Il Teatro dei Due Mari chiude con la Lisistrata il ciclo 2015

Il Teatro dei Due Mari chiude con la Lisistrata il ciclo 2015

Il Teatro dei Due Mari chiude con la Lisistrata il ciclo 2015

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sabato 29 Agosto 2015 - 15:28

Vanessa Gravina diretta da Massimo Boncompagni porta in scena la commedia di Aristofane, riflessione semi seria sulle donne, l'emancipazione, la guerra e la pace. Domenica 30 agosto l'ultimo spettacolo del ciclo curato da Filippo Amoroso nella splendida cornice di Tindari.

Dodici spettacoli in tre diverse location, tra nomi d’eccellenza del teatro italiano e interpreti di prim’ordine come Vincenzo Pirrotta, Graziano Piazza, Giorgio Albertazzi e Moni Ovadia. Organizzato dall’associazione omonima, con la direzione artistica di Filippo Amoroso, il festival “Teatro dei Due Mari” giunge al capolinea, domenica 30 agosto, con la commedia “Lisistrata”, ultimo appuntamento della rassegna ideata per dare un ulteriore impulso allo studio, alla conoscenza e alla divulgazione degli testi classici, riproponendo spettacoli greci e latini nei più significativi siti archeologici italiani.

Previsto inizialente per il 16 agosto e rinviato per maltempo, lo spettacolo, tratto dall'opera di Aristofane, vedrà l'attrice Vanessa Gravina nei panni della protagonista e la regia di Massimo Boncompagni. Rappresentata per la prima volta alle Lenee del 411 a.C., mentre gli animi erano prostrati dall'orrendo lutto di Sicilia, la guerra del Peloponneso riavvampava furiosa e le sciagure succedevano alle sciagure, la commedia di Aristofane è un manifesto ante litteram dell'emancipazione femminile e un'opera estremamente attuale per le tematiche trattate e le tante affinità sociali e politiche con i giorni nostri.

Protagonista della rappresentazione è una donna ateniese a cui un Aristofane senza più fiducia negli uomini affida il compito di far cessare la guerra. Per raggiungere il suo scopo, Lisistrata (il cui nome significa “la scioglieserciti”) raduna di buon mattino tutte le donne di Grecia e propone loro di fare uno sciopero del sesso finché gli uomini non firmeranno la pace.

"Il Teatro Antico – spiega il regista Massimo Boncompagni – è come un film in “bianco e nero”. Quando ci capita di vedere una vecchia pellicola con una sceneggiatura socio culturale ci sembra che il tempo non sia passato, che tutto sia rimasto come in quegli anni del Novecento dove i sogni di cambiamento erano più forti dei disagi del presente. La stessa cosa ci accade leggendo le opere teatrali di un passato a noi sconosciuto. La nostra “Lisistrata” rimane attaccata fortemente a quanto Aristofane scrisse nel 411 a.C. Malgrado sia passato così tanto tempo, le differenze tra quell'epoca e la nostra sono pochissime; cambiano le cause ma le conseguenze sono quasi identiche. Tra poesia, commedia e dramma, raccontiamo la condizione delle donne di Atene, che sembra in qualche modo assomigliare a quella delle donne di oggi".

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