Una corona di garofani per ricordare le vittime dello sciopero del ‘47

Una corona di garofani per ricordare le vittime dello sciopero del ‘47

Una corona di garofani per ricordare le vittime dello sciopero del ‘47

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giovedì 07 Marzo 2013 - 17:39

Oceano, segretario generale della Cgil di Messina: “ Un episodio buio del dopoguerra siciliano e della storia della nostra città che sta a ricordare quanto difficile e affatto indolore fu il passaggio dalla dittatura alla democrazia”

Anche quest’anno, la Cgil di Messina ha voluto ricordare attraverso la simbolica deposizione di una corona di garofani, le tre vittime del fatto di sangue avvenuto il 7 marzo del 1947 davanti alla Prefettura di Messina, durante uno sciopero cittadino contro l’aumento del prezzo dei generi di prima necessità e contro la mancata applicazione del Contratto nazionale dell’industria.

“Un episodio buio del dopoguerra siciliano e della storia della nostra città che sta a ricordare quanto difficile e affatto indolore fu il passaggio dalla dittatura alla democrazia, dalla guerra alla ricostruzione”, commenta Lillo Oceano segretario generale della Cgil di Messina-.

Le cronache del tempo raccontano infatti che all’improvviso l’esercito aprì il fuco sulla folla – alcuni organi di informazione sostengono al grido di “Viva i Savoia” – ferendo oltre 30 persone e uccidendone tre: il commerciante di calzature Giuseppe Maiorana di 41 anni, il manovale Biagio Pellegrino di 34 anni e l’operaio Giuseppe Lo Vecchio di 19 anni.

Nel 1986 il Comune di Messina fece porre una lapide davanti alla Prefettura in memoria delle tre vittime e di quei fatti e da allora, tutti gli anni, la Cgil di Messina ricorda quei fatti e depone dei fiori affinché la memoria non sbiadisca.

“Nell’Italia che ancora doveva metabolizzare la fine della guerra, della monarchia e il ritorno alla democrazia, si manifestava per il pane e per la libertà – osserva il segretario generale della Cgil Lillo Oceano-. Una storia che si ripete ancora e che ancora troppo spesso vede il potere cercare di silenziare la voce di chi esprime disagio, chiede diritti e libertà. Ricordare questi fatti, ricordare chi è morto lottando per migliori condizioni di vita è un dovere per il sindacato e un insegnamento che non dobbiamo perdere”.

Commozione nel corso della cerimonia sia per la presenza di un discendente di una delle vittime sia per l’applaudita recita del componimento in siciliano “7 marzo du ‘47” del poeta messinese Antonio Cattino.

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