era avere un assessorato per Sicilia Vera. Poi però sono stato arrestato l’8 novembre e sono diventato di nuovo l’appestato”. E ancora: “Io e Salvo Puccio ci siamo visti una notte e gli ho detto che dovevamo inventarci qualcosa per i fondi extra bilancio. Volevamo capire se ci fossero cassetti non ancora aperti. E ne abbiamo trovato uno da 2 miliardi, questi fondi Poc non ancora spesi. Chiudiamo l’accordo e troviamo lo strumento, così da andare avanti. E dove siamo arrivati? Facciamo parlare la storia”. De Luca ha quindi proiettato un breve video del 30 aprile 2018 in cui si vede Valentina Zafarana, ex deputata del M5s, ma anche altri come Ciancio di Catania o Cancelleri di Caltanissetta, che si scagliavano contro i fondi a Messina e lo stesso Cateno. Si legge “Zafarana fa l’ennesimo tentativo di togliere 20 milioni a Messina per l’emergenza idrica” mentre viene mostrato un emendamento dell’ex deputata poi bocciato. Nello stesso video anche un emendamento per eliminare 25 milioni per l’ex Sanderson, bocciato anch’esso.

De Luca ha spiegato che “questi 350 milioni erano destinati a Messina ma mi sono ritrovato con una guerra dei 5 stelle, con raffiche di richieste di voto segreto per tentare di coinvolgere il centrodestra. Vi ricordate poi le accuse che abbiamo subito dopo l’approvazione della manovra? Ci dicevano che i finanziamenti erano balle spaziali. C’erano siparietti e attacchi. L’articolo 99 aveva una trentina di commi con nome e cognome”. Nelle slide si parla di 20 milioni per l’emergenza idrica, i 25 milioni per la bonifica dell’ex Sanderson, i 40 milioni da riattivare per il Risanamento. C’è anche un articolo sul trasferimento della Sanderson al Comune: “Cinque norme che ci hanno portato a questo decreto. Ma eravamo in campagna elettorale e siamo arrivati all’intervista a Gaetano Armao”. Altro video in cui si vede De Luca intervistare Armao su questi fondi. L’allora assessore rispose che si faceva riferimento a quel provvedimento e che erano soldi “veri, non do pareri positivi su fondi inesistenti”.

La norma che si è salvata e il decreto Schifani

De luca riprende: “È così che ci siamo ritrovati al 2020. Questa è l’unica norma che si è salvata dalle impugnative in Corte Costituzionale per quanto bene era fatta. Ogni deputato ha tentato di aprire quel cassetto ma non è finita bene. Ciò nonostante questi fondi sono rimasti nel cassetto e sapete bene le scintille tra me e Musumeci. Prima di riattivare queste risorse siamo arrivati al governo Schifani. L’articolo chiave è il 59 in cui si parla di interventi non ancora attivati che avrebbero trovato copertura finanziaria nella programmazione 2021-2027. Dovevamo trovare una soluzione e questa è una norma tecnica. Era il febbraio 2023. Da qui si è arrivato a oggi. Le nostre rivendicazioni le abbiamo volute fare con un tavolo tecnico iniziato a fine 2024 con un incontro con Schifani. Abbiamo sotterrato l’ascia di guerra e questo dialogo ci ha portato a questi risultati. Così nell’articolo 63 della legge 3 del 2025 si risolve questa situazione, ribadendo e chiarendo la volontà del legislatore. Abbiamo ribadito che l’area ex Sanderson andava trasferita a Messina. Dopo questi impegni siamo arrivati al 3 ottobre 2025 con la delibera 279”. È quella dei 65 milioni annunciati a inizio mese e di cui si parlava a inizio conferenza.

Mili e Pace: salvati 37 milioni per gli impianti Srr

De Luca ha proseguito: “Rimangono da discutere 20 milioni per ricerca ed emergenza idrica andati su un’altra linea di programmazione. Ma c’è di più. L’Srr ha avuto due finanziamenti importanti per l’impianto di trattamenti frazione umida di Mili, per oltre 27 milioni, e per l’impianto per il trattamento ex inceneritore di Pace per quasi 10 milioni. Stavamo per perderli questi 37 milioni”.

Un minuto di video, spiegati così da De Luca: “Da lì siamo arrivati ai decreti per l’impianto di Mili a giugno. Ci era stato chiesto per problemi sopraggiunti di rinunciare a un paio di milioni. È stato necessario il cofinanziamento, partendo da 5 milioni. E nell’ultima variazione sono stati destinati 2 milioni per l’impianto di Pace. Queste norme si sono salvate perché ho parlato con le opposizioni. Ho parlato con Antonio De Luca dei 5 stelle e con Michele Catanzaro del Pd. Li devo ringraziare per la disponibilità nei miei confronti e nei confronti di Messina. Forse questi retroscena non fanno notizia, ma noi vogliamo raccontare come si raggiungono i risultati e quali sono le nostre posizioni rispetto alla città”.

Il cronoprogramma di puccio: ex sanderson in due anni e mezzo

Sui tempi e sul cronoprogramma, invece, ha parlato Puccio: “Abbiamo fatti anche altri percorsi, penso alla Casa del Portuale e al serbatoio Montesanto. Le somme per l’ex Sanderson, il progetto dei 25 milioni, è stato approvato la scorsa settimana e ora bisogna attendere l’approvazione. Ma è in corso di progettazione avanzata la bonifica e in due anni e mezzo si dovrà realizzare tutto”. Puccio ha spiegato che a giorni ci sarà anche la consegna dell’impianto di Mili e nel breve anche di Pace.

Gli scenari politici

De Luca ha parlato pure delle presunte alleanze con il centrodestra: “Gallo e Castelli hanno la guida delle dinamiche nazionali e queste portano Sud chiama Nord in un percorso di centrodestra. Lo vedremo anche in Puglia e in Campania dopo la Calabria. La valutazione è questa. Ma in ambito regionale abbiamo affrontato una competizione elettorale nel settembre 2022 e siamo stati individuati come la forza di opposizione più importante. Non ci saranno cambiamenti e resteremo fuori dal governo. Quando chiediamo fiducia per i palazzi comunali non lo facciamo per le poltrone ma per amministrare. Questo significa anche saper capire con chi dialogare, se no si fa il male di quella città stessa. È ovvio che in Sicilia, dove ancora ci sono tante cose da scrivere e non sono scontate, noi ci sappiamo destreggiare”. E sul futuro: “Noi nel 2026 definiremo la nostra posizione definitiva dopo le amministrative 2026. C’è dove andremo da soli, c’è dove andremo assieme e ci sarà dove avremo sensibilità più vicine al centrosinistra. Perché il partito ha varie sensibilità. Fino a quando non ci sarà un patto di coalizione sarà così. Domenica 26 a Milazzo inizierà un percorso, ma stiamo per fissare anche una data entro novembre a Barcellona. Alle amministrative ci saremo”.

Infine sulla prossima finanziaria: “Mercoledì prossimo presenteremo le nostre proposte, 30 o 40, a Schifani. Chiederemo un incontro ufficiale dopo la conferenza stampa per capire se il suo governo si aprirà come fatto in passato o meno. Se deciderà di no, ci vedremo in aula. Ma si saprà prima se Sud chiama Nord farà parte di un quadro di supporto o no. Non saremo lì a pietire nulla”.

5 commenti

  1. Come un tonno nella rete . De Luca e la sua a lista “Sud chiama Nord” hanno ottenuto lo 0,18% collocandosi all’ultimo posto nelle elezioni regionali calabresi della settimana scorsa. Ovviamente De Luca non ha ottenuto nemmeno un seggio, così come nelle Marche dove il candidato di “ScN” ha totalizzato meno di 50 voti. Ovviamente come un tonno cerca di districarsi tra le maglie di un elettorato sempre meno avvezzo a farsi intontire da simili rappresentazioni di milioni di miliardi a pioggia. La vita quotidiana è una cosa completamente diversa dagli strombazzamenti. Le famiglie siciliane sono in una fase di crisi profonda, società di recupero crediti, comuni, banche, gestori telefonici, acqua, spazzatura, tasse di ogni genere e autovelox. Poveri lavoratori minacciati in ogni modo da società di recupero crediti. Ecco, in questo caso chi è complice di queste persone? I comuni, voi dei comuni, voi sindaci che date mano a queste agenzie insieme allo Stato biscazziere che permette il gioco di azzardo e permette tutto questo cioè di creare le condizioni di disastro nelle famiglie. Blocco di stipendi, pensione, blocco auto, minacce di pignorare la casa, addirittura ti mandano una mail e ti telefonano ad ogni ora e momento. Il debitore insolvente rischia di andare in carcere. Ma ci stanno questi che ancora cercano di abbindolare i messinesi. MILIONI…..MILIARDI….W MESSINA LA RIGOGLIOSA E PROSPERA!!!!!!!!Grazie e arrivederci alle prossime belle figure elettorali!!!

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  2. Questa è l’ennesima prova con documenti alla mano, che non tutti i politici messinesi e non, fanno gli interessi della città e dei messinesi. Ricordiamolo!
    Alle prossime elezioni!

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  3. Excusatio non petita, accusatio manifesta!

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  4. Ma il magico pifferaio e co chi credono ancora d incantare?????😂😂😂😂

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  5. Cerca di addolcire le prossime interlocuzionei a destra..
    Nessuno nega il passato e i voti presi lo dimistrano,ma il futuro sarà altra cosa.

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