Tagli su dipartimenti e dirigenti a Palazzo Zanca sotto la lente della Uil Fpl

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Tagli su dipartimenti e dirigenti a Palazzo Zanca sotto la lente della Uil Fpl

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venerdì 21 Giugno 2019 - 12:24

Per il sindacato la riorganizzazione comunale può funzionare solo se fatta nella misura giusta

Anche ieri sera durante il lungo monologo andato in diretta via Fcebook, il sindaco De Luca ha parlato dell’imminente smantellamento della macchina comunale. «Dobbiamo procedere subito alla riorganizzazione di questo Palazzo, a cominciare dalla riduzione dei dipartimenti da 20 a 8 e dei dirigenti generali da 23 a 9. Il provvedimento andrà in giunta la prossima settimana. La città si è rotta le scatole di avere a che fare con “i padroni del pastificio” che neanche si parlano tra loro e fanno perdere i procedimenti. Significa semplificare i processi amministrativi» ha detto De Luca.

I punti critici

Il fronte però si preannuncia incandescente. La Uil Fpl ha chiesto di apportare alcuni correttivi a tale importantissimo strumento di organizzazione degli uffici e dei servizi, al fine di migliorare l’efficienza e l’efficacia della macchina amministrativa.

Per il sindacato i punti critici sono diversi: «Innanzitutto la riduzione drastica del numero dei dirigenti non è giustificabile per una città Metropolitana quale è Messina, sia per le dimensioni demografiche che per la particolare estensione territoriale e morfologica. Non si condivide il declassamento di alcune importanti strutture dirigenziali a semplici “Servizi”, sia perché lo prevede la legge, (vedi Avvocatura Comunale), mentre in altri casi tale declassamento ed il conseguente accorpamento di servizi, scaricherebbe competenze ed annesse responsabilità di livello dirigenziale su funzionari a cui verrà assegnata la Posizione Organizzativa e/o Alta Professionalità, in contrasto con lo Statuto Comunale e la normativa in materia vigente. E tra l’altro lo stesso funzionario non avrebbe la necessaria autonomia e autorità nel coordinare gli altri colleghi di pari categoria che solo una figura di livello dirigenziale garantirebbe».

Lo scrivono in una nota stampa Pippo Calapai ed Emilio Di Stefano, segretario generale e responsabile provinciale della Uil-Fpl Messina.

Quali dipartimenti salvare

I sindacalisti poi scendono del dettaglio: «A nostro parere i Dipartimenti e/o Staff di livello dirigenziale da aggiungere a quelli previsti, sono:

Avvocatura Comunale: «E’ assurdo che l’Avvocatura Comunale anziché essere potenziata venga smantellata, relegandola ad un semplice “Staff” di livello non dirigenziale, nonostante la Legge n. 247/2012, stabilisca che le “Avvocature Comunali” devono essere dirette da un Dirigente Avvocato. Pertanto, il servizio “Contenzioso Amministrativo e Penale”, il servizio “Contenzioso Civile 1” e il servizio “Contenzioso Civile 2”, incardinati al Dipartimento Affari Generali, devono tornare ad essere di pertinenza dell’Avvocatura Comunale».

Dipartimento Risorse Umane: «Unico fisiologicamente competente alla riorganizzazione ed alla gestione delle risorse umane dell’Ente. Infatti, il Dipartimento in questione è andato allo sbando perché negli ultimi anni non è stato gestito da un Dirigente a tempo pieno. Quindi a nostro avviso il Dipartimento deve rimanere struttura dirigenziale».

Dipartimento al Decentramento: «Il rilancio concreto del decentramento Amministrativo si potrebbe ottenere prevedendo un struttura di livello dirigenziale cui assegnare adeguate risorse economiche ed obiettivi specifici, un riferimento amministrativo da dare al Presidente ed al Consiglio delle sei Circoscrizioni».

Dipartimento Politiche Culturali: «I Servizi Culturali sono servizi importanti e specialistici. Essi caratterizzano le politiche delle amministrazioni e sono indispensabili per la valorizzazione dei beni culturali materiali e immateriali, per la valorizzazione e fruizione del patrimonio artistico, monumentale, architettonico, librario ed archivistico, nonché per la promozione dell’identità culturale della città e di tutte le realtà territoriali». Nella bozza del nuovo funzionigramma 2019 risultano molto marginalizzate e considerati come un mero servizio amministrativo, ed inglobati nel “ Dipartimento Servizi Alla Persona e Alle Imprese”, mischiato con il Servizio Pubblica Istruzione e liquidato con una sola generica parola “Cultura”. E’ evidente che la particolarità e specificità dei servizi culturali non possono essere assimilabili ad altre attività amministrative.

F.St.

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