- Ditegli sempre di sì - di Eduardo in scena al Vittorio Emanuele sino a domani pomeriggio

– Ditegli sempre di sì – di Eduardo in scena al Vittorio Emanuele sino a domani pomeriggio

– Ditegli sempre di sì – di Eduardo in scena al Vittorio Emanuele sino a domani pomeriggio

sabato 24 Aprile 2010 - 11:13

Bravi i protagonisti capitanati da Geppy Gleijeses

Se in Pirandello la pazzia è un modo per salvare il proprio pupo, in Eduardo De Filippo è una forma di purezza, un candore virginale che può causare guai veniali, incomprensioni e disguidi sono iniziali. Come quelli che Michele Murri provoca dopo aver trascorso un anno in manicomio ed essere ritornato a casa della sorella Teresina (en-travesti quella di Gennaro Cannavacciuolo). Per Geppy Gleijeses, fine protagonista e regista della pièce Ditegli sempre di si d’un Eduardo 27enne non esistono metafore ironie o allegorie. Qualunque cosa gli altri dicano, perseguendo un’analisi logica infantile o un ragionamento privo di ipocrisie, per lui diventa verità vera. Se la sorella vedova gli confessa che si risposerebbe con un uomo di mezza età, con le caratteristiche del suo vicino di casa Giovanni Altamura, vestito da un Gigi De Luca secondo tradizione eduardiana, Michele Murri sbandiererà queste nozze impossibili a chiunque incontri. Se una ragazza non ha né padre né madre, lui sbotta dicendo: “E chi l’ha fatta?”, aggiungendo poi che è solo un’orfana e che bisogna utilizzare le parole adatte, quelle per cui “il ragionamento fila”, accompagnando queste parole col movimento sulla fronte dell’indice della mano sinistra che va ad infilarsi tra pollice e indice piegato della mano destra. Chi è più pazzo lui o Luigi Strada, il funambolo Lorenzo Gleijeses ( molto somigliante al padre) un poetastro col pallino del teatro che ama esibirsi in ogni luogo, finendo in chiusura appeso con la testa in giù fra trecce di cipolle agli e granturco e un prato di girasoli, quasi come il duce di Piazza Loreto? Un’indicazione che non c’è nel testo e che Geppy Gleijeses fa sua, rifacendosi a quanto lo stesso Eduardo suggeriva al pubblico a fine spettacolo, di non prendere troppo sul serio quel dittatore: ditegli sempre di sì, piuttosto, è soltanto qualcuno fuori di testa. Si ride e si piange e si vede un mondo capovolto nella scena di Paolo Calafiore, con il panorama delle case sottosopra e con il sole che tramonta alzandosi. Successo per Gleijeses e compagni e repliche al Vittorio Emanuele sino a domenica. –

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