Taormina, il turismo non può fare a meno del Cinema

Taormina, il turismo non può fare a meno del Cinema

Redazione

Taormina, il turismo non può fare a meno del Cinema

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sabato 03 Luglio 2021 - 06:57

Woody Allen si innamorò di Taormina. Come può un regista rendere omaggio a un paesaggio?

TAORMINA – Casa Cuseni ha ospitato la conferenza stampa su Cinema e turismo, in collaborazione con Enit- Agenzia nazionale del Turismo, tenuta da Sandro Pappalardo, Maria Elena Rossi, Gianluca Jodice e Paolo Gianfelici. Il tema centrale è quello della bellezza e Taormina è proprio la scelta giusta. I registi sono nomadi che viaggiano nel mondo, portando la loro bellezza e la loro arte.

Il cinema e i festival sono legati a luoghi estetici. Il Taormina Film Fest è il quarto festival più vecchio al mondo, lo stesso Woody Allen si innamorò di Taormina, che gli donò La dea dell’amore, uno dei suoi più grandi capolavori cinematografici, rendendo questo piccolo borgo ancor più famoso.

“Il turismo non può fare a meno del cinema, è una cartolina che fa conoscere questi posti che delle volte non sono noti e grazie all’estetica del cinema vengono a identificarsi per quelli che sono. Il cinema è infinito, non ha confini, esso fa conoscere i territori in giro per il mondo” come ci spiega Sandro Pappalardo. “Un regista sa che la bellezza può essere un disastro perché c’è il rischio di cadere dentro un cliché, egli deve analizzare nei minimi dettagli il luogo e il paesaggio”.

Come può un regista rendere omaggio a un paesaggio? Si pone questa domanda il regista Gianluca Iodice, autore de Il Cattivo Poeta e La Bellezza Dei Luoghi.

Non è facile” ci spiega, “bisogna dare vitalità e verità a quel luogo-cosa ci suscita e cosa ci trasmette, un’esperienza complessa. La società italiana pensa che il cinema si sia fermato negli anni 60 e 70, con registi come Fellini, De Sica, Vittorio Gassman e Pasolini. Il regista deve sostenere la bellezza e non deve ricadere nel banale, perché si va a perdere l’estetica intrinseca del luogo. Non basta una città d’arte, ma ambiente e arte valgono molto meno, la bellezza si può anche trovare in luoghi “comuni”, e potrebbe apparire orrido all’occhio più ingenuo e stolto, ma un bravo regista gli può far ritrovare quella bellezza nascosta. Il cinema contemporaneo con l’avanzata della tecnologia è andato a perdere quel senso di estetica che il luogo ci dona, basti pensare al green screen, che va a sostituire il paesaggio, così facendo l’arte e il cinema vanno a perdere quel senso interiore, perché si va a creare un luogo fatto di dati, un mondo del tutto meccanico. La società è in continua evoluzione, persone, strade, abitudini cambiano ogni giorno, ma l’arte del paesaggio rimarrà sempre lì e donerà idee a futuri registi“.

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