Antonello Venditti: “Nessuna nostalgia, sono ancora giovane”

Antonello Venditti: “Nessuna nostalgia, sono ancora giovane”

Domenico Colosi

Antonello Venditti: “Nessuna nostalgia, sono ancora giovane”

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mercoledì 17 Giugno 2015 - 17:13

Gradita incursione musicale al Festival di Taormina con il celebrato cantautore romano. Dalle discriminazioni patite durante l’adolescenza ai lavori per il cinema, Venditti si racconta in un crescendo di battute e aneddoti.

Si è giovani finché si possiede il gusto del bello. Io sono giovane, non vedo perché dovrei essere nostalgico”. Antonello Venditti è la gradita sorpresa del festival nel giorno che per i più passerà alla storia esclusivamente per la Tao Class di un serafico Richard Gere. Il cantautore romano non tradisce le attese dei tanti appassionati che hanno affollato il PalaCongressi: ricordi, citazioni, imitazioni e battute tranchant per uno dei più importanti protagonisti della musica italiana in una lezione che spazia dal cinema alla tecnologia e i nuovi media. “Tra vent’anni tanti si accorgeranno che Google è il proprietario di ogni cosa, anche dei loro selfie”, dichiara l’autore di “Sara” e “Grazie Roma”, “vedo in giro popolarità senza talento, fenomeni inutili e destinati presto a scomparire. La musica non è un lavoro, ma una passione: se penso ai miei esordi non posso non citare il Folkstudio di Giancarlo Cesaroni, un luogo mitico dove si formò quasi per intero la scuola romana. Probabilmente ero già maturo da ragazzo: nella canzone “Sora Rosa” ci sono le mie idee da adolescente sulla religione, il senso di giustizia, il rapporto con la società. Quando l’età avanza l’unico desiderio è quello di ritornare indietro per riassaporare lo spirito del debuttante, ma nel mio caso non si può minimamente parlare di nostalgia: ero grosso e discriminato da tutti, non ho quasi nulla da rimpiangere della mia gioventù”.

Venditti ha spesso collaborato con vari registi, da Verdone a Sorrentino, in un continuo scambio con l’industria cinematografica: “I primi otto minuti de “La grande bellezza” rappresentano il cinema nella sua essenza più pura. Sorrentino è un regista veramente contemporaneo ed una persona straordinaria, per me è stato un onore apparire nel film in una scena girata a Trastevere tra casa mia ed il ristorante nel quale sono solito cenare. Considero Carlo Verdone praticamente un fratello, ricordo ancora i suoi esordi eversivi contro la commedia all’italiana. I miei punti di riferimento cinematografici sono Stanley Kubrick e la prima parte di “Novecento” di Bertolucci. Molti registi oggi utilizzano i titoli delle mie canzoni per creare un effetto ben preciso sul pubblico: nei primi casi si è trattato di operazioni anche simpatiche, poi si è passati ad una moda incontrollata e purtroppo incontrollabile anche per lo stesso detentore dei diritti”.

Domenico Colosi

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