"Terra Promessa! Briganti e Migranti" in scena a Taormina

“Terra Promessa! Briganti e Migranti” in scena a Taormina

“Terra Promessa! Briganti e Migranti” in scena a Taormina

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sabato 30 Luglio 2011 - 09:17

Marco Baliani farà rivivere domenica 31 luglio, le vicende del bandito Carmine Crocco. L'ultimo atto del trittico "Sicilia Caput Humanitatis"

Domenica 31 luglio, alle 21.30, al Parco “Giovanni Colonna Duca di Cesarò”, andrà in scena “Terra promessa! Briganti e migranti”, uno spettacolo di Marco Baliani, Felice Cappa e Maria Maglietta, nell’ambito della sezione Teatro del cartellone di Taormina Arte. Nella vicenda del bandito Carmine Crocco, c’è la storia emblematica di un’incomprensione, di una disfatta civile, di un’assenza di lungimiranza politica che ancora oggi incide pesantemente sulla storia del nostro Paese. Dall’entusiasmo popolare suscitato dalle promesse garibaldine, in pochi anni la popolazione del Meridione si trovò a combattere una disperata forma di rivolta contro l’ordinamento del nascente Stato italiano. Per migliaia di contadini, al termine di quei sanguinosi anni, restò, come scelta obbligata, divenire emigranti. E’ questo infatti il destino di 8 milioni di contadini, uomini e donne del Sud e del Nord Italia che negli anni della nascita del nuovo Stato italiano sono costretti a lasciare il Paese.

In scena, Marco Baliani, a ripercorrere gli eventi, a ricostruire le circostanze e a illuminare i luoghi che i protagonisti di quelle vicende hanno consegnato alla storia. Ad accompagnare le parole del narratore in scena, compaiono, su schermi sovrapposti, come apparizioni fantasmatiche, altri personaggi, un contadino, una popolana, un barone e un soldato piemontese, evocati dal narratore stesso, a comporre un mosaico fatto di voci e punti di vista differenti.

Questa fermentazione narrativa vive all’interno di una speciale scatola luminosa, che racchiude il narratore e la sua storia in un caleidoscopio di immagini proiettate. Brevi squarci di vita, memorie di luoghi e riflessioni si amalgamano in uno spezzato affresco. Al centro, sta il conflitto del brigante contadino, la sua impossibile riconciliazione con il mondo. La forma dell’evento teatrale è un tutt’uno con questa impossibile pacificazione, con l’incapacità di ricondurre le vicende in un unico lineare racconto. Il succedersi e il sovrapporsi di parole, suoni e immagini mostrano un Paese non ricomposto, una terra non riconciliata, dove ai perdenti non resta che divenire stranieri a sé stessi perdendosi nelle innumerevoli figure degli emigranti.

“Terra Promessa” è l'ultimo atto del progetto “Sicilia caput humanitas”, il trittico fortemento voluto da Simona Celi, direttore artistico della sezione teatro di Taormina Arte, dedicato ai temi dell’accoglienza, dell’incontro tra culture diverse e dell’emigrazione in un'isola. Il progetto è iniziato il 28 con la rappresentazione delle “Supplici a Porto Palo” ed è proseguito il giorno dopo con l'incontro sulla drammaturgia civile in Italia al quale hanno preso parte Vincenzo Pirrotta, Marco Baliani, Gabriele Vacis, Monica Centanni, Maria Maglietta e Felice Cappa, quattro tra gli scrittori più rappresentativi del teatro di denuncia del nostro Paese.

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