Solitudine e disperazione dietro la strage familiare di via Pietro Nenni

Solitudine e disperazione dietro la strage familiare di via Pietro Nenni

Redazione

Solitudine e disperazione dietro la strage familiare di via Pietro Nenni

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martedì 05 Marzo 2013 - 13:45

E' stata una tragedia della disperazione quella scoperta ieri pomeriggio a Terme Vigliatore. Vito Isgrò ha avvelenato le due sorelle disabili e si è tolto la vita perchè non riusciva più ad accudire le due donne. Problemi economici e l'impossibilità di seguire le sorelle che si aggravavano di giorno in giorno.

Terme Vigliatore oggi è un paese attonito. Per le strade, nei bar,negli uffici no si parla d’altro che della tragedia di via Pietro Nenni. Ci s’interroga sulle ragioni che hanno spinto il 39enne Vito Isgrò ad avvelenare le due sorelle disabili ed a togliersi la vita con lo stesso metodo. Un cocktail di medicinali e di acido muriatico che non ha lasciato scampo ai tre fratelli. In paese molti sapevano. Vito era un uomo disperato. Dietro quel gesto tremendo, che non appartiene ad un uomo mite e generoso come lui, c’era l’angoscia di non farcela. Non farcela a badare alle due sorelle gravemente malate, disabili mentali che avevano bisogno di cure continue. Per seguirle Vito qualche anno fa aveva lasciato il lavoro di vivaista ed ora tirava avanti con due pensioni d’invalidità delle sorelle che però non bastavano alle necessità quotidiane. Alla fine la disperazione ha avuto il sopravvento e venerdì scorso Vito ha deciso di chiuderla con questa vita e di portarsi con se le due sorelle che da sole non avrebbero potuto farcela. Ha fatto tutto in silenzio, con discrezione, com’era nel suo stile. La loro assenza non l’ha notata nessuno. Solo ieri pomeriggio un familiare si è allarmato non riuscendo a contattarli ed ha chiamato i Vigili del Fuoco. Forzata una porta hanno trovato i tre cadaveri. Vito Isgrò, 39 anni era come seduto sul divano del soggiorno. I corpi di Maria 47 anni e Laura, 40 anni erano a letto ma non dormivano così come sembrava. Le due donne erano morte, uccise dal micidiale veleno che il fratello gli aveva fatto ingerire forse spacciandolo per la solita medicina. Quindi Vito s’è seduto sul divano ed ha bevuto la stessa sostanza. La morte è sopraggiunta in pochi istanti. Per terra i Vigili del Fuoco hanno trovato scatole di medicinali utilizzati per realizzare il mix mortale ed un’agenda. In una pagine c’era scritto: “1\3\ 2013 è finita”. Forse l’ultimo gesto compiuto da quell’uomo senza futuro e senza speranza. Non aveva chiesto aiuto, non si era rivolto a nessuno. Solo qualche giorno fa si era interessato per far ricoverare una delle sorelle in una casa di cura ma gli avevano detto di no. Per lui sarebbe stato importante. Da solo, dopo la morte della madre, non riusciva più ad accudire le due donne sempre più malate. Con pochi soldi e senza aiuti non vedeva sbocchi alla situazione sua e delle due donne. E allora il veleno dev’essergli sembrata la soluzione migliore. E nel chiuso della sua casa ha preso con se Maria e Laura e le ha portate via, per sempre da questa vita che non gli piaceva più.

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