Il georadar conferma:c'è una chiesa sotto l'edificio esistente. Sabato ulteriori ricerche

Il georadar conferma:c’è una chiesa sotto l’edificio esistente. Sabato ulteriori ricerche

Eleonora Corace

Il georadar conferma:c’è una chiesa sotto l’edificio esistente. Sabato ulteriori ricerche

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sabato 18 Maggio 2013 - 11:18

Gli esperti del CRN di Messina, attraverso delle introspezioni del terreno del sito del Monastero di Santa Maria di Gesù Superiore, hanno rilevato le mura di un edificio sottostante. Si ipotizza trattarsi dei resti dell'antico Monastero. Sabato ulteriori accertamenti con radar più potenti. Giuseppe Previti ci illustra la storia del sito.

Un altro passo importante verso la riqualificazione del Monastero di S. Maria di Gesù Superiore, sul Viale Giostra. Tre tecnici del CNR – Centro Nazionale Ricerche, sezione di Messina – hanno fatto un’ ispezione tramite georadar dei resti visibili della cripta e della Chiesa. I sensori hanno confermato le ipotesi già ventilate in questi mesi, rivelando le mura di ulteriori locali sotto la struttura in superficie. Gli studiosi non sono potuti andare oltre, visto che il georadar utilizzato non permetteva di permetteva di sondare il terreno oltre i tre metri di profondità. Si ipotizza che i locali sottostanti appartengano alla chiesa eretta in epoche precedenti. Per dare informazioni più certe i tecnici del CRN hanno bisogno della planimetria dell’edificio, ai quali il Presidente del Consiglio Comunale Giuseppe Previti si è offerto di procurarla questo lunedì. Intanto è stata già stabilita la data per una seconda introspezione. Sabato prossimo gli esperti del CNR saranno nuovamente al lavoro per una seconda introspezione, stavolta con un georadar più potente, capace di penetrare il terreno per una misura che va dai sette ai dieci metri.

Il sito del Monastero da circa un anno è stato ripulito e preso in cura su iniziativa di Previti, in polemica con la scarsa cura che a quanto pare la Soprintendenza ai Beni Culturali di Messina ha riservato all’area. Il Monastero è stato casualmente “riscoperto” nel febbraio del 1989, per opera della ditta che stava eseguendo i lavori per la costruzione della corsia laterale del viale Giostra. Vennero alla luce, in quell’occasione, i luce i resti del convento eretto nel 1855, a seguito delle alluvioni che coprirono per intero il vecchio monastero del 1166, e parte della chiesa costruita nel 1886 da padre Luigi Castiglione da Bronte. Divenne in seguito famoso dopo che alcuni storici avanzarono l’ipotesi che Antonello da Messina sia sepolto in qualche cripta del vecchio Monastero. La tesi trae origine dal testamento dello stesso grande pittore. “Due grosse buche o avvallamenti- spiega Previti – ci danno la conferma che, sotto il pavimento della chiesa visibile, c’è quella del quattrocento e, sotto questa la relativa cripta ove molti, compreso lo scrivente, ritengono sia la sepoltura di Antonello da Messina”.

Mentre per quanto riguarda la parte più recente del monumento, racconta: “Sull’antico sito fu, infine, realizzata una chiesa barocca e aperta al culto fino al 1934, anno in cui venne inaugurata la chiesa attuale costruita su terreno donato dal proprietario Barone Marullo di

Condojanni. L’attuale chiesa parrocchiale di S. Maria di Gesù Superiore, sorge vicina all’antico sito, sul lato opposto del torrente, adiacente alla sede AMAM.

Della descrizione del La Corte Cailler tramandataci alla fine dell’Ottocento, oggi il visitatore può ammirare, dopo la campagna di scavi del 1989, un locale di sepoltura, dietro l’altare maggiore, con sedili perimetrali dotati di buche per la raccolta dei liquidi di decomposizione ove venivano sistemati i frati defunti (alcuni scheletri sono stati ritrovati) e una chiesa comunicante con quest’ultimo, a pianta rettangolare. Nella parte centrale dell’area è visibile, un antico pozzo, rimasto sotto il piano di calpestio. Nel 1855 venne recuperato e tutt’intorno fu realizzato un cortile chiuso circolare con muretto a forma di sedile attaccato alla parete, dove i frati, pregando, potevano godere della frescura del piccolo chiostro e del pozzo ove ancora oggi si può attingere acqua fresca. Sono ancora visibili i resti del Monastero e dell’ex refettorio, i cui locali si sviluppano nella parte ovest a monte del chiostro”.

Previti, fermo nell’intento di riaprire alla libera fruizione del pubblico questo luogo straordinario, illustra i progetti per il futuro: “Nel ringraziare tutti coloro che in qualche modo stanno contribuendo alla riapertura al pubblico del sito, (Parroco della chiesa di S. Maria di Gesù Superiore, proprietaria dei luoghi, Padre Roberto Scolaro, il Sovrintendente Arch. S. Scuto, la Dott.ssa Lidia Signorino, dirigente del settore Demanio della Sovrintendenza, i volontari del Movimento Cinque Stelle, della Coop. Trappers, della Legambiente dei Peloritani, del Movimento Cristiano Lavoratori, del F.A.I., l’ATOME3, Messinambiente, il Consigliere Comunale Serra, tanti uomini e donne che in questi mesi hanno dato il loro prezioso aiuto.

E’, d'altronde, nostro convinto desiderio esporre in maniera stabile, nel luogo della “sepoltura” di Antonello, le riproduzioni in scala reale, di tutte le sue opere, realizzando un “unicum” particolare dove sarà possibile “rivisitare” la vita e la morte del grande Artista messinese”. (Eleonora Corace)

9 commenti

  1. E’ bello sapere che a Messina ci sono delle associazioni e/o persone, come il Sig. Previti, che tengono a cuore ciò che la storia ci ha lasciato e che può diventare meta di turisti.
    Spero che questa sia la volta buona per ripristinare il sito e renderlo fruibile alla popolazione, nonché ai turisti.

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  2. Al di là delle belle parole da campagna elettorale bisogna essere realisti.
    Evidenzio alcuni punti che ritengo necessario siano chiari:
    1) perché le attuali rovine del convento ottocentesco sono state state indicate negli anni scorsi prima come tomba e poi come “tomba” o “sepoltura” (con l’aggiunta di virgolette tanto per essere cauti)di Antonello visto che è morto 3 secoli prima dell’epoca di quelle rovine?
    2)il georadar indica la presenza di altre costruzioni negli strati sottostanti ma non ci da la certezza che sotto in quel preciso punto ci sia la chiesa che era presente all’epoca di Antonello, gli strati potrebbero essere parecchi (vicino a un torrente le alluvioni potevano essere frequenti) e non è detto che il punto sia precisamente quello. Mantenendoci nell’ambito delle ipotesi e ammettiamo si porti alla luce lo strato dell’epoca di Antonello perché non ci potrebbero essere sotto strati di epoche precedenti?
    3)a scanso di equivoci è bene precisare che dal suo testamento sappiamo che Antonello si fece seppellire come un monaco qualsiasi e quindi non esiste nessuna tomba così come molti se l’aspettano,con nessun monumento funebre o lapide. Le sue ossa finirono nell’ossuario comune del convento.
    4) Può essere interessante soprattutto a fini didattici l’esposizione di riproduzioni di opere del grande pittore a dimensione reale, ma diciamocelo pure: su delle rovine è possibile farlo? Si vorrebbe costruire una sala espositiva sugli scavi archeologici? Teniamo presente che se ci saranno ulteriori riscontri del georadar certamente mancheranno financo i soldi per nuove campagne di scavo e studi che coinvolgano non soltanto i tecnici del CNR ma soprattutto archeologi e storici.

    In sintesi: vedo che si da per scontato il risultato di scavi e ricerche prima ancora che questi siano iniziati. Penso che il politico dovrebbe fare il politico e creare le premesse affinché gli operatori della cultura siano messi in condizioni di fare il loro mestiere. Se le cose continuano ad essere gestite così non stupiamoci se alla fine gli operatori della cultura decidono di operare in altre città.

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  3. non conosco Previti ma ho letto lei e…. capisco perchè a Messina non si fa nulla !! solita litania , non vale la pena se non lo faccio io che sono meglio dell’altro ! e intanto un museo non apre un teatro chiude ..etc etc

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  4. Settimo Libero 19 Maggio 2013 09:09

    Prima di dare comunicati storici, bisogna documentarsi meglio per evitare figuracce da politico messinese.
    Trovo giusto valutare il patrimonio storico della nostra città e renderlo disponibile al turista di passaggio, ma in una città che da anni spende soldi nel tenere chiuso un museo cittadino mai aperto al pubblico, tutto il resto è pura utopia.

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  5. Ci si lamenta dei politici che non hanno specifiche competenze…….adesso che un politico ha mostrato la sensibilità e si è attivato personalmente nel mantenere viva la memoria storica della cultura messinese si fà di tutto per denigrarlo…..è risaputo che Giuseppe Previti ha dato il suo individuale e costante contributo per la riqualificazione del sito del Monastero di Santa Maria di Gesù Superiore,ancor prima di una campagna elettorale…….
    Faccio i miei complimenti a Previti per la perseveranza dimostrata in questi anni…

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  6. –Si ipotizza trattarsi dei resti dell’antico Monastero–.
    Appunto una ipotesi che non merita tanta attenzione, cosa c’è sotto?? Abbiate il coraggio di dire la verità

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  7. messinese2, queste giusti interrogativi al buddace muccalapuni non interessano,gli piace farsi infinocchiare come con la storia di shakespeare. Poi pare strano che non ci sia un solo archeologo a parlare, ma gente come previti che è solo un comunissimo cittadino che fà politica.

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  8. Nino Principato 20 Maggio 2013 07:24

    Leggetevi il mio saggio sul sito http://www.messinaierieoggi.it dal titolo “Il mistero della sepoltura di Antonello” già pubblicato sul volume “Antonello a Messina”, prima di sparare a zero masochisticamente con la tipica accidia,il disfattismo, l’incultura e l’invidia tutta messinese (vedi il commento di Napoleone, personaggio ben noto al sottoscritto) e poi ne potremo riparlare
    Nino Principato

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  9. Attenzione, non ho denigrato nessuno. “Denigrare” è un’affermazione pesante. Ho detto che il politico deve creare le premesse affinché gli operatori della cultura siano messi in condizioni di fare il loro mestiere. Mi spiego meglio: da quando è venuta fuori la storia della “tomba” (tra virgolette) di Antonello ho sentito chiamare in causa chiunque tranne storici e archeologi. Anche per quanto riguarda la fruizione culturale e turistica ho sentito chiamare in causa chiunque tranne esperti di turismo, di marketing dei beni culturali, di marketing turistico, di management dei beni culturali. Ora è come se per fare un ponte non si chiamassero in causa gli ingegneri ma si formasse una cooperativa che in modo improvvisato e spontaneo tramite volontari costruisse il ponte. Invece secondo me il politico dovrebbe creare tutte le premesse affinché chi lavora (per mestiere) nel mondo della cultura si possa occupare della cosa in modo libero e agire ognuno per il proprio ambito in modo tale da fare un’ottima divulgazione e programmazione culturale e/o turistica che ne possa beneficiare tutta la collettività. Non so se mi sono spiegato, perché in toscana gli operatori della cultura bene o male lavorano e dalle nostre parti sono costretti ad emigrare e vengono denigrati (questa volta nel vero senso della parola)?

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