Un altro secco "no" dai deputati Ncd e dai messinesi del Megafono. Critica la Fp Cgil

Un altro secco “no” dai deputati Ncd e dai messinesi del Megafono. Critica la Fp Cgil

Un altro secco “no” dai deputati Ncd e dai messinesi del Megafono. Critica la Fp Cgil

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lunedì 14 Luglio 2014 - 14:10

I deputati Germanà e Garofalo e il senatore Mancuso sposano la proposta di D'Alia per fare fronte comune contro la decisione della Regione. In campo anche i consiglieri comunali del Megafono. La Fp Cgil vuole invece fare chiarezza.

All’appello lanciato dal Sindaco Renato Accorinti e dai sindacati stanno rispondendo in tanti. Il futuro dell’Ospedale Piemonte è argomento che scotta e continua la mobilitazione della politica e della società civile. Dopo Giampiero D’Alia e l’Udc, in campo anche il Nuovo Centrodestra.

"Quello a cui stiamo assistendo nel caso dell'Ospedale Piemonte è un balletto piuttosto assurdo che poco ha a che vedere con una razionalizzazione sensata", così il deputato regionale Nino Germanà.
"La struttura ospedaliera è posta in un punto strategico della città ed è essenziale si smetta una volta per tutte di minacciarne l'esistenza in nome di una riorganizzazione dei presidi sanitari che, con il dovuto rispetto per l'assessore Borsellino, è forse il caso valuti con chi ha la cognizione di causa per potersi esprimere in merito” ha scritto il deputato che sposa appieno la proposta di D'Alia di istituire un serio tavolo tecnico a cui prendano parte rappresentanti delle istituzioni e addetti ai lavori. Sulla stessa linea naturalmente anche il deputato nazionale Vincenzo Garofalo e il senatore Bruno Mancuso: “Non è opportuno che decisioni così importanti vengano prese senza avere ascoltato chi conosce a fondo il territorio e le sue esigenze. Da parlamentari raccogliamo l'invito del collega D'Alia e ci uniamo a lui nel sollecitare un incontro con l'assessore alla sanità Lucia Borsellino affinché si arrivi alla decisione in merito ad una riorganizzazione dei presidi sanitari a seguito di scelte ponderate. Perché la sanità appartiene a tutti".

Più critica la Fp Cgil che ha atteso qualche giorno prima di dire la sua sulla vicenda e vuole intanto fare un po’ di chiarezza. Intanto per questo motivo il sindacato ha richiesto un incontro in VI Commissione e all’Assessorato alla Salute, per avere le risposte in merito alla riorganizzazione dei due presidi ospedalieri. La segretaria generale della Fp Cgil, Clara Crocè, Antonio Trino e Carmelo Pagana e i rappresentanti della FP CGIL Medici, Attilio Andriolo e Guglielmo Catalioto, ripartono dall’incontro con il nuovo manager Michele Vullo per spiegare che lo stesso Vullo non ha mai messo in discussione la necessità di mantenere aperto il presidio ospedaliero, ma sono state tuttavia attentamente analizzate le criticità del Piemonte palesi e conosciute ai più. “Tutti sappiamo degli “infiniti” lavori di messa in sicurezza, dei 78 posti letto a fronte dei 121, delle difficoltà enormi nel dare risposte assistenziali proprio per la carenza di specialistiche e di posti letto, delle carenze di organico e via discorrendo. Di fatto il Piemonte dei fasti di un tempo ne conserva solo le memorie rappresentando oggi il “fratello minore”, il “surrogato” dell'ormai più blasonato Papardo, e ciò a causa di una politica sanitaria che in modo certosino ne ha decretato, in tempi non sospetti, la “morte per inedia”. Cosa fare per salvarlo da questa lenta agonia e ridargli il doveroso lustro per se stesso e per la cittadinanza? Secondo quanto riferito dal Dg Vullo, per quanto la sua naturale vocazione sia sempre stata l'emergenza, oggi purtroppo tale strada risulta di difficile percorribilità proprio in virtù di una ottimizzazione delle risorse voluta dalla riorganizzazione delle rete ospedaliera volta ad eliminare costosi “doppioni”. Quindi l'alternativa è rappresentata dalle “eccellenze sanitarie”, per cui il Piemonte potrebbe, per precisa volontà politica, ritornare ai fasti di un tempo attraverso la messa in pratica del “vecchio” progetto di Ospedale della Mamma e del Bambino o Polo Materno-Infantile. Secondo quanto sostenuto dall’Assessorato questo rappresenta un progetto ambizioso che non si riduce al mero punto nascita, ma ad un centro che a 360° potrebbe fornire risposte assistenziali alla cittadinanza, peculiarizzando il Piemonte con una precisa connotazione sanitaria, attraverso un pronto soccorso ostetrico/ginecologico/pediatrico, e con tutti i “servizi satellite” necessari per svolgere tale mandato in assoluta sicurezza sia per gli operatori che per gli utenti secondo i più moderni principi di Governance Sanitaria”. Pochi giorni fa inoltre a Palermo si è tenuto un incontro presso l’Assessorato regionale alla salute fra Rosaria Mulè, delegata dall’Assessore regionale alla Salute Borsellino, e i sindacati. dell’area medica per l’approvazione del piano di riordino della rete ospedaliera della provincia di Messina. Incontro che, anche in considerazione dell’opposizione presentata dalla Fp Cgil Medici ha sospesonell’immediato l’indicazione a trasferire l’Ostetricia del Papardo al Piemonte, dando incarico al Direttore generale dr. Vullo d’incontrare le organizzazioni sindacali e le parti sociali per individuare le soluzioni più idonee e meno penalizzanti per l’utenza messinese. Clara Crocè poi non le manda a dire neanche al primo cittadino: “Il Sindaco Accorinti, prima di rilasciare dichiarazioni dovrebbe acquisire le giuste informazione ed esercitare il suo ruolo nella qualità di Presidente dell’Assemblea dei Sindaci, che ha competenza nella programmazione sanitaria, e chiedere un incontro all’Assessore Lucia Borsellino.

Sulla vicenda si schierano nel fronte del no i messinesi del Megafono. “Siamo pronti a difendere il Pronto Soccorso – dice il Consigliere Pippo De Leo – è essenziale per la Città di Messina averne uno nel centro della città, negli anni abbiamo visto chiudere il Margherita e ciò ha creato notevoli disagi, noi del Gruppo Consiliare del Megafono non ci stiamo ed attiveremo quanto possibile contro la decisione assunta – continua la Consigliera Nora Scuderi – in questi giorni contatteremo il Presidente della Regione, per discutere sulla questione, e se sarà necessario, invieremo una lettera ufficiale chiedendo un intervento concreto – precisa il Consigliere Angelo Burrascano – le decisioni vanno condivise con l’intera città. Il Megafono di Messina è compatto sulla questione. Non è possibile, secondo noi Consiglieri Comunali del Megafono, nell’interesse della cittadinanza, spogliare la città di Messina di un Pronto Soccorso così importante per la posizione strategica che ricopre, anzi siamo dell’idea che, invece, non solo non và chiuso, ma che vada ulteriormente potenziato.

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