Leo Gullotta torna in riva allo Stretto con -Il piacere dell'onestà-

Leo Gullotta torna in riva allo Stretto con -Il piacere dell’onestà-

Leo Gullotta torna in riva allo Stretto con -Il piacere dell’onestà-

martedì 09 Marzo 2010 - 10:47

L'attore in scena al Teatro Vittorio Emanuele dal 10 al 14 marzo

Leo Gullotta è l’attesissimo protagonista de “Il piacere dell’onestà”, il famoso dramma di Luigi Pirandello, da sempre cavallo di battaglia dei più grandi attori italiani. Una pièce, nella versione voluta dal regista Fabio Grossi, che punta a far riflettere il pubblico, in contrasto con il conformismo odierno, la scarsa attitudine alla critica, lo scadimento culturale. Sarà in scena nel Teatro Vittorio Emanuele da mercoledì 10 a domenica 14 marzo.

Un apologo contro il perbenismo e la rispettabilità borghese, interpretato da un Leo Gullotta sorprendente, per chi lo conosce soprattutto come attore comico; estremamente poco teatrale nella recitazione, l’interpretazione di Gullotta crea un protagonista più antipatico, duro, di quello probabilmente immaginato da Pirandello, ma dotato di un carisma magnetico.

Siciliano per nascita e per indole, Gullotta non dimentica i grandi attori dell’isola che hanno recitato Pirandello: da Angelo Musco, a Salvo Randone, a Turi Ferro. Ma è pure consapevole che l’interprete per antonomasia del personaggio di Baldovino è stato negli anni Settanta Alberto Lionello, il campione di un dramma che si fa commedia e sfocia nel grottesco. Il regista Fabio Grossi ha affrontato l’opera, senza riletture, rielaborandola solo nella scansione degli atti, raccontando la vicenda in due tempi con un intermezzo, invece dei tre dell’originale, ma ha anche cercato di conferirle un’attualità bruciante.

Il -Piacere dell’onestà- è una delle prime commedie scritte dal grande commediografo e novelliere agrigentino, insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1934. Fu messa per la prima volta in scena il 27 novembre 1917. In scena la casa borghese dei protagonisti, bella e pulita esternamente, dove dentro succede l’inferno. Gullotta è Antonio Baldovino, ex giocatore fallito che viene scelto dal marchese Fabio Colli, interpretato da Martino Duane, per fargli sposare la sua giovane amante incinta, Agata Renni (Valentina Beotti). Pur avendo attraversato fino a quel momento una vita di disonestà, Baldovino porta avanti una missione, che è quella di essere onesto in una borghesia profondamente falsa. L’assurdità è palese in una società, immutata nei tempi, che ha paura della diversità, perché essere onesti significa essere diversi, e che fa di tutto per annientare l’elemento considerato spurio.

Sul palcoscenico del Vittorio Emanuele l’attore catanese sarà affiancato da Martino Duane (il marchese Fabio Colli), Paolo Lorimer (Maurizio Setti), Mirella Mazzeranghi (Maddalena), Valentina Beotti (Agata Renni), Antonio Fermi (un cameriere), Federico Mancini (Marchetto Fongi) e Vincenzo Versari (il parroco di Santa Maria). Le scene e i costumi sono di Luigi Perego, le musiche di Germano Mazzocchetti e il disegno luci di Valerio Tiberi.

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