“Cumandu io e basta”, sospeso il Sindaco Rizzo Nervo

“Cumandu io e basta”, sospeso il Sindaco Rizzo Nervo

Giovanni Passalacqua

“Cumandu io e basta”, sospeso il Sindaco Rizzo Nervo

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sabato 29 Novembre 2014 - 18:11

Il prefetto Trotta, in ottemperanza alla legge Severino, ha rimosso dall'incarico l'ex sindaco del comune oricense, in quanto condannato nel 2011 a 8 mesi di reclusione per abuso d'ufficio aggravato. Recentemente, Rizzo Nervo era stato protagonista di una querelle con il commissario della provincia Romano

Il Sindaco di Tortorici, Carmelo Rizzo Nervo, è stato sospeso dal prefetto Stefano Trotta, in ottemperanza alla legge Severino, a causa di una condanna a 8 mesi per abuso d’ufficio aggravato, comminatagli dal Tribunale di Patti nell’aprile 2011. Al suo posto, temporaneamente, il vice Rosario Contiguglia.

La condanna riguarda alcune ordinanze emesse da Rizzo Nervo per risolvere una contesa, risalente al 1998, tra Sebastiano Parasiliti e l’allora consigliere comunale di maggioranza Sebastiano Destro Pastizzaro, a causa di una servitù di passaggio. “Nel gennaio 2002” – si legge nel dispositivo – “Rizzo nervo invitava verbalmente l’ispettore di Polizia Municipale Contiguglia Giovanni ad ‘occuparsi della vicenda, al fine di risolvere la questione’”. Contiguglia comunicò al Sindaco che si trattava di una contesa privata, e che eventuali interventi dell’amministrazione avrebbero costituito un reato. “Ciò nonostante, l’imputato chiamava a sé Parasiliti Calogero e, con fare arrogante, dopo avergli ricordato che in quel comune era lui a comandare (“Parasiliti, lei lo sa chi comanda ‘nto Comune… cumandu io e basta”) gli intimava di rimuove il box realizzato e di lasciar passare il Destro Pastizzaro, altrimenti sarebbe stato lui a far demolire il piccolo manufatto. Parasiliti non aderiva alle “richieste” e l’imputato dava incarico ad alcuni operai del comune di rimuovere la tettoia”. Le ordinanze che hanno formalizzato l’intervento comunale nella demolizione, la n. 72/2003 e la n. 10/2004, sono state ritenute dal giudice “palesemente illegittime”, in quanto il potere di demolizione spetta alla dirigenza comunale, e comunque “l’imputato ha usurpato poteri che appartenevano all’Autorità Giudiziaria, sostituendosi alla stessa nella definizione di una controversia di natura esclusivamente privatistica”. Da qui la condanna a 8 mesi di reclusione, sospesi con la condizionale, per abuso d’ufficio aggravato.

Non è la prima volta che Rizzo Nervo viene accusato di favorire persone a lui vicine. Il 20 ottobre, in consiglio comunale, si è discusso della querelle che ha coinvolto l’ex Sindaco e il commissario provinciale Filippo Romano, riguardante la locazione dell’istituto tecnico ITE “Tomasi di Lampedusa”, sezione staccata dell’Itet di Sant’Agata di Militello. Si tratterebbe di un edificio privato, proprietà di Paterniti Antonino, adibito ad uso civile abitativo, e pertanto senza alcun adeguamento per ciò che riguarda l’abbattimento delle barriere architettoniche. La Provincia già nel 2013 aveva manifestato l’intenzione di non voler più pagare il canone d’affitto, che si aggira intorno agli € 80.000,00/anno, vista anche la disponibilità dei locali della scuola media “Nello Lombroso”, segnalata dalla dirigente scolastica. Ma Rizzo Nervo rispose che “la permanenza della locazione costituisce un contributo per la situazione socio-culturale di Tortorici e dell’intera zona laddove decisioni contrarie sarebbero penalizzanti”, e in consiglio accusò Romano di voler “chiudere la scuola, che è prima di tutto un presidio di legalità ed è un importante centro di sviluppo del territorio dell’hinterland nebroideo”. La risposta del commissario è stata repentina, e ha sottolineato come Tortorici fosse “l’esempio più scandaloso di spreco di denaro pubblico. Si spendono 86 mila euro all’anno per 1.000 mq di scuola che ospitano soltanto tre classi. Per il numero di alunni che frequentano l’istituto di Tortorici basterebbero circa 300 metri quadrati di superficie e per il mercato che c’è a Tortorici costerebbero all’incirca 5.000 euro all’anno. Pur essendoci la disponibilità in loco di altre sedi, gratuite, abbiamo l’opposizione del sindaco che ci ha anche messo per iscritto che il mantenimento dell’istituto e di quella locazione è un aiuto all’economia del paese. Questa logica non ci può assolutamente trovare d’accordo”.

Giovanni Passalacqua

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