Il terremoto e la sfera del Taipei 101
Malgrado la grave crisi economica che lo ha colpito di recente, il Dubai è riuscito a completare la costruzione del suo gioiello: l’edificio più alto del mondo.
E non di poco.
Il Burj Dubai (la Torre del Dubai), inaugurato il 4 gennaio, è alto ben 828 metri, il 60% in più del precedente primatista, il Taipei 101 di Taiwan. Di soli 508 metri.
Viene così messa in dubbio la teoria del prof. Federico Mazzolani, dell’Università di Napoli, che era basata sulla linearità della crescita delle grandi opere.
Dall’esame di ponti, grattacieli e dighe realizzati nella storia delle grandi opere – sosteneva il professore -, in assenza di invenzioni rivoluzionarie, si può constatare una crescita graduale e complessivamente lineare.
In sintesi, il grattacielo più alto del mondo è sempre stato circa il 10% più alto del precedente.
E così il ponte più lungo.
Questa teoria empirica, certamente seria, è stata accolta entusiasticamente dai NoPonte ed utilizzata per dimostrare – ma il termine è scientificamente improprio – che il Ponte sullo Stretto è infattibile essendo di ben il 50% più lungo dell’Akashi, l’attuale campione del mondo.
Che è, per di più, solo automobilistico.
Intendiamoci bene, il ragionamento di Mazzolani ha una sua validità, nel senso che un’opera che supera di molto le precedenti dello stesso tipo presenta certamente notevolissime difficoltà realizzative.
Nel senso che le esperienze fatte in precedenza hanno – a causa della grande differenza di dimensioni – una validità relativa e sarà quindi necessaria una grande cautela.
Ma ora è certo che la tesi della crescita lineare non è un dogma, come sostenevano alcuni.
Qualsiasi persona dotata di buonsenso e di modeste conoscenze di epistemologia (lo studio dei modi e delle forme secondo cui opera le scienza) avrebbe capito subito il vero significato delle (legittime) perplessità del prof. Mazzolani, senza sforzarsi a strumentalizzarle, ostentandole come un argomento decisivo sull’infattibilità di un ponte a campata unica di 3 km.
Affermazione che Mazzolani non aveva mai fatto.
In campo scientifico bisognerebbe essere prudenti.
Per evitare magre.
Qualche altro esempio della scarsa credibilità di alcune delle obiezioni pseudoscientifiche contro la costruzione del Ponte?
Come dicevamo, il primatista precedente era il Taipei 101, a Taiwan, zona sismica almeno quanto la nostra. Già durante la costruzione, l’edificio ha resistito a un terremoto di 6,8 della scala Richter.
Per non parlare del già citato Akashi Kaikyo, costruito senza esitazioni in un’area tre volte più sismica della nostra.
E allora?
Semplicemente, la sismicità non è un ostacolo insormontabile.
L’osservazione più interessante però è legata a un ingegnoso sistema ideato dai progettisti del Taipei 101 per limitarne le oscillazioni.
A dimostrazione della loro genialità nello sperimentare soluzioni innovative.
All’interno del Taipei 101, tra l’87° e il 92° piano, è stata posta una grande sfera di 5,5 metri di diametro e del peso di 660 t.
L’oscillazione della sfera – da 1 cm a 1,5 m – serve a controbilanciare le inclinazioni della struttura causate dai venti superiori ai 100 km/h e dai terremoti ondulatori.
Sarà un sistema efficace per tutti i venti e i terremoti del prossimo secolo?
Consentiteci di esprimere qualche dubbio sul fatto che, a Messina e dintorni, ci sia qualcuno capace di dire Si.
Ma anche di dire No.
