Attualità

TaoArte, l’addio del Comune e il tentativo estremo della Regione (fallito) di convincere “Scateno”

di Carmelo Caspanello
TAORMINA – Capitale siciliana del turismo. E, da un paio di settimane, della politica regionale. Taormina irrompe sulla scena, anche mediatica, per l’addio alla fondazione Taormina Arte voluto dal sindaco Cateno De Luca e deliberato dal Consiglio comunale. A nulla è valso il tentativo estremo della sovrintendente della Fondazione Ester Bonafede e della direttrice artistica Beatrici Venezia (nella foto) di far tornare il sindaco di Taormina sui suoi passi. De Luca le ha accolte sorridente poche ore prima del Consiglio comunale che ha affondato la Fondazione, ha ascoltato ma è rimasto irremovibile: indietro non si torna. E così è stato. “Se la Regione torna sui suoi passi – Chiosa De Luca – sono pronto a discutere. Non era possibile essere in minoranza nella governance della fondazione, vale a dire a casa nostra. Al momento andiamo via e gli togliamo tutti gli immobili. Ci devono riconsegnare le chiavi”.

L’incontro con gli inviati della Regione

“Scateno” punta l’indice contro il vertice della Regione: “Ho incontrato con piacere la sovrintendente di Taormina Arte Ester Bonafede e il direttore artistico Beatrice Venezi. Hanno manifestato le loro preoccupazioni in merito alle attività in corso. Ho ribadito che il problema non sono io. E le ho invitate a stare serene. Abbiamo tutti l’interesse a portare avanti l’attività in itinere, semplicemente con dinamiche diverse. Dovrebbero piuttosto provare a persuadere Schifani. La verità è che il Consiglio comunale di Taormina ha scritto una pagina storica per la città. Taormina lascia la fondazione TaoArte, revoca il bene concesso e di fatto dà inizio ad un nuovo corso alla storia della fondazione. Il tutto con i voti della maggioranza e l’astensione della minoranza”. Che De Luca ha apprezzato. Cosa accadrà adesso? “Si chiude la gestione palermocentrica di Taormina Arte – si limita a ribadire il sindaco – e si apre una nuova fase con Taormina protagonista”. Quarantotto ore prima della votazione in aula, il sindaco, con propria determina aveva revocato la concessione dell’Ex pretura alla Fondazione, palazzo dato in concessione nel 2019. A nulla è valsa la richiesta dell’ex sindaco ed attuale consigliere di minoranza, Mario Bolognari, di una maggiore interlocuzione con il Governo regionale. “Ma se l’interlocutore vuol farci fuori – ribatte De Luca – che trattativa avremmo dovuto intavolare? Siamo prigionieri a casa nostra e non possiamo decantare il ruolo di chi ci tiene prigionieri”. L’interlocuzione, nelle scorse settimane, De Luca l’aveva avuta con l’assessore regionale ai Beni culturali Paolo Scarpinato, il quale secondo De Luca avrebbe dato ragione al sindaco di Taormina. Ma Scarpinato è stato subito gelato dal presidente Schifani. In Giunta regionale c’è chi adessa pensa ad impugnare gli atti adottati da De Luca e dal Consiglio. Era stata anche evocata una presunta incompatibilità di De Luca alla presidenza del Cda della Fondazione in quanto deputato regionale… Il sindaco ha bruciato i tempi. Va avanti per la sua strada. E pensa già alle altre vertenze. Prima tra tutte la gestione delle manifestazioni al Teatro antico, palcoscenico di spettacoli e concerti con personaggi di caratura nazionale ed internazionale. “A Taormina – chiosa il sindaco – restano solo le briciole, che non servono a garantire nemmeno l’ordine pubblico contando il nostro Comune solo su tre membri della Polizia locale. Per non parlare della pulizia, della viabilità e così via. Non vogliamo speculare, ma non si può andare sotto con sforzi enormi ad ogni manifestazione”.