Preapertura 63° TaoFilmFest: il cinema nuovamente protagonista

Preapertura 63° TaoFilmFest: il cinema nuovamente protagonista

Tosi Siragusa

Preapertura 63° TaoFilmFest: il cinema nuovamente protagonista

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sabato 08 Luglio 2017 - 06:05

Sulla rotta della decima musa: presentato in anteprima nazionale al Monte di Pietà il film Peggio per me. Impressioni a cura di Tosi Siragusa

Sobria e impeccabile la serata messinese al Monte di Pietà, iniziata con piccolo cocktail di benvenuto prima della misurata presentazione ad opera di Massimiliano Cavaleri e la proiezione del bel film in anteprima italiana Peggio per me. Poche chiacchiere e una buona sostanza.

Il segnale di discontinuità è palese soprattutto rispetto alle ultime edizioni, caratterizzate, al contrario, da bella forma – non sempre – e mediocri contenuti. Un’edizione-ponte, questa, come a più riprese ribadito, con l’intendimento di traghettare il festival, giunto alla più che veneranda 63° edizione, verso le prossime, si spera, ancora organizzate dalla neonata Fondazione TaoArte, o comunque rispettose di questi canoni. Ritorno al passato, dunque, con sguardo attento al futuro, e questo è stato molto apprezzato: solo qualche sparuto spettatore fra i duecento invitati, ha abbandonato la bella location durante la proiezione. Davvero un buon segno. Il cinema che ritorna protagonista in questa festa, che sembra concedere ben poco spazio, fin dalle prime battute, al divismo, a soubrette e lustrini, inconciliabili con questi nostri tempi di ristrettezze. Interventi istituzionali e imprenditoriali davvero contenuti, ancora, con Renato Accorinti, sindaco di Messina e metropolitano (in qualità di partner, nella sua doppia veste, della Fondazione) che anche a nome del comune di Taormina (assente il sindaco Eligio Giardina, e anche la Regione Siciliana, altro partner della Fondazione non presente istituzionalmente) ha riconosciuto e apprezzato la lunga esperienza sul campo del coordinatore della manifestazione cinematografica, Ninni Panzera, che non ha di certo lesinato i propri apporti per la riuscita del Festival. Questa edizione in house mostra comunque già nell’incipit messinese la volontà di mantenere un giusto equilibrio fra la spettacolarizzazione – che pure al minimo va mantenuta – e il buon cinema, quello di qualità. Sensi Contemporanei, Agenzia per la Coesione Territoriale, ANEC, AGIS, Fondazione Albatros, Sicilia Film Commission, Associazione Salvatore Pugliatti in Taormina, Comitato di Coordinamento dei Festival Siciliani, Università di Messina e Catania, Fondazione Fiumara d’Arte, e in testa a tutti il MIBACT, unitamente ai partner privati e tecnici e a quelli del settore Food, hanno affiancato il gruppo di lavoro, come anche il Conservatorio Corelli di Messina e il CRAL della Città Metropolitana di Messina. Deve anche evidenziarsi l’interazione del Multisala Apollo della nostra città, attraverso il supporto di Loredana Polizzi, che in chiusura di serata è stata chiamata sul palco.

Peggio per me si è rivelato una buona scelta filmica, con il suo esser sempre in bilico fra ironia e disperazione, rassegnazione , impulso di lasciarsi vincere e ripresa e riscatto: raccontando la vita reale, insomma, e questa cifra espressiva così sincera è apparsa vincente. Un’opera apprezzabile, ove Riccardo Camilli, ancora autentico e non contaminato dal successo, che ben merita, è in uno autore del soggetto e dello script, regista e protagonista ed era presente in sala, come Tania Angelosanto, simpatica, aggraziata e poliedrica coprotagonista, e Claudio Camilli, altro interprete di rilievo nella storia. La perdita delle illusioni in una Roma in piena crisi esistenziale si può tentare di superare riannodando le fila delle nostre vite, con ogni espediente, favolistico e non, ritornando allo stupore dell’adolescenza, ove tutto appariva ancora intatto, prendendo contatto con quelli che eravamo per poter sperare di divenire davvero quel che potremmo essere. Per assistere alla proiezione dell’opera in prima assoluta La divina Dolzeldia di Aurelio Grimaldi, con una Guia Ielo che si preannuncia godibilissima delle vesti succinte di una stagionata prostituta catanese, maestra nel segreto “gnicche–gnacche”, pratica amatoria pare richiestissima, dovremo invece attendere domenica 9 luglio, spostandoci in quel di Taormina, mentre il documentario La battaglia di Capo Bon sullo scontro navale anglo – italiano del 1941 in Tunisia, di Ruben Monterosso e Federico Savonitto, è passato sugli schermi taorminesi lo scorso 6 luglio. La mancanza di star internazionali, con serate – fiume al Teatro Antico, ove il pubblico interessato alle proiezioni finiva con l’essere davvero ridotto, ha fatto sì scemare il glamour, così come la durata del Festival, in ogni caso però garantendo l’essenziale ,cioè buoni prodotti – fra i quali sette film di Cannes 2017, documentari, masterclass, etc. – che saranno sicuramente apprezzati dai veri cinefili, come i programmati momenti musicali,di allestimento di mostre fotografiche,gli omaggi alle origini gloriose della rassegna e al sommo Beethoven nella notte bianca del cinema, che si “propagherà” a location appetibili taorminesi, e potrà ampliare il raggio di fruizione.

È proprio il caso di dire, fra i due litiganti (Videobank e Agnus Dei) il terzo gode, e questa, definita già in partenza quale edizione di transizione, confidiamo possa costituire la base per una autentica rinascita dello storico Festival. A proposito di questa definita ancora “preapertura”, piccola bordata in chiusura. Messina – per le ben note tradizioni risalenti al 1955 – avrebbe meritato che almeno questa bella serata, diversa dalle precedenti ultime annate, fosse definita di “apertura” della kermesse cinematografica, ma si comprende che disparate ragioni e più o meno comprensibili interessi sottostanti, ostino ancora a tale dovuto riconoscimento. Infine, altra certo più insignificante pecca, l’assenza al Monte di Pietà di programmi di Taormina Film Fest, anche per dare il segno della continuità fra la serata messinese e quelle taorminesi, oltre che ovviamente a fini divulgativo-promozionali. Sarà stata sicuramente una svista organizzativa, in definitiva trascurabile.

Tosi Siragusa

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