L'Ufficio del Giudice di Pace di Santa Teresa sopravviverà?

L’Ufficio del Giudice di Pace di Santa Teresa sopravviverà?

Giusy Briguglio

L’Ufficio del Giudice di Pace di Santa Teresa sopravviverà?

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mercoledì 07 Maggio 2014 - 11:45

La riunione che si è tenuta ieri nel comune jonico non ha portato buone notizie. Santa Teresa si assumerebbe il 50% del costo totale per il mantenimento dell'Ufficio, ma gli altri comuni dovrebbero fare il resto. Entro il 14 maggio il comune deve presentare revoca dell'stanza di mantenimento

E’ in dubbio il mantenimento dell’ufficio del Giudice di pace di Santa Teresa di Riva. Ieri si è tenuto un incontro per verificare la disponibilità dei comuni limitrofi a sostenere le spese di manutenzione e gestione, ma buone notizie non ne sono arrivate.

Come è noto, l’ampia azione di revisione della circoscrizione giudiziaria aveva previsto la soppressione di 667 uffici del giudice di pace su un totale di 846. Poi, il grido di allarme dei comuni a cui fu data la possibilità di richiederne appunto il mantenimento, anche consorziandosi tra loro, a condizione di assumersi tutte le spese di funzionamento e di erogazione del servizio, incluso il fabbisogno di personale amministrativo. Così con il Decreto 7 marzo 2014, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 14 aprile 2014, ed in vigore dal 29 aprile 2014, è stato disposto il mantenimento di 285 sedi del Giudice di pace, tra questi quello di Santa Teresa. Entro 60 giorni dal 29 aprile, gli enti dovranno comunicare la scelta dei locali destinati ad ospitare l’Ufficio e il personale che verrà impiegato per supportare l’attività giurisdizionale.

Per i comuni si tratta però di un impegno gravoso. Infatti, durante la riunione a Santa Teresa alcuni enti hanno dato forfait, mentre i presenti hanno manifestato diverse difficoltà come il sindaco di Furci Sebastiano Foti. Il prospetto delle spese presentato dal sindaco Cateno De Luca prevede un costo di quasi 700 mila euro così suddivisi: 510 mila euro per gli interventi di messa a norma della struttura e spese di gestione, oltre 145 mila euro per il personale e 13 mila euro per le spese vive di gestione.

L’amministratore santateresino ha dichiarato che il proprio comune può affrontare il 50% del costo totale, in relazione alla popolazione, “ma non può farsi carico di ogni spesa anche per gli altri comuni (…), che a loro volta devono adottare atti amministrativi concreti che impegnino i rispettivi bilanci di previsione”.

Nessun comune è obbligato a partecipare”, prosegue De Luca che fa presente che l’interesse al mantenimento è venuto bene dal momento che le sedi di Taormina e Alì Terme sono state accorpate a Messina, riducendo il bacino di utenza. Il primo cittadino ha stabilito un termine, il 12 maggio, entro il quale i comuni, se interessati, dovranno trasmettere gli atti d’impegno per partecipare alle spese. Giusto in tempo per il termine perentorio del 14 maggio imposto dal Ministero della Giustizia per procedere alla revoca dell’istanza di mantenimento presentata a suo tempo.

Giusy Briguglio

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